CALABRIAINARMI

 " PER LA PATRIA! "

 CAP. BERNARDO BARBERIO
 

LA MEMORIA DI UNA DONNA NELL’ ARCHIVIO DEL CAPITANO BERNARDO BARBERIO 

 Nel ricco archivio documentario e fotografico del Capitano Bernardo Barberio, Medaglia d’Argento del 142° Reggimento Fanteria della Brigata Catanzaro, c’è attenzione verso il mondo femminile che si mostrava ai nostri prigionieri nel campo di Dunaszerdahely in Ungheria.

 Contrariamente ad alcuni scritti che mettevano in evidenza il maltrattamento dei nostri soldati in altri luoghi simili, i diari dell’ ufficiale italiano, originario di San Giovanni in Fiore, notaio, intellettuale impegnato e di tradizione familiare risorgimentale (uno zio aveva partecipato alla spedizione di Carlo Pisacane), descrivono un buon rapporto con gli austro ungarici e vi sono momenti di sincera compartecipazione anche a fatti molto personali.

 Il patrimonio archivistico di Barberio, che prima o poi spero  possa essere pubblicato, contiene informazioni preziose sia sulle battaglie della Brigata Catanzaro fino al 3 Giugno 1916, data della sua cattura  sul Monte Cengio, che sul periodo trascorso in prigionia assieme a tanti altri soldati italiani.

 Dai ritratti femminili ho pensato di estrarre quello dell’ostessa ebrea di Pinka Carcsa, inquadrato in un contesto che è bel lontano da quello di una trattoria o di un posto dove si mescevano vino e altre bevande.

 E’ una bellezza mediterranea la cui visione aveva, penso anche intensamente, l’effetto di far dimenticare ai nostri connazionali  le angosce della vita ristretta, lontana dalla Patria e dai propri affetti.

 La luce che illumina il  viso ed i lunghi capelli della donna, certamente affascinante, si collegano all’altra luce che dona profondità alla fotografia descrivendo l’aspirazione ad un cammino verso la libertà, fuoriuscendo dalla condizione contingente.

 Il ritratto esprime l’apprezzamento estetico e sensuale dell’autore per chi vuole ricordare anche quando il tempo avrà tracciato un solco profondo fra gli anni della guerra e il rientro nella vita di tutti i giorni.

 E’ una sensazione che si trasmette anche a quanti vedono oggi questo ritratto di donna.

 La mia speranza è che da qualche parte del nostro mondo possa venire un segnale che ci riporti alle memorie ed ai luoghi nei quali Barberio visse la sua prigionia.

Mario Saccà

 

 

 
 

INDIETRO