CALABRIAINARMI

" PER LA PATRIA! "

 

   
     

"AMERIGO AVATI"

   
 

 

 
 

DIARIO DI AMERIGO AVATI SOTTOTENENTE DEL 131° REGGIMENTO DI FANTERIA

SUL FRONTE DELL'ISONZO DAL 27 MAGGIO 1915 AL 21 LUGLIO 1915

 
 
 

 

 

     
 

Amerigo Avati

 
     
 

Amerigo Avati era l'ultimo dei figli di Giantommaso e di Giuseppina Prenestino essendo nato a Polistena l'11 gennaio del 1888. Il padre per comune simpatia verso gli studi scientifici gli permise di iscriversi nella facoltà d'ingegneria a Catania e successivamente in matematica nell'università a Roma dove stava per laurearsi al punto che dopo la sua morte gli venne concessa la laurea “honoris causa”.

Fu Amerigo che convinse suo padre a sostenere negli studi anche il nipote Giantommaso, figlio del fratello Giuseppe e mio padre che finì per laurearsi in ingegneria industriale nel 1926.

Alla visita per il servizio militare di leva gli venne assegnato il numero di matricola 27142 nel volume 164; in questa occasione risultò avere un'altezza di 1,75 metri ed una circonferenza del torace di 0,84 metri.

Venne ammesso alla scuola sottufficiali e successivamente assegnato al 9° reggimento fanteria, per poi essere promosso al grado di caporale nel 39° ed infine raggiungere il grado di sergente nel 17°.

All'inizio della guerra si trovava nei ranghi del 131° reggimento fanteria che insieme al 132° reggimento componeva la Brigata “Lazio” e con questo reggimento prese parte alle prime battaglie sul fronte dell'Isonzo.

 
     
     

     
 

Cartolina della Brigata "Lazio"

 
     
 

Nella notte del 10 novembre con il suo plotone avanzò verso la prima linea per scacciare il nemico da una importante posizione che aveva appena conquistato ed in questa circostanza venne colpito al ginocchio sinistro. 

Alla ferita segui la setticemia è la morte presso l'ospedale militare di Lodi il 14 dicembre 1915, attualmente riposa nella cappella di famiglia a Polistena.

Con decreto di Vittorio Emanuele III del 14 giugno 1923 gli venne conferita la medaglia di bronzo al valore militare con la seguente motivazione:

Dopo un giorno di combattimento avuto ordine di portarsi a rioccupare un posto importante della linea caduto nelle mani di un nucleo nemico eseguiva l'ordine con audacia e fermezza rimanendo gravemente ferito dopo aver rioccupato il posto contrastato”.

Dal diario storico della brigata Lazio risulta che la partenza del reparto da Roma per il fronte avvenne il 27 maggio e che all'arrivo a Vigonovo la brigata venne inquadrata nella 29a divisione.

Il 7 giugno la brigata fu inviata a San Giovanni di Manzano, il 16 a Villanova dell'Indrio mentre il 6 luglio il 131° venne destinato al settore del monte Podgora a disposizione del comando della 12a divisione ma il 12 ritornò alle vecchie posizioni.

Il 18 luglio la brigata passò alle dipendenze della 12a divisione e venne destinata al fronte Lucinico - Stesa - Villanova di M. Fortin dove partecipò con azioni dimostrative agli attacchi che le brigate Casale e Pavia eseguirono contro il Podgora ed ai quali concorse con due battaglioni di rincalzo.

Il 31 venne inviata a riposo a Povia nei ruoli della 29a divisione.

Dal 3 al 24 agosto i suoi battaglioni furono sulla linea Moschetta -Villanova di Monte Fortin e dopo un periodo di isolamento per un'epidemia di gastroenterite, (secondo altre fonti di vero e proprio colera al punto che si dovettero vaccinare tutti gli uomini)  la brigata venne trasferita nella zona Camino - Manzano - Manzinello - San Lorenzo.

Il 21 ottobre si portò tra Mariano e Corona ed il giorno 23 si raccolse a Sdraussina in riserva.

Negli attacchi che il 132° effettuò alle cime 1 e 2 del San Michele, a partire dal 23 ottobre, il reparto  ebbe perdite elevatissime mentre  dal 10 novembre fu il 131° a subire  le perdite più rilevanti per un totale di 15 ufficiali e 214 militari di truppa morti, 15 ufficiali e 785 soldati feriti e 4 ufficiali e 268 soldati dispersi.

In effetti i primi morti del 131° si ebbero tra il 18 ed il 30 luglio quando morirono 23 soldati nei combattimenti tra Lucinico, le Pendici del monte Fortin ed il ciglione dell'Isonzo.

Alla fine del conflitto il 131° ebbe un totale di 29 ufficiali morti, 79 feriti e 14 dispersi mentre la truppa ebbe 699 morti, 2968 feriti e 1435 dispersi.

Tra gli ufficiali deceduti, oltre ad Amerigo Avati, spiccano i nomi dei calabresi Orazio Ferro di Tropea, caduto il 14 dicembre e di Mario Spagnolo di Bovalino caduto il 7 dicembre.

E' importante aggiungere che la tensione per gli inutili e sanguinosi attacchi fu tale che il 17 novembre il maggiore Fumelli Monti da Montecastrilli comandante del reparto si suicidò ed il 1 ottobre il tenente Giovan Battista Di Giovanni mori all'ospedale psichiatrico di Udine. 

Il comando della brigata venne retto dal 24 maggio al 21 giugno 1915 dal maggiore generale Achille Borghi, dal 27 giugno al 28 maggio del 1916 dal maggiore generale Raffaele Schenardi, mentre dal 27 giugno al 28 maggio del 1916 il comandante del 131° fu affidato al colonnello Carmelo Squillace. 

Amerigo apparteneva all'ultima compagnia delle quattro con cui il reggimento era formato.

Il capitano Rodolfo Graziani, a partire dal marzo 1916, fu il comandante del I° battaglione e prese il posto del tenente colonnello Umberto Ricca.

Amerigo dalla partenza per la guerra e nel primo periodo di permanenza al fronte scrisse in un libretto le sue osservazioni sulle giornate che trascorreva.

 
 

Questo è il loro contenuto.

 

1a  PAGINA

27 maggio 1915 ore 2,5 sveglia alle 6 partenza per i confini, sull'imbrunire siamo arrivati a Livorno, a Pisa alle ore 20 

28 maggio proseguito il viaggio per Parma, Mantova e Padova

29 maggio all'alba a Saccile da dove siamo andati ad attendarci dopo aver traversato Vigonovo in aperta campagna

30 maggio attendati allo stesso posto

31 maggio come il 30 la sera accantonati a Tra?

1 giugno comandato di ronda all'accantonamento

2 giugno la mattina tattica presso il torrente Ortegna poi si ra..

la sera allarme e partenza a mezzanotte di tutto il reggimento

3 giugno marciato tutta la notte, alle 4 giunti a Pordenone proseguiamo oltre

 

2a PAGINA

giunti ed attendati a C... alle 10, alle 18 abbiamo la dolce sorpresa di ricevere la prima posta la mia prima lettera è quella di Tina spedita il 27

4 giugno sveglia alle 3,5 e partenza di tutta la divisione da C..

Fa un caldo soffocante e arriviamo a Coiropo alle 10,5 dove attendiamo giornata terribile di lavoro e di pasticci, in direzione di Udine abbiamo sentito per la prima volta tuonare il cannone

5 giugno riposo a Coiropo diversi aeroplani hanno girato sull'attendamento forse erano amici  il cannone ha tuonato in continuazione sull'Isonzo

 

3a PAGINA

alle 14 cessano le cannonate  e dopo 2 ore sappiamo della presa di Gorizia

6 giugno sveglia e riposo fino alle 9 apprendo che a mezzanotte è passato un aeroplano ed il 132° ha suonato l'allarme. Partenza per San Giovanni in vista di Cormons attendiamo la mattina passando la notte all'aria aperta

7 giugno riposo a San Giovanni, caldo asfissiante nulla di nuovo

8 giugno sempre a San Giovanni Ho fatto uno splendido bagno nel fiume Natisone Alla sera un bombardamento terribile della nostra artiglieria  ci …  …

 

4a PAGINA

distinguiamo perfettamente i lampi dei cannoni forse domani avremo la notizia della vera presa di Gorizia 

9 giugno E' cessato il bombardamento ed i feriti che passano sul treno ci informano di essere i nostri alle porte di Gorizia .. non è confermata la notizia della presa di Gorizia

10 giugno N.N. 

11 giugno tattica di divisione

12 giugno sveglia alle 2,5 di notte e tattica divisionale. Purtroppo mi a.. di essere guidato male, al ritorno le batterie austriache

 

5a PAGINA 

ci salutano con 3 snaperl è il mio primo battesimo del fuoco ma essi scoppiano molto lontano da noi, caldo da morire ricevo 1.064 lire  

il sedici ( forse alle 16 n.d.r. )partiti per Villanova

(dal ) 13 (al) 22 giugno noia sempre fermi a Villanova

23 giugno divisione di riserva del fronte di Gorizia attendiamo nei pressi di Cormons l'ordine di avanzare, un duello di artiglieria attira la nostra curiosità ad ogni colpo da 305 austriaco che picchia sopra la nostra teste  rispondono 10 colpi dei nostri I tiri nemici non riescono a colpire una nostra batteria  messa a 500 600 metri

 

6a PAGINA

sulla nostra destra 

apprendiamo particolari odiosi del modo di fare dei nemici tutto è a soqquadro ed un marito piangendo ci racconta di come fu violata la moglie da quelle canaglie.

24 giugno eseguite delle trincee per esercitazione nei presi di Cormons molti aerei nemici con andaria? traversano le nostre linee verso le 7 un colpo di cannone scoppia a 100 metri da noi con un gran fracasso

25 giugno la 1a notte passata in trincea il giorno calma perfetta ci dobbiamo spostare perché l'artiglieria si piazza  a 20 metri

 

7a PAGINA

da noi e dovrà iniziare il fuoco alle 5

25 giugno cambiato ieri sera l'attendamento, siamo alle porte di Cormons, aeroplani nemici ci fanno la solita visita

27 giugno un mese dalla partenza da Roma giornata noiosissima e senza posta mia

28 giugno all'una di notte mi fanno andare con i carri a prendere l'acqua per il reggimento

29 giugno piove a dirotto per tutto il giorno

30 giugno sono andato in ricognizione con il capitano e 4 esploratori

 

8a PAGINA

per riconoscere le truppe nostre tra il fronte Russich inferiore e superiore.

Ho visitato la villa dei conti di Russich (in effetti la villa era dei conti Russiz ed esiste ancora per come si può ammirare nella fotografia che segue ed è sita nel comune di Capriva del Friuli n.d.r.)  bellissima ma tutta saccheggiata non so da chi

 
 

 

 
 

 
 

Capriva del Friuli - Villa Russiz come appare oggi

 
 

 

 
 

abbiamo mangiato delle splendide pere e ciliegie, al ritorno dopo aver assistito ad un nostro bombardamento infernale incontrammo due ragazze che andavano a mietere il grano e nel visitare le loro carte ho letto dei pensieri scritti  da una di esse Maria Walli.

Maria come ti ho pensato allora mentre tu ingiustamente mi accusi di tradirti!

1 luglio esami per entrare nel plotone allievi ufficiali

 

9a PAGINA

sono andato a Cormons e un aeroplano austriaco vigliaccamente ha lanciato una bomba uccidendo 4 poveri civili e un carabiniere. Meschina vendetta al nostro bombardamento di ieri che ha dovuto essere efficacissimo.

Qualche giorno in campo aperto vedranno i nostri nemici ora rannicchiati nelle loro trincee di cemento come si vendicano le vite innocenti sacrificate vigliaccamente per bassa vendetta 

2 luglio N.N.

 

10a PAGINA

4 luglio N.N.

5 luglio ieri sera fummo avvisati che i nostri aeroplani e dirigibili avrebbero attaccato le posizioni nemiche e difatti alle 11,5 li abbiamo visti passare e tutti i nostri auguri li hanno accompagnati, alle 11 di notte sveglia e partenza

6 luglio marciato con tutta la divisione fino a giorno già fatto 2 aeroplani nemici fortunatamente non ci scorgono, durante il cammino incontro il 20° e Totò Macrì, sta bene.( il sottotenente Antonio Macrì anch'esso originario di Polistena mori l'8  novembre del 1915 e fu decorato n.d.r. )  Alle falde di una collina

 

11a PAGINA

boscosa ci fermiamo e riposiamo alla meglio  alle 7, 5 incomincia un bombardamento infernale con pezzi grossi e noi che ci troviamo circondati dalla nostra artiglieria godiamo lo spettacolo proprio da vicino. Il bombardamento dura tutta la notte

7 luglio alle 7,5 ricevo la posta  e dopo un ora 5 proiettili nemici da 305 ci scoppiano a 100 metri di distanza E' il vero battesimo del fuoco che ricevo scaviamo alla meglio delle buche dove ci nascondiamo morire senza aver sparato un colpo di fucile è davvero doloroso,

 

12a PAGINA

le solite 5 o  6 granate da 240 ( non 305) ci salutano al mattino senza minimo effetto

La sera alle 8,5 partiamo per dare il cambio nelle trincee al 27° e facciamo davvero una marcia emozionante nell'oscurità assoluta e accompagnati da parecchi snaperl  che per puro caso cadevano ai lati della strada, all'una dopo mezzanotte eravamo a posto

9 luglio Sveglia a colpi di cannone diretti alle batterie poste dietro a noi. Constatato con soddisfazione come diverse granate nemiche non scoppiano sto rintanato come un lupo e non sognavo davvero che

 

13a PAGINA

la guerra moderna fosse un gioco di astuzie ed agguati sono a sud di Stura ? sull'Isonzo ed ho davanti a me il 3° ed 4° plotone in 1a linea

10 luglio abbiamo lavorato tutta la notte a fare una nuova trincea blindata in avanti ed alle 5 quando principiava il giorno non avevamo ancora finito, mentre leggo la posta di Maria e di Totò due granate scoppiano a pochi metri di distanza, ormai ci si è fatta tale abitudine che non ci si bada più

Ieri sera per un falso allarme dato da un tenente

 

14a PAGINA

i plotoni di prima linea tirarono molti colpi diverse palle di fucile passano di tanto in tanto  tirati da soldati nascosti sopra gli alberi nelle colline di fronte.

11 luglio lavorato fino alle 2 di notte e sistemiamo meglio la trincea. Il tempo è pessimo e come si possa dormire in mezzo all'acqua io non lo so, certo che si dorme lo stesso e bene !

12 luglio la solita vita di ieri cannonate in continuazione e colpi di fucile 9 granate nostre scoppiate dentro le trincee costringevano i difensori ad una corsa matta

 

15a PAGINA

con armi e bagaglio, dalla parte nostra si ride, ironia della vita.

13 luglio partiti ad alta notte e ritornati a Cormons il 27° ci ha nuovamente sostituito, il nostro reggimento ha soltanto due feriti il tenete Battaglia ed un soldato. Apprendiamo come sotto il Podgora il 129° ed il 130° in un assalto per mancanza di conoscenza del terreno ebbero gravi perdite 2.414 tra morti e feriti. Al fuoco ci comporteremo benissimo

14 luglio Solita vita a Cormons

 

16a PAGINA

niente di notevole. Gli aeroplani nemici battono in ritirata perché una nostra batteria li bersaglia appena compariscono all'orizzonte si vedono moltissimi nostri aeroplani vigili girare da per tutto

15 luglio ammalato con dolori e debolezza generale la truppa parte alle due di notte per esercitazione, io resto alle tende sopra della quale passa un 305 che diretto sulla ferrovia non scoppia. Il resto della giornata passa tranquillamente Ricevo un telegramma da

 

17a pagina

Maria in risposta al mio, la sera mi ritorna la febbre

16 luglio apprendo dell'incidente occorso a Roberto e telegrafo, (suo fratello Roberto era ufficiale della marina militare e dal 4 giugno 1915 al 30 ottobre era comandante della nave Anteo addetta al recupero di navi e sommergibili tuttavia dal suo stato di servizio non si desume quale sia questo “incidente”n.d.r.), la notte ha diluviato in modo terribile

17 luglio la sera partiamo per le trincee solite

18 luglio in trincea mandiamo pattuglie per molestare il nemico e costringerlo al fuoco ma inutilmente.

Alle 5 assistiamo allo spettacolo indimenticabile della presa del monte San Michele della fanteria nostra è meraviglioso anche perché sembra dal modo nostro lo vediamo di assistere, è una azione cinematografica ad occhio nudo vediamo il tutto.  E' un fremito generale di entusiasmo. Un diluvio d'acqua ci fa nascondere tutti sotto le trincee ma piove lo stesso anche sotto e passiamo la notte in acqua

19 luglio  La divisione che .. vedemmo ieri fece 2.400 prigionieri  mentre scrivo un aeroplano austriaco passa su di noi, ricevo l'ordine di tornare a Cormons  arrivato a pli? contrordine e ritorno alle

 

18a PAGINA

trincee

20 luglio bombardamento minacciosissimo restano feriti preminentemente un capitano  d'artiglieria  ed un  caporal maggiore, muore un sergente,  attacco al San Michele ed al Podgora

21 luglio i nostri sono costretti da un contrattacco ad abbandonare il San Michele 

 

Il diario dopo questa data non prosegue.

 

Personalmente ritengo che l'asprezza degli avvenimenti successivi sia stata tale da togliergli qualsiasi voglia di raccontare i sacrifici che quotidianamente viveva lui ed il suo reparto o gli orrori degli assurdi attacchi e le morti di amici e di soldati.

Peraltro a pagina 4 si esprime già chiaramente sulle capacità di chi guidava il reggimento.

In effetti rimase sul fronte fino alla notte del 10 novembre 1915 quando venne ferito.

 
 

 

 
 

 
 

Telegramma al fratello Antonio con il quale comunicava il suo ferimento

 
     
  In suo onore è giusto riportare la lettera che Rodolfo Graziani, il futuro conquistatore dell'Etiopia e ministro della Repubblica Sociale Italiana, scrisse alla nostra famiglia il 5 gennaio del 1916 ed anche la sua successiva risposta ad una nostra lettera.  
 

                                                             5.1.1916 Ospedale San Giovanni Mantova

“Gentilissima famiglia Avati

per quanto a loro sconosciuto mi sia permesso di esprimere il mio profondo rammarico e grandissimo dolore per la perdita del loro Amerigo che più che collega ero abituato a considerarlo fratello ed amico carissimo.

Lo ebbi alle mie dipendenze dall’Aprile del 15 e nessuno meglio di me poté conoscere le nobilissime ed elevate doti dell’animo cui è mio supremo dovere rendere oggi omaggio e venerazione.

In sette mesi di asprissima comunità della vita di campagna pochi dettero come lui prova di profondo attaccamento al dovere e di abnegazione e coraggio nell’affrontare disagi e pericoli di ogni sorta.

Mai lo dimenticherò nella sua serena calma quale fu la sera del 10 novembre allorché dopo asprissima avanzata sotto violento fuoco nemico la compagnia fu inviata a rinforzare la prima linea di cima 2 del San Michele decimata dal nemico.

Con tranquillità ammirevole e coraggio non comune egli per primo con il suo plotone che l’adorava sotto violentissimo temporale nella notte oscurissima occupò la posizione a 50 metri dal nemico e su di essa fu colpito.

Ne più lo vidi povero e carissimo compagno!

Una profonda speranza che si fosse salvato aveva fino ad ieri alimentato la mia anima perché mi fu detto che la ferita non era di eccessiva gravità.

La notizia della sua fine letta bruscamente su di un giornale mi ha desolato! E mi permetto di esprimere loro tutto il mio profondo dolore!

Fu un eroe buono semplice e modesto!”

Rodolfo Graziani capitano 131° 

 
 

Lettera originale del Capitano Rodolfo Graziani

 
 

 
 

 
 

 
 

 
     
 

Affile 26.1.1916

gent.sig. Avati

ho ricevuto qui con grande piacere la sua carissima, sono in licenza di convalescenza, gradirò infinitamente una fotografia del compianto Amerigo che conserverò come una delle mie memorie più care e gloriose.

Sia di conforto al loro grande dolore il pensiero del suo sereno eroismo.

Non dimenticherò mai una figura, cosi nobile, cosi forte, cosi sereno e modesto insieme

Mi creda sig. Avati nell'affratellamento del comune dolore suo servo.

Rodolfo Graziani

capitano 131°  in licenza ad Affile  Roma

 
 

Lettera originale del Capitano Rodolfo Graziani

 
 

 
 

 
 

 
     
 

Tali apprezzamenti erano sinceri, infatti il fratello Roberto, capitano di fregata della Regia Marina, in una lettera del 1936 raccontava a sua nipote Maria, mia zia, il seguente episodio

 
 

 
     
 

Anche Giulio Avati del ramo della nostra famiglia che si fregia del titolo di marchese, a quel tempo eravamo ancora parenti, in una lunga lettera ebbe parole d'affetto  “..anima schietta e simpatica che non dimenticherò...”

 
     
 

Rilevante è anche la lettera che il tenente Stefano A...ti  (la firma è illeggibile) da Ortanova  scrisse probabilmente al fratello Antonio “ ….per dirle quanto dolore la notizia ha provocato  a me e a tutti coloro che hanno conosciuto Amerigo...  constatai di quanta considerazione fosse circondato  non solo dagli ufficiali tutti ma anche dai soldati i quali ben sapevano distinguere lui dagli altri sergenti ...rimase sempre identico buono, gentile, signore, colto, intelligentissimo … le assicuro che coi pochi ormai rimasti della vecchia quarta compagnia serveremo di lui perenne ricordo  ed affetto immutato.  Di compagni ne sono caduti molti e di tutti la memoria non ci abbandonerà ma di Amerigo, almeno per me, è e resterà assai più cara ed affettuosa. Non potrò mai dimenticare il suo sorriso... Chiudo pregandola, se può, di un favore mi invii una sua fotografia con la massima stima mi abbia suo devoto  avv. Stefano A..ti “.

 
 

Lettera originale Avv. Stefano ...

 
 

 
 

 
 

 
 

 
     
 

Tra le pagine del diario esiste anche uno schizzo del San Michele in cui si riconosce una chiesa con un campanile 

 
 

 
 

Nel diario sono anche elencati i soldati di 4 plotoni, (accanto al nome è riportata la matricola del fucile affidato a ciascuno),  e più precisamente

 

Plotone

Lanfossi Mario

Biancale Erminio

Olivelli...

Natalizzi Erasmo

Trivellato Giovanni

Tosini Augusto

Rinaldi Pasquale

Benacquisti Domenico

Marcantonio Tommaso

Ricci Giuseppe ( è sepolto nel cimitero di San Cataldo a Modena ed è morto nel 1918)

Forlini Costanzo

Polsinelli Michele

Picirilli Giuseppe

Cocchi Clemente

Giannello Antonio

Venditti liberato

 

Plotone

Vitali Antonio

Giusta?? Vincenzo

M? scedera Vincenzo

Santi Giuseppe

Caringi Francesco

Tescani Beniamino

Scaccia Domenico

Acciento Augusto

?inchi Candido

Soccorsi Giacomo (era originario di Visco in provincia di Macerata e risulta disperso il 7.12.1915)

Caprio Francesco

Inglesi Giuseppe

Falaschi Attilio

Boratti Lorenzo

 

Plotone

Gonnelli Galileo

Furiesi Vittorio

Bonelli Girolamo  (seppellito a San Cataldo a Modena  è morto il 24.12.1915  ed era di Villanova di Mondovì)

Baldi Ivan

Colamatteo Tarquinio

Aquilani Marino

Moschini Giovanbattista

Lombardelli Cesare

Bellizzi Gennaro

Bevilacqua isidoro

Marcantonio Domenico

Santini Santino

Lugli Luigi

Domini Roberto

Frangiuri Angelo

 

Plotone

Bersani Egidio

Galloppi Tommaso

Vona Costantino

Serafini Floriano  (Francesco)

Caschera Augusto

Guida Ferdinando

Rossi Sante

Nardelli Enrico

Dell'uomo Arcangelo

Boldrichini Luigi

Del Vecchio Attilio

Vellucci Agostino

Fanciullacci Ettore

Vallesi Tersilio

Cinazzi ( Ginazzi) Girolamo

Olivelli Sante

Di Luzio Egidio

 
 

 

 
 

Il presentimento di quella che sarebbe stata la sua fine traspare nel contenuto di una cartolina spedita il 30 luglio 1915 alla cognata Matilde Prenestino, mia nonna, che in quel momento si trovava a Reggio Calabria, in risposta alle sue preoccupazioni per l'imminente chiamata alle armi del proprio figlio Giantommaso, mio padre ” ..mi accorgo che non avete la lontana idea di quello che sia la guerra moderna, lo capirai se ritornerò..  “

 
     
 

 
 

Cartolina spedita da Amerigo  Avati

 
     
 

Ma forse la migliore testimonianza del suo animo è data da una lettera del suo attendente dall'Ospedale di Piombino indirizzata ad Antonio Avati considerato, impropriamente, come suo padre, in realtà era suo fratello, scritta “ ...per sapere almeno sue notizie e per dimostragli che non mi sono dimenticato del mio buon tenente

 
     
 

 
 

Lettera originale spedita da Piombino

 
     
 

Lascio ai lettori ogni ulteriore apprezzamento relativo alla scomparsa di un simile uomo e la valutazione delle conseguenze sociali per la Calabria e l'Italia intera derivanti dalla perdita di migliaia di uomini come lui.

                                                                                                                               Roberto Avati

 
     
     

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