CALABRIAINARMI

 " PER LA PATRIA! "

GENNARO SABELLI VALENZI

 

 

   
 

 1915 - PER LA MORTE DI UN SOLDATO DI SAMBIASE (CZ), VITTIMA DELLA GRANDE GUERRA

   
   
 

Le notizie che si hanno leggendo l'Albo d'Oro dei caduti calabresi nella Prima Guerra Mondiale affermano che SABELLI VALENZI GENNARO, di Francesco fu un soldato del 48° Fanteria (Brigata Ferrara), nato a Gizzeria (CZ) il 31 Dicembre 1890.

Ferito durante i combattimenti sul Monte San Michele, ricevette la prima assistenza dai medici delle strutture militari da campo. Ma le sue condizioni erano tali da richiedere le cure di un ospedale bene attrezzato. Fu deciso di trasferirlo nel luogo più vicino ai suoi familiari: l'Ospedale Militare di Catanzaro, città sede, tra l'altro, del Comando della 22^  Divisione della quale faceva parte il 48° Fanteria.

Forse si sperava che il rientro nella terra che gli aveva dato i natali sarebbe stato un elemento ulteriore per aiutare la guarigione dai danni riportati in battaglia.  Ma così non fu!

La ferita alla testa era troppo grave e il giovane Gennaro morì lasciando desolati non solo i compaesani ed  i congiunti ma anche la città di Catanzaro che gli tributò un commosso e partecipato omaggio.

La notizia della sua fine prematura, avvenuta a soli 25 anni, fu riportata dal quindicinale La Giovine Calabria.

UN UMILE  EROE fu il titolo scelto dalla redazione.

Il giornale affermava che Gennaro Sabelli era di Sambiase, dato che non coincide con quello di Albo d'Oro. Inoltre sul monumento ai caduti della città non si legge il suo nome, che non appare neppure in quello di Gizzeria (a meno che non sia stato trascritto male il nome Isabello Gennaro che è sulla lapide di Gizzeria).

E' uno dei tanti dispersi, anche nella memoria collettiva e post-bellica? L'augurio è che questo scritto attragga l'attenzione di qualcuno che possa farci conoscere la verità.

Tuttavia  resta il fatto che nella morte, come scrisse il redattore di quel tempo, "a quest'umile eroe furono rese commoventi onoranze funebri.

Il rito si svolse a Catanzaro, e il corteo attraversò le strade del centro. Precedevano il feretro otto belle corone portate dai soldati e inviate dalle rappresentanze dei vari corpi del presidio, dalla Marina, da un gruppo di signore, dal Comitato di assistenza civile.

Seguiva una sezione degli Asili e Ricreatorio dei figli dei richiamati: una loro splendida corona portava nei nastri la scritta: i figli dei richiamati al soldato Sabelli caduto per la gloria d'Italia.

Poscia veniva il ceto dei parroci, intervenuto con vero senso patriottico e per invito del Comitato di assistenza, una squadra di carabinieri Reali al comando del Maresciallo sig. Amalone. Indi il carro funebre di seconda classe, concesso gratuitamente dal comune. La bara era coperta da una grande bandiera: prestavano servizio di scorta e d'onore un plotone di soldati.

Seguivano il feretro il Sindaco Sen. De Seta, il Colonnello Direttore dell'Ospedale Militare, l'assessore Fratea, tutti gli ufficiali medici dell'Ospedale e moltissimi ufficiali del Presidio. Il consiglio direttivo di assistenza civile ed i componenti le varie commissioni. Chiudeva il corteo un plotone di soldati e molti militari intervenuti volontariamente a rendere l'ultimo saluto al Caduto.

Giunto al termine del percorso il Sindaco Sen. De Seta e il Colonnello dissero belle ed elevate parole in memoria di quell'umile eroe."

Qui termina la cronaca che fa riaffiorare la memoria di un evento dai significati molteplici: uno fra tutti ed è la vita spesa da Gennaro Sabelli per completare l'unità d'Italia combattendo l'ultima guerra del Risorgimento.

A 90 anni dalla fine del conflitto è ancora un valore condiviso?

                                                                                                                                                       Mario Saccà

 

 
     
 

 

 
 

 

     

 

 

 
     

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