Nasce a Sellia (CZ)
il 20 maggio 1920 e per adempiere al servizio di leva parte da Bari il 4
febbraio 1940, destinazione Durazzo in Albania, ove viene assegnato al
26° Reggimento Artiglieria di Corpo dArmata.
Con lo scoppio della guerra italo-greca
(ottobre 1940), supera il confine albanese attestandosi col suo reparto
a Nea Kamarina nella zona dellEpiro. I rapporti con la popolazione
locale sono buoni e non ci sono problemi di alimentazione e
vettovagliamento; nessun rapporto invece con lesercito tedesco. La
criticità maggiore è la malaria che provoca parecchie vittime.
Essendo
corridore, partecipa alla gara datletica dei 5.000 metri
posizionandosi al 2° posto e ricevendo per premio una licenza di 10
giorni per lItalia, raggiunta dopo un viaggio interminabile di un mese
col treno, passando dalla Romania.
Allindomani dell8 settembre 1943 viene informato da una famiglia greca
(capofamiglia Ioannis Zarga), con cui aveva consolidato rapporti di
amicizia e fornito chinino contro la malaria, dellarmistizio e del
fatto che i tedeschi rastrellavano soldati italiani sbandati da
deportare in Germania. Ha notizie anche di stragi e decimazioni da parte
germanica ai danni di militari italiani che non volevano consegnare le
armi (parla di una strage avvenuta a Tepilene - Albania - con centinaia
di ufficiali italiani fucilati, mentre per i soldati si attuava la
decimazione e quindi un soldato giustiziato ogni dieci appartenenti ad
un reparto). Conosce ed assiste anche un soldato calabrese di Paola
(Cosenza), gravemente ferito, salvatosi da una fucilazione di massa,
fingendosi morto.
Assieme
ad altri tre commilitoni rimane nascosto per un anno e quattro mesi con
questa famiglia, formata anche dai figli Nino e Nina, questultima
delletà di 16 anni e della quale, essendo corrisposto si innamora,
dedicandosi a lavori agricoli e pastorizia.
Assiste
a bombardamenti anglo-americani che provocano varie vittime ed a scontri
tra diverse fazioni della resistenza greca. Al riguardo, con sotterfugi,
manomette il cannone italiano da 149/35, che era rimasto inutilizzato
sul posto dopo l8 settembre e che alcuni greci volevano fargli
utilizzare contro altre fazioni politiche elleniche.
E
costretto a seppellire segretamente con altri suoi compagni, un
sottotenente del suo reparto morto di malaria sotto un ulivo nel cortile
di un ovile, per evitare rappresaglie da parte dei tedeschi verso la
famiglia greca che lo aveva nascosto. Di tutto ciò informa le autorità
militari al suo rientro in Italia.
A
seguito specifico bando di rimpatrio, parte per lItalia un pò a
malincuore nel dicembre 1944 e, nel momento dellimbarco, gli amici
greci in lacrime salutano lui e gli altri italiani lanciando pugni di
sabbia verso la nave consapevoli del fatto che non li vedranno mai più.
A guerra finita completa il servizio militare presso la Scuola
istruttori varie Armi nei pressi di Roma.
Vive
attualmente a Sellia. |