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CALABRIAINARMI
"PER LA PATRIA!"
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HERMANOS DE CALABRIA |
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E' viva
tradizione nel Comune di Santa Eufemia nella provincia
di Cordova (Spagna), di essere discendenti da trentatrè
cavalieri calabresi, che parteciparono a una spedizione
contro i Mori del re Alfonso II di Castiglia detto
l'imperatore (1127 - 1156), e il cui grido di guerra era
"Sant'Eufemia".
Da allora gli
abitanti sono detti "calabresi", e amano e
usano questo appellativo anche per la squadra di calcio
e i loghi delle produzioni locali.
La scoperta
si deve ad Angelo Iurilli e Josè Ramon Santos, che ne
informarono Nisticò Ulderico. Non sono mancati contatti
diretti e indiretti, oggi rinverditi da Adriana
Lopez e suo figlio Andrea, autore di un interessante
documentario.
L'Alcade di
Santa Eufemia ha manifestato il piacere di reciproche
visite.
I tempi della
fondazione di Santa Eufemia coincidono con il grande
evento del Natale 1130, quando Ruggero II fondò il Regno
normanno dell'Italia Meridionale; e non vanno
dimenticati gli stretti rapporti tra l'Italia
meridionale e la Spagna. La tradizione è dunque
verisimile.
La conferenza
stampa di oggi 30 giugno 2017, con l'Associazione
Culturale "Calabria in Armi" del generale Pasquale
Martinello, e con il patrocinio della Provincia, ha lo
scopo di portare a conoscenza le autorità, il pubblico e
la cultura della nostra Calabria, e lanciare il
proposito di stringere rapporti con questo lembo
spagnolo di Calabria; e favorire lo studio approfondito
della problematica storica tuttora aperta: chi erano
questi cavalieri, da dove venivano, e se ne rimane
qualche traccia documentaria. |
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Scrittrice: Adriana Lopez |
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Sindaco di Lamezia Terme: Paolo Mascaro |
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Presidente Ass. Cult. "Calabria in Armi": Gen. Dv.
Pasquale Martinello |
da "Catanzaro Informa" dell' 1
luglio 2017 |
ARTE E CULTURA
Calabria e Andalusia, unite nel nome di Santa Eufemia
Incontro al Musmi
Sabato 01 Luglio 2017 - 16:10
Favorire lo studio approfondito della problematica
storica aperta sul legame tra il Comune di Santa
Eufemia, nella provincia di Cordova, e la Calabria,
visto che la piccola comunità del centro andaluso, fa
vanto di essere discendente da trentatrè cavalieri
calabresi che parteciparono ad una spedizione contro i
Mori del re Alfonso VII di Castiglia (1127-56). La
Provincia di Catanzaro, nonostante le drammatiche
limitazioni economiche e normative poste dalla legge
Delrio, è pronta ad impegnarsi nel percorso progettuale
finalizzato a fare luce su questo rapporto
storico-culturale che unisce in maniera profonda
identità, valori e perfino tradizioni culinarie Calabria
e questo remoto angolo di Spagna. Un legame che, se
adeguatamente documentato, favorirebbe una diffusione
positiva della nostra cultura favorendo un turismo
culturale e religioso che vedrebbe protagonista il
nostro territorio. A garantire sostegno al professore
Ulderico Nisticò, che assieme a Calabria in Armi
guidata dal generale Pasquale Martinello, è stato il
promotore della interessante conferenza sul tema
Hermanos de Calabria, un ponte di tradizioni e cultura
tra Calabria e Spagna, il presidente della provincia di
Catanzaro, Enzo Bruno partecipando allincontro tenuto
ieri pomeriggio nella sala conferenze Giuditta Levato
del Museo Storico Militare sito nel Parco della
Biodiversità Mediterranea. Il presidente Bruno ha
raccolto anche linvito della scrittrice Adriana Lopez,
che ha toccato con mano il legame di Santa Eufemia di
Cordova alla Calabria, contribuendo al documentario
girato sul posto, testimoniando il forte rapporto
identitario che unisce il comune spagnolo e la Calabria,
trasmesso prima della conferenza. A portare il proprio
contributo anche il direttore del Parco e dirigente del
settore competente, nonché del Musmi, Rosetta Alberto e
il sindaco di Lamezia Terme, Paolo Mascaro, al vertice
dellamministrazione comunale che ricomprende proprio
Santa Eufemia, comune autonomo della Piana fino al 1968,
anno della unificazione con Nicastro e Sambiase per la
nascita del nuovo comune, del quale è il terzo quartiere
più popoloso. Nonostante le eccessive limitazioni poste
dalla legge di riforma degli enti locali che ad oggi
mette a rischio anche i servizi in settori fondamentali
come la viabilità e ledilizia scolastica, la Provincia
di Catanzaro non rinuncia a dare il proprio contributo
allinnalzamento della qualità della vita attraverso
progetti e iniziative culturali capaci di favorire
sviluppo economico e sociale ha affermato il
presidente Bruno -. Iniziative come quelle promosse dal
professore Nisticò devono essere prese in considerazione
in maniera adeguata perché se ben sviluppate hanno il
merito, e forniscono lopportunità, di sviluppare un
interesse importante nei confronti della nostra regione,
promuovendo allesterno limmagine positiva della
Calabria. Progetti culturali come questi, finalizzati
alla ricerca e alla valorizzazione delle nostre radici
devono essere sostenuti. E possono essere sostenuto
attraverso lErasmus, che grazie alla mobilità
studentesca favorisce scambi culturali capaci di far
interagire comunità e sistemi economici ha detto
ancora il presidente della Provincia -. Attraverso la
grande capacità progettuale della dottoressa Alberto e
dello staff dellamministrazione ci impegniamo a
costruire un percorso-progetto che ci consenta di
riscoprire questo legame tra Santa Eufemia di Cordova e
la Calabria, da documentare adeguatamente e diffondere
per incrementarne la conoscenza, e attraverso ad essa la
diffusione positiva dellimmagine della nostra regione,
intercettando la richiesta di turismo culturale che può
diventare concreto volano di sviluppo. Il professore
Nisticò ha spiegato come la scoperta di questa scoperta
si deve ad Angelo Iurilli e Josè Ramon Santosa che lo
hanno informato. I tempi della fondazione di Santa
Eufemia coincidono con il grande evento del Natale 1130,
quando Ruggero II fondò il Regno normanno dellItalia
Meridionale; e non vanno dimenticati gli stretti
rapporti tra il Meridione e la Spagna. La tradizione è
dunque verisimile. Gli abitanti di Santa Eufemia si
dicono calabresi, e amano e usano questo appellativo
anche per la squadra di calcio e i loghi delle
produzioni locali ha spiegato il professore Nisticò -.
Non sono mancati contatti diretti e indiretti, oggi
rinverditi dallintelligente e vivace attività di
Adriana Lopez e suo figlio Andrea, autore di un
interessante documentario. Lalcalde di Santa Eufemia ha
manifestato il piacere di reciproche visite. La
conferenza stampa, quindi, ha avuto lo scopo di portare
a conoscenza le autorità, il pubblico e la cultura della
nostra Calabria, e lanciare il proposito di stringere
rapporti con questo lembo spagnolo di Calabria; e
favorire lo studio approfondito della problematica
storica tuttora aperta: chi erano questi cavalieri, da
dove venivano, e se ne rimane qualche traccia
documentaria. Raccolta la disponibilità della Provincia,
anche il sindaco di Lamezia Terme, Paolo Mascaro si è
detto disponibile a contribuire ad approfondire la
tematica. Mi sono lasciato subito contagiare dalla
passione degli studiosi che mi hanno invitato a
partecipare ha detto Mascaro Non posso che in
qualche modo dichiararmi rappresentante di quellabbazia
di SantEufemia da cui è più probabile partissero i
cavalieri. E una sfida culturale importante che va
oltre il tempo e le distanze, da vincere per il bene del
nostro territorio. |
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dalla "Gazzetta del Sud" del 2 luglio
2017 |
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LA LEGGENDA DI SANTA EUFEMIA
All'epoca dell'imperatore Diocleziano, molti cristiani
furono perseguitati, incarcerati o uccisi; tra loro
c'era anche una giovane ragazza di nome Eufemia,
nata nel 290 nella città di Calcedonia,
in Bitinia
(Asia Minore). Essendo figlia di nobili (i genitori
erano Filofrone e Teodosia), secondo la tradizione,
ricevette una buona educazione, sempre secondo le regole
di vita cristiane a cui la famiglia faceva riferimento.
A soli quindici anni, fu arrestata assieme ad altri
quarantanove cristiani che avevano rifiutato di immolare
una vittima ad una divinità pagana. Come gli altri fu
torturata, ma restò sempre fedele ai suoi ideali
spirituali rifiutando di compiere l'olocausto. Il 16
settembre del 303
fu gettata nell'arena di Calcedonia tra i leoni. Secondo
la tradizione, essi la uccisero ma, mangiatone la sola
mano destra, rifiutarono di divorare il resto del corpo,
intuendo la sua santità. Gli altri fedeli riuscirono
così a recuperare il corpo e a proteggerlo sino all'Editto
di Costantino,
con il quale veniva riconosciuta la religione cristiana.
Il suo culto si diffuse notevolmente e sulla sua tomba
fu edificata una chiesa dove, nel 451 si
tenne il concilio
di Calcedonia.
Alla santa fu dunque dedicata la chiesa e scritta la sua passione. Legata al concilio stesso,
venne decisa la festa dell'11 luglio in onore di Santa
Eufemia protettrice dell'ortodossia, festa inclusa nel
Martirologio Geronimiano e nei calendari orientali.
La data dell'11 luglio è legata al miracolo, raccontato
nel Sinassario Costantinopolitano, relativo alle due
professioni di fede: quella ortodossa e quella
eutichiana. Entrambe erano state poste sul petto della
santa, ma alla riapertura dell'urna debitamente
sigillata, si trovò il testo ortodosso stretto nelle
mani della santa e quello ereticale sotto i suoi piedi.
In realtà del culto della santa ne parla nella sua XI
Omelia (databile tra il 380 e il 410) il vescovo Asterio
di Amasea, i cristiani di quella città le avevano eretto
un monumento sepolcrale e ne celebravano ogni anno la
festa durante la quale nelle omelie venivano raccontati
i particolari del martirio.
Lo stesso Asterio racconta inoltre il martirio della
santa descrivendo le immagini viste in una chiesa a lei
dedicata rappresentanti il processo, la tortura (alla
santa vennero strappati i denti), la prigionia
affrontata in preghiera e il martirio sul rogo, ma
questo contrasta con l'iconografia dove sant'Eufemia è
quasi sempre raffigurata con la ruota della tortura e
con i leoni.
Sant'Eufemia è particolarmente venerata a Rovigno, città
di cui è patrona: la leggenda popolare narra che in
contrada Santa Cruz, approdò miracolosamente il 13
luglio dell'800, galleggiando sul mare, e proveniente da
Costantinopoli, la pesante arca marmorea di Santa
Eufemia da Calcedonia, in una notte da tregenda con onde
gigantesche che gettarono l'arca sugli scogli di quella
che allora era l'Isola di Rovigno.
I rovignesi, accorsi in
gran numero, si avvidero che l'arca, nel suo prodigioso
arrivo, aveva scavato una sorta d'insenatura e, convinti
dal fatto miracoloso, vollero portare l'arca entro le
mura di Rovigno ma non riuscirono nè in tale impresa nè
a scoperchiare il sarcofago. La notte successiva ad una
pia rovignese apparve in sogno una splendida giovinetta,
che le rivelò di essere Sant'Eufemia, la martire di
Calcedonia, dandole precise "istruzioni" per spostare la
pesante arca in pietra, ovvero le "ingiunse di aggiogare
all'arca stessa le due ancor vergini vaccherelle che le
aveva dato il Signore, e di lasciar poi che esse la
conducessero colà dove a Lui stesso fosse meglio
piaciuto. Alla
vista di tutti quell'enorme peso fu sollevato
facilissimamente dalle due vaccherelle e condotto fino
alla sommità del monte, dove poi si arrestò presso
l'antica Chiesuola intitolata a S. Giorgio Martire".
Il riconoscimento delle spoglie della martire
calcidoniese venne poi confermato, almeno così si narra,
da una pergamena ritrovata a fianco della santa una
volta scoperchiato il sarcofago. A testimonianza del
miracoloso evento venne fatta erigere una colonna
quadrangolare.
L'arrivo del sarcofago a Rovigno fu considerato dagli
abitanti un vero e proprio miracolo, e così iniziarono a
onorarla come loro protettrice e le reliquie furono
venerate e conservate presso la chiesa principale.
Sino dagli inizi del 1800 il popolo faceva uso
devozionale della sua acqua ritenendola miracolosa.
Sant'Apollinare, vescovo di Ravenna, raccolse
probabilmente alcune reliquie della santa e le portò con
sé nella sua opera evangelizzatrice in Romagna. I resti
di Sant'Eufemia e di Sant'Agata furono rinvenuti nel
1686 sotto la lastra dell'altare della chiesa dedicata
alla santa, come testimonia una scritta ritrovata insieme ai resti.
Unaltra parte delle reliquie si trovano a Istanbul,
nella cattedrale di S. Giorgio.
La chiesa cattolica ricorda la santa di Calcedonia il giorno 16
settembre, mentre la chiesa ortodossa l11 luglio.
Sant'Eufemia martire ha un culto diffuso in tutta
Italia, in particolare è la santa patrona di alcuni
comuni:
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