Ricordiamo
oggi tre nostri compatrioti caduti nelladempimento del
dovere nel corso della seconda guerra mondiale.
FERRARO UMBERTO
Nasce il 6 gennaio del 1915. Viene chiamato alle armi
una prima volta il 17 aprile del 1936 ed è impiegato
presso il 10° Reggimento Artiglieria di Corpo dArmata.
E posto in congedo il 7 ottobre del 1936. E richiamato
il 25 novembre del 1940 ed ancora una volta è impiegato
in un reggimento di artiglieria di Corpo dArmata,
questa volta il 10°. Il 18 febbraio del 1941 si imbarca
a Napoli sul piroscafo Conte Rosso per raggiungere
Tripoli, dove sbarca 6 giorni dopo. E impegnato nelle
operazioni di Tobruk.
Tobruk è una città portuale situata nella parte
orientale della Libia, è la Capitale della Cirenaica. A
Tobruk lorganizzazione difensiva della piazza consiste
in un fronte a mare, un fronte a terra e una difesa
contraerei. E il caposaldo più importante. E contesa
tra le Forze dellAsse e quelle Alleate, per la maggior
parte australiane. Le operazioni in Africa il 13
settembre con lattacco italiano a Sidi El-Barrani. Il 7
dicembre il nemico passa al contrattacco, riguadagnando
terreno. La fortificazione è occupata dagli alleati il
21 gennaio 1941. Nei mesi successivi seguono una serie
di offensive e controffensive da ambo le parti. Il
nostro Umberto cade un mese dopo, il 26
febbraio 1941, colpito alla testa da una scheggia di
bomba aerea.
Muore lo stesso giorno in cui la
moglie mette al mondo il loro figliolo Simone.
FERRARO AMORINO
Nasce il 5 marzo del 1922. Viene chiamato alle armi il
23 gennaio ed è impiegato presso il 78° Reggimento di
Fanteria. Nel dopoguerra il Reggimento prenderà il nome
di Lupi di Toscana. Il nostro Amorino deve essere
particolarmente capace tantè che lo mandano a
frequentare il corso guastatori. Egli lo supera
brillantemente e rimane effettivo al Battaglione Scuola
in Civitavecchia. Si imbarca a Palermo con il 1°
Battaglione Guastatori il 1° dicembre del 1942 a bardo
del Piroscafo Aventino, deve raggiungere Biserta in
Tunisia. Con lAventino ci sono anche il Puccini,
lAspromonte e il Kt1, in tutto 1766 militari e
settecento tonnellate di materiale e munizioni. Il
convoglio è intercettato dalla marina britannica
composta da tre incrociatori e due caccia, dotati di
radar. Le navi italiane sono raggiunte e poste sotto il
tiro della flotta inglese alle ore 00.37 del 2 dicembre.
Una dopo laltra, nonostante limpari lotta intrapresa
dai nostri caccia torpedinieri Da Recco, Camicia
Nera e Folgore e dalle torpediniere Procione e Clio,
i piroscafi italiani, colpiti affondano insieme alle
navi di scorta.
FERRARO LUCIANO
Nasce il 20 agosto del 1912. E il più anziano dei tre.
Viene chiamato alle armi l8 marzo dl 1933 ed è
impiegato presso il 4° Reggimento Bersaglieri. E un
Reggimento di gandi tradizioni, partecipa alla terza
guerra dindipendenza e alla presa di Roma. Fornisce
personale per le campagne di Eritrea, per il Corpo
Internazionale in Cina e per la Libia. E richiamato una
prima volta il 30 marzo 1939 e il 6 aprile si imbarca a
Taranto per lAlbania sempre con il 1° Reggimento
Bersaglieri. Immagino voi tutti sappiate che il 1°
Reggimento Bersaglieri è il Reggimento di Cosenza.
Torniamo a noi. Sbarca a Valona, partecipa alla campagna
dAlbania e rientra in Italia, a Bari il 2 luglio del
1939. E richiamato una seconda volta il 27 dicembre del
1941. Per i primi mesi del 1942 è effettivo alla 3a
Compagnia Bersaglieri del 3° Battaglione, ma il 12
dicembre 1942 parte per la Russia con il 3° Reggimento
Bersaglieri. Partecipa al fatto darmi di Konowoloff del
19 dicembre 1942. Il 19 novembre, un mese prima,
lUnione Sovietica era passata alla controffensiva nel
settore di Stalingrado, attuando lOperazione Uranio. La
lotta è veramente impari. La superiorità del nemico è
schiacciante: 5.76 a 1 per i battaglioni di fanteria,
15.5 a 1 per i carri armati, 6.13 a 1 per le artiglierie
e 200 a zero per i lanciarazzi.
Catturato prigioniero dalle Forze Armate Russe è
internato nel campo n. 58 Tiomnikov. Tiomnikov è una
piccola cittadina della Regione Mordovia, ha meno di
novemila abitanti. Sotto il nome di campo 58 cerano in
realtà più campi di prigionia. Gli italiani erano nel
58/8 in località Astrachazen-Liev. Ne morirono
addirittura 4329, una strage causata da tifo e malattie
intestinali. Lì, il nostro Luciano trova la morte il 6
febbraio del 1943.
Concludo richiamando a tutti noi lesempio che i nostri
Eroi ci hanno tramandato. Il loro sacrificio ha indicato
la via del dovere. Dovere che si applica sempre anche
ogni giorno e anche nellambito della comunità in cui
viviamo oppure nellambiente di lavoro in cui operiamo.
Ci lasciano anche un ammaestramento che è quello di
perseguire il bene supremo della pace e della civile
convivenza tra gli uomini. Il loro sacrificio non sarà
stato vano se perseguiremo in ogni nostra azione il
rispetto della dignità delluomo.
Gen. Div. Pasquale Martinello |