CALABRIAINARMI

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Soldato CAROTENUTO CARLO

 

CAROTENUTO Carlo, di Domenico e di Tammaro Carolina, nato a Scafati (SA) il 03.11.1922, di religione cattolica, residente a Scafati (SA); prima dell’arruolamento, operaio.

15.01.1942: Chiamato alle Armi, tale nel deposito del 31° Rgt. Fanteria, 10° Compagnia, - Napoli; aveva vent’anni.

06.07.1942: Trasferito al 2° Btg. Nebbiogeno, 33° Compagnia,  - Roma.

18.07.1942: Tale presso il Reggimento Chimico di Roma. 

Durante i combattimenti per la difesa di Roma (8/10 settembre 1943) il Reggimento Chimico operò, insieme ad altre truppe dei depositi, per la difesa delle caserme contro i paracadutisti tedeschi della II Divisione. Il suo Reggimento era equipaggiato con sole armi leggere, quindi con una potenza di fuoco assai minore rispetto ai tedeschi. Dopo essere stato disarmato, il Regio Esercito in Italia, fu per la maggior parte deportato con vagoni piombati in Germania, Polonia e Bielorussia, in speciali campi denominati IMI (Internati Militari Italiani), dove ai nostri connazionali furono negate la denominazione di prigionieri di guerra e i relativi diritti, a questi garantiti dalla Convenzione di Ginevra. Al momento della proclamazione dell'Armistizio, l'Italia e la Germania non si potevano giuridicamente considerare in guerra, atteso che la dichiarazione di Guerra alla Germania fu formalizzata dal governo Badoglio con molta calma solo il 13.10.1943: per questo motivo, i soldati italiani, dai tedeschi definiti giuridicamente "franchi tiratori", furono quindi sottoposti a un regime legale non convenzionale. Dopo la creazione della RSI, i tedeschi, non intendendo riconoscere al Regno d'Italia alcuna legittimità nel dichiarare guerra al proprio Paese, decisero di confinare gli internati militari italiani, che non prestarono giuramento alla Repubblica Sociale, per rimanere fedeli a quello fatto al Re, in campi di concentramento e installazioni "punitive".  

Dal foglio matricolare di mio Nonno risulta che dopo l’8 settembre (data indicativa e di riferimento per molti fogli matricolari), venne catturato dai tedeschi e condotto in Polonia. Da ricerche da me effettuate, anche visionando le scritte riportate a tergo sulle foto in mio possesso, posso affermare che venne destinato a Gothenhafen, denominazione tedesca della base navale di Gdynia, presso Danzica.

Mio Nonno riferì poi che un bel giorno, non ricordava la data, al risveglio, trovò il campo vuoto: i tedeschi avevano ripiegato e lasciato gli Italiani al loro destino. Iniziò un lungo peregrinare che lo portò dalla Polonia alla Germania: “…due mesi di cammino a piedi” ripeteva sempre; in Germania venne nuovamente catturato dai tedeschi, per poi essere liberato dagli Anglo/Americani: fece definitivamente ritorno in Italia il 23.08.1945. Mio Nonno tornò dalla Seconda Guerra Mondiale “rotto”, ma tornò, a differenza di tanti altri coetanei: era completamente sordo all’orecchio destro e aveva le funzionalità di quello a sinistra ridotte più del 50%. Raccontava che c’era stata un’esplosione (non ricordava la natura) vicino a lui, facendolo sbalzare di un paio di metri: ripresosi dallo shock, si accorse che stava relativamente bene, che non aveva nulla di rotto, anche se perdeva sangue dalle orecchie. Il freddo di quei territori, sommato alla scarsa igiene e cura della persona, gli aveva fatto perdere tutti i denti, ed aveva appena ventitré anni.

La commissione medico legale per le pensioni di guerra di Napoli gli diagnosticava negli anni ‘50 una “sindrome psiconevrotica abbastanza pronunciata con colon spasmo”. 

23.08.1945: Rientrato in Italia ed inviato in licenza straordinaria di giorni 60;

22.10.1945: Inviato in licenza straordinaria senza assegni in attesa di reimpiego;

28.11.1945: Ricoverato all’Ospedale Militare di Napoli;

Da qui andò in convalescenza per molto tempo fino alla data del suo congedo 15.07.1946.

02.03.1964: La Regione Militare Meridionale – X Comando Militare Territoriale gli conferisce la Medaglia al Valor Militare.  

Al termine di tutto ha avuto una vita “normale”: ha ripreso a fare l’operaio nel pastificio ove lavorava prima di arruolarsi, ha conosciuto mia nonna CERVONE Annunziata, di Polla (SA); ha avuto due figli, mia madre Carla e suo fratello Domenico e quattro nipoti.

Giuseppe CHIRICO

 

 

Carlo Carotenuto (a sinistra) insieme ad alcuni commilitoni - La foto porta la data del 18.08.1943

 

Carlo Carotenuto (al centro) con due commilitoni - La foto risulterebbe scattata a Roma,  sicuramente prima del 9 settembre 1943

 

Ricordi della prigionia (una foto, sul retro, riporta la scritta Danzica - Polonia)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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