CALABRIAINARMI

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COMMEMORAZIONE CADUTI DI VINCOLISE

 

Sabato 12 Agosto 2017 l'Associazione Culturale "Calabria in Armi" ha partecipato alla commemorazione di tre giovani nativi del Comune di Vincolise (CZ), organizzata dall'amministrazione cittadina. La breve e toccante cerimonia si è svolta con l'intervento degli organizzatori che hanno provveduto allo  scoprimento di una lapide, collocata nella piccola piazza del paese e  riportante i nomi dei caduti. Ha fatto seguito l'allocuzione del Gen. Pasquale Martinello che ha ricordato i trascorsi dei giovani militari, la cerimonia religiosa con la benedizione della lapide e una breve preghiera in memoria dei tre caduti. Dopo l'intervento del Sindaco è stata deposta una corona di alloro mentre vrisuonavano le note del silenzio da un musicista del paese. Alla fine Nando castagna ha letto una lettera scritta alla famiglia da un soldato ignoto di nome Filippo.

 

Ricordiamo oggi tre nostri compatrioti caduti nell’adempimento del dovere nel corso della seconda guerra mondiale.

FERRARO UMBERTO

Nasce il 6 gennaio del 1915. Viene chiamato alle armi una prima volta il 17 aprile del 1936 ed è impiegato presso il 10° Reggimento Artiglieria di Corpo d’Armata. E’ posto in congedo il 7 ottobre del 1936. E’ richiamato il 25 novembre del 1940 ed ancora una volta è impiegato in un reggimento di artiglieria di Corpo d’Armata, questa volta il 10°. Il 18 febbraio del 1941 si imbarca a Napoli sul piroscafo “Conte Rosso” per raggiungere Tripoli, dove sbarca 6 giorni dopo. E’ impegnato nelle operazioni di Tobruk.

Tobruk è una città portuale situata nella parte orientale della Libia, è la Capitale della Cirenaica. A Tobruk l’organizzazione difensiva della piazza consiste in un fronte a mare, un fronte a terra e una difesa contraerei. E’ il caposaldo più importante. E’ contesa tra le Forze dell’Asse e quelle Alleate, per la maggior parte australiane. Le operazioni in Africa il 13 settembre con l’attacco italiano a Sidi El-Barrani. Il 7 dicembre il nemico passa al contrattacco, riguadagnando terreno. La fortificazione è occupata dagli alleati il 21 gennaio 1941. Nei mesi successivi seguono una serie di offensive e controffensive da ambo le parti. Il nostro Umberto cade un mese dopo, il 26 febbraio 1941, colpito alla testa da una scheggia di bomba aerea.

Muore lo stesso giorno in cui la moglie mette al mondo il loro figliolo Simone.

FERRARO AMORINO

Nasce il 5 marzo del 1922. Viene chiamato alle armi il 23 gennaio ed è impiegato presso il 78° Reggimento di Fanteria. Nel dopoguerra il Reggimento prenderà il nome di “Lupi di Toscana”. Il nostro Amorino deve essere particolarmente capace tant’è che lo mandano a frequentare il corso guastatori. Egli lo supera brillantemente e rimane effettivo al Battaglione Scuola in Civitavecchia. Si imbarca a Palermo con il 1° Battaglione Guastatori il 1° dicembre del 1942 a bardo del Piroscafo “Aventino”, deve raggiungere Biserta in Tunisia. Con l’Aventino ci sono anche il Puccini, l’Aspromonte e il Kt1, in tutto 1766 militari e settecento tonnellate di materiale e munizioni. Il convoglio è intercettato dalla marina britannica composta da tre incrociatori e due caccia, dotati di radar. Le navi italiane sono raggiunte e poste sotto il tiro della flotta inglese alle ore 00.37 del 2 dicembre. Una dopo l’altra, nonostante l’impari lotta intrapresa dai nostri caccia torpedinieri “Da Recco”, “Camicia Nera” e “Folgore” e dalle torpediniere “Procione” e “Clio”, i piroscafi italiani, colpiti affondano insieme alle navi di scorta.

FERRARO LUCIANO

Nasce il 20 agosto del 1912. E’ il più anziano dei tre. Viene chiamato alle armi l’8 marzo dl 1933 ed è impiegato presso il 4° Reggimento Bersaglieri. E’ un Reggimento di gandi tradizioni, partecipa alla terza guerra d’indipendenza e alla presa di Roma. Fornisce personale per le campagne di Eritrea, per il Corpo Internazionale in Cina e per la Libia. E’ richiamato una prima volta il 30 marzo 1939 e il 6 aprile si imbarca a Taranto per l’Albania sempre con il 1° Reggimento Bersaglieri. Immagino voi tutti sappiate che il 1° Reggimento Bersaglieri è il Reggimento di Cosenza.

Torniamo a noi. Sbarca a Valona, partecipa alla campagna d’Albania e rientra in Italia, a Bari il 2 luglio del 1939. E’ richiamato una seconda volta il 27 dicembre del 1941. Per i primi mesi del 1942 è effettivo alla 3a Compagnia Bersaglieri del 3° Battaglione, ma il 12 dicembre 1942 parte per la Russia con il 3° Reggimento Bersaglieri. Partecipa al fatto d’armi di Konowoloff del 19 dicembre 1942. Il 19 novembre, un mese prima, l’Unione Sovietica era passata alla controffensiva nel settore di Stalingrado, attuando l’Operazione Uranio. La lotta è veramente impari. La superiorità del nemico è schiacciante: 5.76 a 1 per i battaglioni di fanteria, 15.5 a 1 per i carri armati, 6.13 a 1 per le artiglierie e 200 a zero per i lanciarazzi.

Catturato prigioniero dalle Forze Armate Russe è internato nel campo n. 58 Tiomnikov. Tiomnikov è una piccola cittadina della Regione Mordovia, ha meno di novemila abitanti. Sotto il nome di campo 58 c’erano in realtà più campi di prigionia. Gli italiani erano nel 58/8 in località Astrachazen-Liev. Ne morirono addirittura 4329, una strage causata da tifo e malattie intestinali. Lì, il nostro Luciano trova la morte il 6 febbraio del 1943.

Concludo richiamando a tutti noi l’esempio che i nostri Eroi ci hanno tramandato. Il loro sacrificio ha indicato la via del dovere. Dovere che si applica sempre anche ogni giorno e anche nell’ambito della comunità in cui viviamo oppure nell’ambiente di lavoro in cui operiamo. Ci lasciano anche un ammaestramento che è quello di perseguire il bene supremo della pace e della civile convivenza tra gli uomini. Il loro sacrificio non sarà stato vano se perseguiremo in ogni nostra azione il rispetto della dignità dell’uomo.

Gen. Div. Pasquale Martinello

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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