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DISERTORI, OSCURAMENTI E PROFUGHI  DI CAPORETTO A CATANZARO LIDO
 

Alcuni effetti della Grande Guerra : disertori, oscuramenti e  profughi di Caporetto a Catanzaro Lido nei documenti di Angelo di Lieto.

di Mario Saccà

 

Un barone di Catanzaro, si chiamava Giuseppe Raffaelli , risiedeva nel quartiere marinaro della città, ed aveva un ricco archivio.

Lasciò la sua collezione di antichi documenti  al dott. Angelo di Lieto, un eclettico intellettuale-artista che ha eletto la ricerca storica a ragione principale di vita. Le sue pubblicazioni, che proseguono, sono numerose e costituiscono, in quanto ampiamente documentate, un prezioso riferimento per la storia dell’arte e degli eventi svoltisi nei secoli  nella sua terra natale, Amalfi, ed in Calabria.

E’ autore di un libro prezioso “Il bosco delle immagini ritrovate” dove ha pubblicato, insieme ad altri carteggi, che possiede,  le “carte Raffaelli” utilissime per ricostruire la vita di di Catanzaro Lido per  un periodo di circa 120 anni.

Nelle 450 pagine del testo non mancano i ricordi legati alla Grande Guerra ed ho deciso di pubblicarli, col suo consenso, perchè hanno riferimento a persone la cui memoria potrebbe essere ancora presente in quanti ne leggeranno i nomi.

Alcune testimonianze  fanno percepire il modo in cui la guerra produsse i suoi effetti anche in territori lontani dalle zone dove si svolgeva il conflitto. Tutta la Nazione ne venne coinvolta  in modo diverso. Mentre l’elemento comune era costituito dalla partecipazione dei giovani di ogni parte d’Italia allo sforzo del nostro Esercito gli aspetti legati all’osservanza delle norme di sicurezza, all’impegno umanitario ed economico verso lo sforzo bellico, all’accoglienza ed al sostegno ai profughi, dopo Caporetto drammaticamente espulsi ed allontanati dal loro contesto naturale, mobilitò tutta la popolazione del Paese che nella sofferenza altrui specchiava l’angoscia per la sorte dei propri figli, lontani e in  battaglia. Si visse una solidarietà piena di umana pietà che la lettura di questo scritto  non riesce a rendere. Possiamo solo immaginarla immedesimandoci in quelle persone la cui condizione si percepisce intensamente attraverso le  scarne sintesi anagrafiche. Vecchi, bambini, vedove e orfani, interi nuclei familiari rivivono attraverso la scrittura  di  nomi e cognomi: un modo per farli rivivere pronunciandoli  come sostenevano le antiche scritture.

Le note che seguono sono tratte interamente dal libri di Angelo Di Lieto, che ringrazio per la generosa disponibilità.

In altre occasione contribuirò a questa particolare ricerca  che, collegata, a documenti  locali rammenterà  aspetti  distanti e meno noti della Grande Guerra.

 

DISERTORI AUSTRO UNGARICI

L’ 1 Gennaio 1915, nell’effettuare un censimento di profughi, di internati, di fuoriusciti e di rimpatriati, fu segnalata la presenza di quattro disertori austro-ungarici, che avevano la residenza nel Villaggio Marina.

Poiché il Governo Italiano dava il sussidio di sopravvivenza solo ai profughi  istriani, slavi o evacuati dal confine austriaco se di origine italiana, probabilmente perché disertori, fu revocato ai signori Franzini Serafino, Blasich Mario, Poropat  Giovanni e Facchinetti Pietro, il beneficio del sussidio, per cui da quel momento dovevano essi  stessi preoccuparsi di rinvenire nel miglior modo i mezzi di sussistenza.

Inoltre non potevano allontanarsi dal Villaggio e ad ogni richiesta dovevano esibire il foglio di riconoscimento ed una scheda, che era stata loro consegnata per la compilazione e che doveva servire come documento di identificazione del loro stato.

 

RITIRO RETI

Il 17 Aprile 1915 venne data comunicazione ai pescatori del Villaggio Marina, in risposta al reclamo presentato e riguardante i tiri collettivi che le truppe eseguivano sulla spiaggia (nella località si trovava il deposito del 48° RF della Brigata Ferrara ndr) , che l’addestramento dei soldati non creava alcun danno all’industria peschereccia, in quanto, dato che i tiri non iniziavano mai prima delle 8.30, i pescatori interessati avevano tutto il tempo di ritirare le reti prima di questa ora.

 

SILURAMENTO

Da una comunicazione della Dogana di Messina del 7 Luglio 1917 si è appurato che nel Maggio fu rinvenuto sulla spiaggia di Catanzaro Marina un cadavere, che venne sepolto nel cimitero del posto.

Dalle carte rinvenute negli abiti dello stesso si potè constatare che detto cadavere era di un certo Barca Letterio, marinaio a bordo del piroscafo <<Catania>> silurato poco prima del rinvenimento nelle acque di Paola.[1]

 

OSCURAMENTO

 Il 7 Settembre 1915, a seguito dello scoppio della 1.a Guerra Mondiale, l’Autorità  Militare Marittima di Taranto, per il tramite del Sindaco di Catanzaro, avv. E. De Seta, impose l’oscuramento delle città costiere dalla data dell’ordinanza e sino a nuovo ordine.

Per timore che le luci della città e delle borgate potessero servire al nemico come punti di riferimento, si obbligò dall’alba al tramonto l’oscuramento del territorio per il Villaggio Marina, per i casolari a monte in vista al mare, per le officine e le case esistenti sulla Via Francesco De Seta (già Bellavista), o per le borgate di Pontegrande e Gagliano.

I fanali della pubblica illuminazione dovevano avere i vetri tinteggiati di blu e restare accesi solo quelli strettamente necessari al transito di persone e veicoli per impedire possibili disgrazie.

Anche i fanali in prossimità de3i pubblici servizi dovevano essere coperti di vetri tinteggiati. Per le abitazioni erano responsabili dell’oscuramento i proprietari e gli inquilini.

 

PROFUGHI

Dopo Caporetto furono molti  coloro che dovettero abbandonare le loro case, i loro campi, le loro attività ed i mestieri, perché residenti in prossimità di zona di guerra o sul confine slavo-austriaco, per essere poi disseminati in tutta Italia  nei punti lontani dall’aggressione nemica.

Forse si è persa la memoria del campo profughi o alloggiamento in Catanzaro Marina, anche se alcuni provenivano da Nicotera Marina, Borgia (comuni in provincia di CZ) o anche da Parma. Alcuni, poi, dopo l’esperienza calabrese e a conflitto finito, si trasferirono, come risulta da annotazioni apposte su un elenco rinvenuto, a Livorno, Siracusa, Monteleone (attuale Vibo Valentia), Massa Carrara, probabilmente per ricongiungersi ad altri profughi consanguinei.

Altri invece, il cui suolo era rimasto italiano, preferirono ritornare nei loro paesi abbandonati e dai quali erano stati evacuati per timore delle rappresaglie nemiche o per motivi di sicurezza.

Vi furono anche coloro che non tornarono più perché le loro terre rientrarono sotto l’autorità straniera o perchè nei vari spostamenti morirono di malattie, di privazioni e di stenti. Nel Villaggio  Marina le famiglie erano in tutto 38, in prevalenza numerose e povere e con qualche anziano.

Di età più meno giovani questi profughi nei luoghi di origine erano contadini, artigiani, piccoli commercianti, impiegati di ferrovia o delle poste. Non si ha notizia se furono sistemati in baracche o presso famiglie del luogo .

All’epoca la povertà era notevole, il Villaggio Marina aveva pochissimi benestanti mentre il resto della popolazione viveva alla giornata pensando alla propria sopravvivenza. Non credo che il soggiorno di questi profughi, lontani dalle loro case e dalle loro abitudini sia stato, al di fuori del sole o del mare sempre bello, alquanto felice, nonostante la solidarietà cittadina e delle autorità che erogavano il sussidio di sussistenza.

Riporto gli estremi anagrafici, con ogni annotazione apposta per un’eventuale, utile, storica indagine di tutti coloro che  sono stati trascritti in questo vecchio elenco, anche perché credo che alcuni, per i cognomi che rilevo, si insediarono definitivamente nel nostro territorio e divennero cittadini calabresi a tutti gli effetti:

 1-Seslin Amalia di Vincenzo e fu Cruda Maria, di anni 28, nata a Trieste, proveniente da Treviso,  casalinga,arrivata il 17 Novembre, capofamiglia;

   -Tiberio Manlio di Ruggero e di Seslin Amalia, di anni 11, nato a Trieste, proveniente da Treviso,   frequentante la 2.elementare, figlio;

  -Tiberio Nerina, idem, di anni 10, idem prov. E nascita, con la 1.a elementare, figlia;

  -Tiberio Ettore, idem, di anni 3, figlio.

2-Calonico Giuseppina fu Mariano e di  Andreoli  Maria, di anni 30, nata a Valmarino ( Treviso) , proveniente da Treviso, cameriera ( osservazioni: traslocata);

3- Desti Antonio fu Luigi e di Toffoneto Teresa,di anni 27, autista;

4-Valeri Giovanni fu Luigi e fu Zardato Anna, di anni 50, nato a Santa Lucia  Piave,proveniente da Treviso, cocchiere ( traslocato);

5-Ciotta Virginia di Pietro e fu Predalla Anna, di anni 18, nata a Miane ( TV), sarta;

6 -Grosso Giovanni fu Paolo e di Granziol Maria, di anni 42, nato a Lovadina Spresiano, bracciante, capo famiglia, trasferito a Livorno il 10.05.1918, pagato sussidio fino al 15 Maggio 1918;

-Granzotto Eugenia di Giacomo e di Carniel Antonia, di anni 38, idem, casalinga, moglie;

-Grosso Mario di Giovanni e di Granzotto Eugenia, di anni 16, idem, manovale, figlio;

-Grosso Ernesto, idem, di anni 14, manovale, figlio;

-Grosso Albino, idem, di anni 13, manovale, idem, figlio;

-Grosso Maria, idem, di anni 10, 3.a elementare,,figlia;

-Grosso Giuseppe, idem, di anni 8, idem. 2.a elementare, figlio;

-Granziol  Maria fu Domenico e fu Vettor Regina, di anni 70, casalinga, madre;

7- Carniel  Luigi di Giuseppe e fu Gattel  Valentina. Di anni 49, nato a Lovadina, contadino, capofamiglia, trasferito a Livorno;

-Forte Vittoria fu Giovanni e di Biagio Maria, di anni 50, idem, contadina, moglie;

-Carniel Giovambattista di Luigi e di Forte Vittoria, di anni 26, nato a Lovadina, contadino, figlio;

-Carniel Maria, idem, di anni 21, idem, manuale, figlia;

-Carniel Valentina, idem, di anni 18, idem, contadina, figlia;

-Carniel Giuseppe, idem, di anni 10, idem, 2.a elementare, figlio;

-Grazioli Giobetta di Valentina e di Casagrande Antonia, di anni 25, nata a Lovadina, contadina, arrivo 17 Novembre, nuora;

-Carniel Giuseppe fu Fortunato e fu Carpenedo Caterina, di anni 77, nato a Visnadello (TV),

8-Argentin Anna fu Bernardo e fu Mattion Caterina, di anni 80, nata a Fossalta Maggiore, casalinga, capofamiglia, traslocata;

-Battistioli Carolina fu Luigi e di Argentin Anna, di anni 41, idem, esercente trattoria, figlia;

-Vidali Clotilde fu Antonio e di Argentin Antonia, di anni 44, idem, esercente trattoria, nuora;

-Battistioli Virginio fu Bernardo e di Vidali Clotilde, di anni 16, idem, 3.a tecnica, nipote;ù

9-Battistioli Genoveffa fu Luigi  e di Argentin Anna, di anni 47, nata a Noventa di Piave, sarta, capofamiglia;

-Tinazzi Lina di Lino e di Battistioli Genoveffa, di anni 19, idem, supplente Ufficio Postale  in Noventa di Piave, figlia;

-Tinazzi Ugo, idem, di anni 17, idem, pizzicagnolo, figlio;

-Tinazzi Palmira, idem, di anni 14, idem, sarta, figlia;

-Tinazzi Pia, idem, di anni 13, idem, casalinga, figlia;

-Tinazzi Tualdo (?), di anni 10,4.a elementare, figlio.

10-Zarlotto Maria ved Manzoni fu Arcadio e di Tommasi Domenica, di anni 42, nata a Treviso, sarta, capofamiglia, trasferita a Monteleone il 21.3.1918;

-Manzoni Antonietta fu Amedeo e di Zarlotto Maria, di anni 20, idem, sarta, figlia;

-Zarlotto Giovannina, idem, di anni 12, 2.a elementare, figlia;

-Manzoni Marcellina, di Manzoni Antonietta, di mesi 2,nipote:

11-Pavan Antonio fu Giuseppe e di Barbon Orsola, di anni 61, nato a Treviso, calzolaio, capofamiglia;

-Pavan Palmira di Antonio e fu Donald Adelaide, di anni 24, idem, casalinga, figlia;

-Pavan Angelina, idem, di anni 15, casalinga, figlia;

-Pavan Antonio, di Pavan Palmira, di anni 2, nipote

12-Maschio Antonio di Giovanni e fu Fantin Angela, di anni 47, nato a Cismon del Grappa (VC), bracciante, capofamiglia, traslocato;

-Maschio Angela di Antonio e di Grambo Maria, di anni 17, nata a Pola ( Luniana), casalinga, figlia;

-Maschio Giovanni di Antonio e di Grambo Maria, di anni 11, nato a Cismon, 1.a elementare, figlio;

-Maschio Alessandro, idem, di anni 4, nato a carca (Lubiana), proveniente da Cismon, figlio;

13 – Pillon Giuseppe di Vincenzo e fu Bitente Luigia, di anni 43, nato a Meolo , prov, di Treviso, manovale ferroviario, capofamiglia, ritornato il 16.6.1918;

-Mestrinier Graziosa di Giuseppe e di Fava Luigia, di anni 39, nata a Passon, prov di Treviso, casalinga, moglie;

-Pillon Giovanni di Giuseppe e di Mestrinier Graziosa, di anni 13, nato a Treviso, apprendista armaiolo, figlio;

-Pillon Mario, idem, di anni 8, idem, 2.a elementare, figlio.

14- Succolotto Rosa fu Giovanni e fu Luigia, di anni 70,nata a Fiesa (TV), casalinga, capofamiglia, deceduta nell’ ospedale di Catanzaro:

-Piovesan Genoveffa di Domenico e di Succolotto Rosa, di anni 31, nata a Pederobba, casalinga, figlia:

15- Gottardo Angelo fu Giacomo e fu Andreassi Angela, di anni 69, nato a Nervesa (TV), contadino, capofamiglia;

16 Selvatico Giulia di Domenico e fu Gottardo Caterina, di anni 44, contadina, capofamiglia;

17- Crivilin Antonio di Luigi e di Amodio Giuseppina, di anni 16, nato a Selva (TV), proveniente da Nervesa, bracciante;

18- Gottardo Gioacchino fu Beniaminoe di Camillo Maria,di anni 39, nato a Nervesa, sarto, capofamiglia;

19- Furlan Luigi fu Costante e fu Brugnano Maria, di anni 48, nato a Nervesa, bracciante, capofamiglia;

-Gottardo Caterina fu Beniamino e di Camillo Maria, di anni 49, idem, bracciante, moglie;

-Furlan Angelo di Luigi e di Gottardo Caterina, di anni 14, idem, bracciante, figlio;

-Furlan Maria, idem, di anni 11,3.a elementare, figlia;

-Camillo Maria fu Antonio e fu Delcol Luigia ,di anni 74, casalinga, suocera.

20- Gottardo giovanBattista,capofamiglia;

- Callegari Rosa fu Antonio e fu Zanatta Graziosa, di anni 46, nata in Bavaria, contadina, moglie;

- Gottardo Cirillo di GBattista e di Callegari Rosa, di anni 14, nato in Bavaria,bracciante, figlio;

-Gottardo Maria, idem, di anni 9, idem, figlia;

-Gottardo Gisella, di anni 6, figlia.

21-Tasca Natale fu Angelo e di Bilotto Maria, di anni 47, nato a Treviso, manovale, capofamiglia,trasferito a Siracusa il 13.4.1918.

22- Polonia Abramo fu Giovanni e fu Polonia Caterina, di anni 54, nato a Villa Santina, mugnaio, capofamiglia, traslocato:

23- Casalin Giuseppe di Domenico e fu Danefin  Rosa, di anni 46, nato a Provesano, manovale, capofamiglia;

24- Spada Giovanna fu Angelo e fu Della Fara Anna, di anni 38, nata a Fener (BL), sarta, capofamiglia;

-Mazzarolo Ettore fu Eugenio e di Spada Giovanna, di anni 14, idem, 3.a commerciale, figlio;

-Mazzarolo Angelo, idem, di anni 9, 4.a elementare, figlio;

-Mazzarolo Elda, idem, di anni 2, figlia.

25- Calesso Stella fu Giuseppe di Pentramini Luigia, di anni 29, nata a Spresiano, casalinga, capofamiglia;

-Meneghetti Ottorino di Luigi e di Calesso Stella, di anni 9, idem, 3.a elementare, figlio;

-Meneghetti Ida, idem, di anni 7, 1.a elementare, figlia;

-Meneghetti Giuseppina, idem, di anni 4, figlia

26- Trevisan Costantina fu Angelo e di Barbon Orsola, di anni 29, idem, casalinga, capofamiglia;

-Meneghetti Albino di Angelo e di Trevisan Costantina, di anni 9, figlio;

-Meneghetti Ines, idem, di anni 4, figlia;

-Meneghetti Angelina,idem, di anni 2, figlia.

27- Zanatta Ida, moglie di Gottardo Luigi, fu Romano e di Fiale Anna, di anni 35, nata a Vienna, sarta, capofamiglia;

-Gottardo Anna di Luigi e di Zanatta Ida, di anni 9, idem, 3. Elementare, figlia;

-Gottardo Augusta, idem, di anni 11, sarta, figlia.

28- Baldassi Antonio fu Luigi e di Teresa Pasadore , nato il 1869 a Codroipo (Udine), data di partenza 28.10.1917, ultima dimora Nicotera marina (CZ), manovale, data di arrivo 30.12.1917, capofamiglia;

- Piccoli Maria fu Giuseppe e fu Francesco, idem, di anni 42, idem, casalinga,moglie;

-Baldassi Giovanni di Antonio e di Piccoli Maria, di anni 12, idem, 3.a elementare, figlio;

-Baldassi  Irma, idem, di anni 7, 1.a elementare, figlia;

-Baldassi Italia, idem, di anni 5, figlia;

-Baldassi Amalia, idem, di anni 3, figlia;

-Baldassi Vittorio fu Giovanni e Ponte Caterina, di anni 14, commesso di negozio, nipote;

29- Ciani Luigi fu Michele e fu Cresfati Teresa, nato nel 1870, idem, bracciante, capofamiglia, trasferito a Massa Carrara, pagato il sussidio fino al 15.4.1918;

- Ciani Michele di Luigi e di Tubero Maria, nato il 1902, bracciante, figlio;

30- Lenarduzzi Giovanna di Felice e fu Giustina Corsini, nata nel 1891, casalinga, capofamiglia, partiti il 15.1.1919;

- Morituzzo Emilio di Pietro e di Lenarduzzi Giovanna, di anni 3, nato a Codroipo, figlio;

- Morituzzo Alice, idem, di anni 1, figlia;

31- Assano Elena fu GBattista e fu Antonia, di anni 64, nata a Rivolto ( UD), casalinga, capofamiglia;

- Morituzzo Elisa di Flaminio e di Assano Elena, nata nel 1894, idem, casalinga, figlia;

32- Rosa Elisa ( anche Bosa nel testo, i due cognomi si trovano entrambi nell’ elenco di Codroipo)) fu Giuseppe e di Galassi Angela, di anni 42, nata a Codroipo, capofamiglia;

- Duria Chiarina di Valentino e di Rosa Elisa, di anni 19, idem, casalinga, figlia;

- Duria Teresa, idem, di anni 18, casalinga, figlia;

- Duria Giovanni, di anni 16, bracciante, figlio;

- Duria Libera, idem, di anni 7, figlia;

- Duria Amadeo, idem, di anni 6, figlio;

- Duria Giuseppe, idem, di anni 1, figlio;

33- Duria Maria fu Giovanni e di Piccoli Teresa, di anni 22, nata a Codroipo, casalinga, capofamiglia;

- Duria Luigi, idem, di anni 20, bracciante, fratello;

34- Cafani Ciro fu Angelo e fu Petronili Maria, nato il 1872 a Modena, data di partenza 8.11.1917, ultima dimora Crotone, meccanico, data di arrivo 11 Marzo 1918, capofamiglia, trasferito a Catanzaro con decorrenza 3.6.1918, pagato il sussidio fino al 15.6.1918;

- Riosa Angiolina fu Domenico e di Valia Giovanna, nata il 1874, nata a Venezia, moglie;

-Cafani Renato di Ciro e di Riosa Angiolina, nato il 1901, fabbro, figlio;

-Cafani Luciano, idem, di anni 14, a scuola, figlio;

-Cafani Lelio, idem, di anni 12, a scuola, figlio;

35- Casagrande GBattista fu Giovanni e fu Artico Maria, di anni 60, nato a Vittorio Veneto (TV), ultima dimora Borgia (CZ), macellaio, data di arrivo 25.3.1918, capofamiglia;

-Gaglioti Giovanna fu Vincenzo e Tonello Caterina, di anni 54, idem, casalinga, moglie;

- Casagrande Santina, idem, di anni 17, casalinga, figlia;

35- Pradella Attilio di Napoleone e di Fabris Maria, di anni 24, pensionato di guerra, capofamiglia, ricoverato al manicomio di Girifalco il 31.7.1918 fino al 15.7.1918;

36- Luvifutti Maria fu Domenico e fu Schiossi Marianna, di anni 50, nata a Prezzinino (UD), casalinga, capofamiglia;

-Comisso  Lorenzo di Antonio e di Luvifutti Maria, di anni 24, idem, meccanico, figlio;

-Comisso Terzilio, idem, di anni 11, a scuola, figlio;

-Comisso Margherita, idem, di anni 9,l figlia;

- Comisso Luigi, di anni 6, figlio;

37- Armelini Luigia di Francesco e fu Lia Margherita, di anni 40, nata a Borgo Valsugana, proveniente da Parma, casalinga, arrivata il 3.7.1918, capofamiglia;

- Sartori Giuseppina di Giuseppe e di Armelini Luigia, di anni 17, idem, figlia;

- Sartori Giuseppe, idem, di anni 16, figlio;

- Sartori Marco, idem,di anni 14, figlio;

- Sartori Ettore, idem, di anni 10, figlio;

- Sartori Armando, idem, di anni 7, figlio;

- Sartori Maria, idem, di anni 5, figlia

 
     
 

[1]  Si tratta della “nave dei veleni” oggetto delle recenti indagini e polemiche giornalistiche. Secondo gli esperti, che ho interpellato, le correnti marine potevano far circumnavigare le coste calabresi al corpo del povero marinaio.