CALABRIAINARMI

 " PER LA PATRIA!"

 

CESARE SINOPOLI

 

 

 nelle note del suo diario

Cesare Sinopoli, figura intellettuale apprezzata  per la ricchezza dei suoi scritti che ne rilevano la poliedricità culturale, fu soprattutto un uomo d’armi. Discendente da nobile casato originario di Monteleone nacque a Catanzaro il 16 Novembre 1861.

Il padre Giacomo era impiegato presso gli uffici amministrativi provinciali, la madre Susanna Manfredi, figlia dell’avvocato Giuseppe già soldato napoleonico e murattiano, fu uno dei difensori dei martiri catanzaresi del 1823 Monaco, Pascale e De Jessi.

Nella sua casa aleggiava un’atmosfera di alti valori umani e patriottici che alimentarono la sua formazione personale: zio Cesare aveva issato il tricolore all’arrivo dei garibaldini a Catanzaro, zia Ottavia era andata in sposa al generale marchese Pallavicini, colui che aveva fermato Garibaldi sull’Aspromonte e debellato il brigantaggio, zio Michele, il progettista delle varie strade consortili della Calabria Ultra II e del piano regolatore della città capoluogo. Fece parte di una famiglia di sei figli dei quali i maschi dimostrarono attitudine per la vita di caserma. Infatti il fratello Pasquale frequentò il collegio della Nunziatella per poi passare all’Accademia di Modena: Peppino studiò privatamente col colonnello Sergio Pinna.

Cesare riuscì a conciliare gli interessi letterari con quelli militari. Conseguita la licenza liceale all’età di 21 anni   fu nominato dal Sindaco Vito Migliaccio professore di storia e geografia nelle scuola tecniche.

Il 9 Giugno 1882 si presentò  al servizio di leva  e venne destinato al 19° Fanteria di Napoli; il 7 Ottobre entrò nella scuola militare di Modena e con il R.D. 3 Agosto 1884 ricevette il grado di sottotenente nel 22° R.F. di Alessandria per poi , ricevuta la promozione a tenente,  nel 1887 essere trasferito all’84° fanteria con sede nella stessa città. Rientrato a Catanzaro divenne ufficiale d’ordinanza del generale Secritant comandante la Divisione militare. Nell’Ottobre 1898  fu trasferito al comando della Divisione di Ancona e nel 1899 rientrò nell’84° reggimento con sede a Novi Ligure.

Nel triennio 1900-1903 insegnò  letteratura italiana nella scuola militare di Modena e pubblicò le sue lezioni.  Fu  poi destinato ai  presidi di Brindisi e Lecce. Visse sempre intensamente la vita militare. Il sogno di una Nazione forte motivò la sua partecipazione alla guerra  per la conquista dell’ Abissinia. Partì per l’Africa la sera del 6 Febbraio 1896 con la nave “Singapore” con l’incarico di aiutante maggiore del colonnello Pittaluga. Sbarcò a Massaua il 14 Febbraio. Gli fu affidato  il comando di Arkiko e per il senso del dovere e la precisione del suo lavoro fu elogiato dal V. Questore dell’Eritrea, generale Lamberti. Fu abile nel rendere fedeli all’Italia i capi delle tribù locali che all’indomani della sconfitta di Adua condusse a Massaua acchè facessero atto di sottomissione all’Italia.  Partecipò all’offensiva nel 25° battaglione fanteria del maggiore Dionisio Garassino. Si distinse nell’assedio di Adigrat combattendo contro i soldati del Ras Mangascià.

Rientrato a Catanzaro si dedicò all’ insegnamento di storia nel Liceo Galluppi e nel discorso di inizio dell’anno scolastico 1896-1897 parlò con ardore dell’unità d’Italia e della casa Sabauda. La pausa di vita scolastica subì un'ulteriore interruzione in quanto  Cesare  Sinopoli venne promosso  capitano e destinato al 63° reggimento fanteria con l’incarico di comandante della Scuola Magistrale Militare di Scherma Santa Caterina Magnanapoli di Roma. Nel 1902 fu trasferito al Ministero della Guerra Ufficio del Tiro a Segno Nazionale. Da lì passò alla difesa dei forti del Colle di Tenda sulle Alpi nel 63° R.f. di Novi Ligure.

Nello stesso anno terminò il servizio militare e rientrò a Catanzaro definitivamente. Sposò Beatrice Veraldi, di antica famiglia patrizia. Ebbero due figli: Maria Rosaria e Achille che poi avrebbe sposato la figlia del Prefetto Randone, sorella dell’attore teatrale Salvo. Si dedicò con interesse ai suoi studi e al giornalismo collaborando a diverse testate quali Il Potere, La Giovine Calabria, il Giornale d’Italia, la Rivista Storica Calabrese nelle cui pagine immortalò personaggi del passato e del suo presente.

Nominato Ispettore ai Monumenti e agli Scavi della Calabria fu tra gli organizzatori della prima mostra d’arte calabrese nel 1913. Resse l’Orfanatrofio cittadino intitolato a Giuseppe Rossi, sindaco e senatore, zio acquisito di Cesare.

Fu interventista nella I Guerra Mondiale e soffrì molto per la morte in battaglia del caro nipote Giacomino, figlio del fratello Pasquale caduto sul Carso a Castelnuovo. Aderì al fascismo e coltivò buoni rapporti con la Chiesa che gli affidò la direzione del ginnasio vescovile e altri incarichi di responsabilità.

Amò con dedizione la sua città e regalò alla biblioteca comunale un manoscritto autografato di Luigi Settembrini, caro amico del nonno materno e un codice relativo ai provvedimenti dell’ igiene in Catanzaro nel XVIII secolo. Entrambi i documenti erano parte  della biblioteca di famiglia.

Morì il 30 Settembre 1935 per un malore improvviso mentre era seduto a tavola per il pranzo in compagnia della figlia. Il Comune di Catanzaro celebrò degnamente le onoranze funebri.

                                                                                                              Francesca Rizzari Gregorace

 

Bibliografia: le notizie sono state attinte da un manoscritto inedito dello stesso Sinopoli in possesso del nipote dr Franco Dell’ Apa.

 

 
 

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