Il 20 Settembre di 139 anni
fa i bersaglieri entrarono in Roma attraverso la pluricelebrata
“ Breccia di Porta Pia”.
Fu l’evento che concluse il
lungo processo delle lotte per realizzare l’unità
d'Italia. La capitale venne spostata, definitivamente, da
Firenze a Roma.
L’evento merita di essere
ricordato e celebrato da parte di tutte le istituzioni italiane
e sarebbe opportuno identificare il 20 Settembre come una festa
da fissare nel calendario, molto più di altre che non hanno lo
stesso valore storico e simbolico, in quanto rappresenta uno dei
punti di riferimento unitari e fondanti dell’ identità
Nazionale.
In ogni città si volle
ricordare quel fatto storico, che aveva avuto echi in ogni
angolo d’ Europa e del mondo, con segni tangibili.
A Catanzaro, per la memoria
futura, venne dedicata una delle strade principali della città:
quella Via XX Settembre che ancora oggi esiste ed attraversa il
centro storico da San Giovanni a Santa Caterina con un percorso
quasi parallelo al Corso Mazzini, dedicato al grande ideologo
del Risorgimento che ebbe tanti appassionati seguaci anche nei
nostri territori.
Il modo in cui si sviluppò
la politica che seguì alla costruzione dello Stato unitario non
è interamente condivisibile, specie per quel che riguarda
l’atteggiamento verso il Sud del Paese, che la scelta delle
classi dirigenti, molta parte delle quali si distinse per
trasformismo.
Passando dal regime
borbonico alla nuova Italia furono discriminati e lasciati senza
tutela tanti generosi protagonisti del nostro Risorgimento e non
furono garantite politiche sociali ed economiche in grado di
salvaguardare le classi più deboli ed il fragile tessuto
produttivo del mezzogiorno. Quegli indirizzi condizionano ancora
oggi il divario fra le varie parti del Paese. Alcune forze
politiche, con atteggiamenti e proclami che non fanno parte
della Storia del Paese e con il suo stragrande sentimento
unitario, tendono a consolidare ed accentuare, con supremo
egoismo, gli antichi divari.
La celebrazione del 20
Settembre deve, pertanto, essere fortemente sentita dalle nostre
distratte istituzioni per sottolineare come la conquista di Roma
deve essere riproposta come “riconquista” del valore dell’idea
d’Italia, elemento centrale della nostra cittadinanza.
L’associazione “Calabria
in Armi” indirizza questo documento non solo ai calabresi ma a
tutti coloro che si sentono italiani fino in fondo, eredi delle
battaglie politiche ed ideali dei nostri predecessori, pur
vivendo nel mondo globalizzato.
Ci auguriamo che le diverse
rappresentanze elettive si comportino di conseguenza.
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