CALABRIAINARMI

 " PER LA PATRIA!"

 

Scalate il Monte S. Michele!!

 

 La presa di cima 4 nel racconto del comandante della Brigata Ferrara

                                                                     di Mario Saccà

Il 29 Giugno 1916, giorno dell’attacco austriaco con i gas la brigata Ferrara aveva perso 25 ufficiali ed un migliaio di uomini di truppa .
La più colpita era stata l’ala sinistra ed il centro della linea che era ad essa affidata. Malgrado la violenza del colpo subito l’ala destra reagì e riprese le posizioni perdute, conquistando anche un buon numero di prigionieri. Il mese di Luglio trascorse senza grandi eventi ma gli italiani si stavano preparando alla battaglia per la presa di Gorizia che ebbe inizio il 6 Agosto e durò fino al 17. Lungo tutto il fortissimo campo trincerato eretto a difesa della città il nostro Esercito si scagliò con il massimo dello sforzo possibile: dal Podgora, al Sabotino al S Michele, lo scoglio orientale e più arduo da aggredire era stato affidato alle Brigate composte in gran parte da calabresi : La Brescia, la Ferrara, la Catanzaro alle quali erano state affidate la conquista delle quattro cime del monte, il più insanguinato della Grande Guerra.
La Ferrara, la Brigata di Catanzaro, era schierata sotto cima 4, le altre due erano schierate alla sua destra fino a sotto Cima Uno.
A Guerra finita, nel Giugno del 1919, il giornale della 21a Divisione, la Verità, pubblicò una lettera indirizzata al Colonnello Pagano, dello Stato Maggiore della Divisione di Catanzaro e appassionato di storia militare.
L'aveva scritta il Maggiore Generale Francesco Rocca, comandante della Ferrara dal 5 Novembre 1915 al 27 Aprile 1917 accogliendo la richiesta, che lo stesso Pagano gli aveva fatto, di raccontare la storia dei combattimenti cui aveva preso parte la Brigata.
Chi meglio di lui avrebbe potuto descrivere l’evento?
La trascrizione integrale del documento restituisce alla storia particolari che riguardano i calabresi e tutti coloro che militarono nel 47° e 48° Fanteria, protagonisti di un momento importate della storia del nostro Paese.
Nella parte conclusiva l’annotazione di tipo “antropologico” sul carattere dei nostri soldati contiene una risposta indiretta agli episodi di ribellione dei quali essi furono coinvolti nel corso della Grande Guerra.

 

Milano 5 Giugno 1919

Egregio colonnello Pagano,

Ella mi chiede una memoria sulle truppe calabresi che ebbi alle mie dipendenze quando comandavo la Brigata Ferrara. L’attuale comando che reggo (questo della Divisione Territoriale di Milano) è talmente ponderoso che mi assorbe completamente, non lasciandomi tempo di attendere alle mie private occupazioni, non posso perciò, come vorrei, scriverle a lungo.
Io assunsi il comando della Brigata Ferrara il 5 Novembre 1915, e allora il 48° Fanteria era per la quasi totalità composto da calabresi, di questi però, sebbene fossimo al quinto mese di guerra, poche centinaia ne rimasero ( 5 o 600) di quelli venuti in guerra con la Bandiera, come essi dicevano, cioè quelli che appartenevano al Reggimento quando fu mobilitato: a tanto erano già salite le perdite sofferte dal 48° Reggimento Fanteria, che nel Giugno era stato impegnato nell’attacco di Lucinico e nel Luglio in quello delle alture di Castelnuovo sopra Sagrado.
Il 5 Novembre, come dicevo, io assunsi il comando della Brigata; la quale in quel medesimo giorno, dopo circa due mesi di riposo, ritornava in linea occupando il settore posto fra la Cima Quattro del S.Michele e S. Martino.
Il 48° Fanteria si trovava precisamente alla sinistra, cioè di fronte alla Cima Quattro.
Fu quello un periodo particolarmente penoso in trincea per il mal tempo, sicchè gli effettivi vennero rapidamente riducendosi. Ristabilitosi il tempo si iniziò con una nuova offensiva “ La terza battaglia dell’ Isonzo”.
Nei giorni 21-22-23 particolarmente si distinse la Brigata Ferrara e conquistò tutta la linea nemica fronteggiante e fece numerosi prigionieri. Il 21- 22 furono giornate vittoriose per il 47°, che conquistò la trincea nemica, da noi chiamata  "Trincea superiore” che appoggiava la sua destra alla Cima Quattro e la sua sinistra al “Valloncello dell’ Albero Isolato”.
Un battaglione del 48°, al comando dell’allora Maggiore Beretta, arrampicandosi per il detto Valloncello e penetrando nella trincea conquistata il giorno prima dal 47° Fanteria, aggirò la sinistra della trincea superiore e, meravigliosamente coadiuvato da un gruppo del 27° Artiglieria da Campagna, determinò la resa del nemico che occupava la trincea, donde furono tratti più di 500 prigionieri.
Sulle medesime località il 48° Fanteria il 29 Giugno 1916 sofferse l’attacco dei gas asfissianti. Egli trovatasi di fronte alla Cima Tre e Quattro del S.Michele. Il perfido attacco del nemico soverchiò tutta la sinistra; ma le truppe fronteggianti la Cima Quattro, rimaste immuni dall’insidia dei gas, tennero salda la posizione, colpirono di fianco il nemico penetrando nelle trincee fronteggianti la Cima Tre, impedirono che ricevesse nuovi rinforzi, e facilitarono così il contrattacco, che poche ore dopo restituiva al 48° Fanteria tutto il terreno perduto e gli dava in mano, quali prigionieri, alcune centinaia di austriaci penetrati nelle sue trincee.
Per questi due fatti, del Novembre 1915 e Giugno 1916, la Bandiera del 48° Reggimento Fanteria fu fregiata della medaglia d'argento al valore.
Nelle medesime località, ancora tra la Cima Quattro e il Valloncello dell'Albero Isolato si copriva nuovamente di gloria il 48° reggimento Fanteria nelle giornate dal 6 all’8 Agosto 1916.
La conquista della Cima Quattro fu materialmente fatta dalla Brigata Brescia ma dal mio osservatorio di Quota 141 ebbi chiara la visione di un soldato del 48° che dopo essere penetrato nella trincea nemica si porto’ sulla Cima Quattro e fece segno di chiamata con la mano alle truppe che fronteggiavano quel tratto della posizione.
La fronte italiana dopo quelle giornate fu portata oltre il Vallone, il 48° Reggimento prese parte ancora alle Battaglie dell’Isonzo dell’Agosto, Settembre, Ottobre e Novembre 1916, trovandosi per fortuita combinazione sempre in prima linea quando avvenivano azioni di grande offensiva.
In tutte quelle azioni esso conquistò sempre la trincea nemica e nelle tre ultime, oltre a sostenere la conquista, si spingeva sempre alcune centinaia di metri in avanti. Nel Novembre il guadagno di terreno era di alcuni chilometri, e il 48° giungeva con quel balzo al margine di Castagnevizza.
Queste le principali imprese di guerra compiute dal 48°, ai miei ordini.
Durante tutto questo periodo, che fu di 18 mesi, ho apprezzato molto il valore dei calabresi, non di facile comando, ma valorosi assai. Bisognava guidarli con la persuasione e la giustizia; le punizioni valevano poco e piuttosto che sottomettersi a quello che reputavano un torto fatto loro, si ribellavano.

Cordiali saluti

Magg. Gen. Francesco Rocca

 

 

 
 

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