CALABRIAINARMI

"PER LA PATRIA!"

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I MAGNIFICI SETTE

 
 

 

Durante la prima guerra mondiale moltissime famiglie subirono, dolorosamente, la perdita di diversi famigliari impegnati nei combattimenti mentre altre famiglie con numerosi componenti al fronte per loro fortuna non piansero la morte di  alcun parente. 

A quest’ultima schiera appartengono i sette fratelli della famiglia Penna nati nel comune di Radicena, attualmente conurbato nel comune di Taurianova, in provincia di Reggio Calabria.

I fratelli Penna facevano parte di una numerosa famiglia composta anche da sette sorelle con a capo Rocco e Maria Rosa Rigoli. 

E’ grazie all’aiuto di Rocco Carpentieri un giovane ricercatore di storia loro compaesano che mi è stato possibile conoscere la data di nascita di ognuno ed anche il loro stato di servizio, completando una ricerca che avevo già fatto per il mio amico Natino, figlio di Alfonso Pasquale Penna. 

In effetti tra i fratelli Penna spicca per meriti di guerra Alfonso Pasquale,  nato il 21 ottobre del 1887, che dopo aver prestato il servizio militare di leva fino ai primi mesi del 1910 venne richiamato e mandato come caporale del 20° reggimento in Tripolitania e Cirenaica dove  partecipò fino alla fine del conflitto Italo Turco.

Dopo due anni, nel maggio del 1915, venne nuovamente richiamato e con il grado di sergente prese parte nello stesso reggimento alle sanguinose ed inutili battaglie intorno al San Michele dove il 19 luglio del 1916 venne ferito gravemente ad un braccio al punto da venire esonerato dal prestare servizio. 

E’ da sottolineare che sopravvisse o comunque poté dolorosamente constatare i micidiali effetti dell’attacco con il gas asfissianti degli ungheresi del 29 giugno 1916 in cui il I° battaglione del 19° reggimento ed il II° battaglione del 20° reggimento attestati nelle trincee di cima 1 e 2 del San Michele  subirono perdite elevatissime, infatti fra tutti i reparti presenti nelle trincee  morirono quasi 10.000 soldati. 

Non è possibile stabilire esattamente in quale preciso combattimento venne ferito ma nei resoconti militari è indicato che a partire dal 15 luglio il 19° ed il 20° reggimento della brigata Brescia furono impegnati nella ennesima battaglia per liberare Gorizia con il compito di occupare le cime 3 e 4 del San Michele. 

Meno glorioso è il servizio di Saverio incorporato nel 129° reggimento della brigata Perugia,  infatti nel suo stato di servizio è riportato che il 21 marzo del 1917 venne dichiarato disertore e condannato a 3 anni di prigione da scontare alla fine della guerra, in effetti il suo reparto a febbraio di quell’anno era tra Monte Zebio e Monte Colombara  dove venne sostituito dalla brigata  Catania  ed inviato nella zona tra Solagna, Rossano veneto  e Cittadella  al comando del XX corpo d’armata  ma il 17 maggio venne trasferito per ferrovia a San Giovanni di Manzano e  Dolegnano sotto il comando di Gorizia; dopo la condanna venne riammesso nei ranghi ed il 9 novembre assegnato al 46° reggimento ma quando questo reggimento fu coinvolto nella disfatta di Caporetto venne fatto prigioniero nella ritirata in prossimità al monte Grappa, riuscì a sopravvivere alle dure condizioni di prigionia e nel 1919 poté tornare a casa, e bene aggiungere che la condanna subita non venne mai scontata perché fu cancellata da un’amnistia, provvedimento che lui dopo due anni di prigionia in fondo  meritava. 

L’altro fratello Antonio Ferdinando venne incorporato nel 68° reggimento della brigata Palermo che dal 13 novembre 1917 nei giorni di Caporetto nei pressi di Tolmino  si dispose a difesa del Fratta e del Semmer  a disposizione della 68a divisione e dal 25 ottobre sul costone Fratta Isonzo e sulla stretta di Ajba dove oppose una tenace difesa ma per ordini superiori  ripiegò e venne mandato a difesa del monte Koranda da dove arretrò fino a Tagliamento,  il 30 si trovava a Codroipo di rincalzo insieme al 67° che era a posto a difesa tra Goricizza Rivolto e Passeriano, nel pomeriggio del 30 il nemico riuscì a impadronirsi di Goricizza e di Codroipo  ed il I ed il IV battaglione del 68° non riuscirono a scacciarlo  per cui nella sera ripiegarono protetti dal IV battaglione del 68° passando il Tagliamento a ponte di Madrisio tutti i battaglioni il 1° novembre raggiunsero Cevraia per finire di riordinarsi ad Arsego tuttavia il nostro Antonio Ferdinando nei primi giorni di gennaio venne mandato in licenza illimitata. 

Del germano Giuseppe, nato l’11 febbraio del 1886, non è possibile aggiungere molto in quanto il suo stato di servizio è andato distrutto. 

Cristoforo, nato il 21 settembre del 1882, venne assegnato dal 12 luglio 1916 al 4° reggimento artiglieria di fortezza, lo stesso dove prestò servizio mio padre, con il grado di caporale ma dal 5 luglio del 1917 venne rimandato in Calabria e più precisamente presso il distretto militare di Catanzaro. 

Domenico partì, appena 19enne, come volontario nella Regia Marina dove venne assegnato al corpo dei regi equipaggi come allievo cannoniere, durante la guerra venne assegnato all’incrociatore corazzato Pisa che dapprima aveva come base Taranto, successivamente Venezia ed infine il basso Adriatico in quest’ultimo periodo e più precisamente il 2 ottobre del 1918 l’incrociatore con altre navi attaccò il porto di Durazzo, pur avendo terminato il periodo di ingaggio durante la guerra venne trattenuto in servizio e posto in congedo soltanto il 15 luglio del 1919 quando venne trasferito all’artiglieria  pesante terreste. 

Francesco Domenico Antonio dopo il servizio militare nei cavalleggeri di Foggia con il grado di caporale  venne richiamato nel 1908 ed assegnato al 23 reggimento artiglieria per poi essere passato nella milizia territoriale del distretto di Reggio Calabria richiamato allo scoppio della guerra  venne inquadrato nella cavalleria ma il 12 aprile 1916 passò al 21° reggimento di artiglieria da campagna con cui concluse la guerra. 

In definitiva, senza tanta vanagloria, le loro storie somigliano a quelle di quasi tutti i loro coetanei che riuscirono a sopportare nei momenti che dovevano essere tra i più belli della vita degli eventi drammatici.

I SETTE FRATELLI PENNA

 

LA REGIA NAVE PISA

Ing. Roberto AVATI

 

 
 

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