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11 NOVEMBRE 1961

ECCIDIO DI KINDU

 
 

 11 NOVEMBRE 2018: 57 ANNI FA IL TERRIBILE ECCIDIO DI 13 MILITARI ITALIANI

 
 

 

 
 

 
 

 

 
 

L'11 novembre 1961 a Kindu, nell'ex Congo belga, tredici aviatori italiani della 46^ Aerobrigata di stanza a Pisa, facenti parte del contingente dell'Operazione delle Nazioni Unite in Congo, furono trucidati senza pietà.

Il Congo, che in quegli anni aveva ottenuta l'indipendenza dal Belgio, era piombato nel caos politico ed amministrativo che, a seguito dell'uccisione di Patrice Lumumba, l'ex Primo Ministro nazionalista che aveva tentato di liberare il paese dalle ingerenze esterne, portò alla guerra civile tra le varie fazioni.

I due equipaggi italiani operavano da un anno e mezzo nel Congo. La mattina di sabato 11 novembre 1961 i due aerei decollarono dalla capitale Leopoldville per portare rifornimento alla piccola guarnigione malese dell'ONU che controllava l'aeroporto nei pressi di Kindu, ai margini della foresta equatoriale. Comandati dal maggiore Amedeo Parmeggiani e da Giorgio Gonelli, i militari, dopo aver terminato le operazioni di scarico del materiale, si diressero presso una mensa dell’ONU poco distante dall’aeroporto, lasciando le proprie armi a bordo.

E da precisare che da diversi giorni, tra i soldati congolesi di Kindu si era sparsa la voce di un lancio di paracadutisti e mercenari katanghesi inviati da Ciombe. Così quando le truppe di Gizenga videro gli aerei italiani sorvolare la città, li scambiarono per un corpo di paracadutisti nemici.

Gli aviatori italiani vennero così catturati,  uccisi a raffiche di mitra davanti alla prigione e successivamente fatti a pezzi a colpi di machete dalla folla inferocita. Gran parte dei resti, secondo alcune testimonianze mai confermate, furono venduti al mercato.

Il brigadiere della locale polizia fece seppellire i corpi degli italiani nel cimitero di Tokolete, invece di gettarli, in pasto ai coccodrilli, nel fiume Lualaba.

 

La Commissione d’inchiesta ONU riconobbe il colonnello Pakassa tra i responsabili dell’eccidio. Arrestato pochi mesi dopo, non subì alcun processo e fu scarcerato nel 1963.

Riparato a Parigi e nuovamente arrestato, la Francia ne negò l’estradizione sia all’Italia sia al Congo. La stessa Commissione individuò anche gli esecutori materiali dell’orrendo delitto, ma nessuno poté essere arrestato né processato e tutti continuarono ad imperversare nei massacri che insanguinarono la regione.

 

Le salme dei caduti furono ritrovate da Don Emireno Masetto, cappellano militare della 46^ aerobrigata, nel febbraio 1962, rimpatriate in Italia l'11 marzo e tumulate nel Sacrario costruito nell'aeroporto militare di Pisa.

Solo nel 1994 fu riconosciuta loro la Medaglia d’Oro al Valor Militare.

Questi i nomi dei caduti: 

Onorio De Luca, 25 anni, di Treppo Grande (UD) – sottotenente pilota; 

Filippo Di Giovanni, 42 anni, di Palermo - maresciallo motorista; 

Armando Fausto Fabi, 30 anni, di Giuliano di Roma (FR) - sergente maggiore elettromeccanico di bordo; 

Giulio Garbati, 22 anni, di Roma - sottotenente pilota; 

Giorgio Gonelli, 31 anni, di Ferrara - capitano pilota e vicecomandante; 

Antonio Mamone, 28 anni, di Isola Capo Rizzuto (CZ) - sergente marconista; 

Martano Marcacci, 27 anni, di Collesalvetti (LI) - sergente elettromeccanico di bordo; 

Nazzareno Quadrumani, 42 anni, di Montefalco (PG) – motorista; 

Francesco Paga, 31 anni, di Pietralcina (BN) - sergente marconista; 

Amedeo Parmeggiani, 43 anni, di Bologna - maggiore pilota e comandante dei due equipaggi; 

Silvestro Possenti, 40 anni, di Fabriano (AN) - sergente maggiore montatore; 

Francesco Paolo Remotti, 29 anni, di Roma - tenente medico; 

Nicola Stigliani, 30 anni, di Potenza - sergente maggiore montatore.

 

Sulla porta del sacrario di Pisa è riportata la seguente epigrafe:

''Fraternità ha nome questo Tempio che gli italiani hanno edificato alla memoria dei tredici aviatori caduti in una missione di pace, nell'eccidio di Kindu, Congo 1961. Qui per sempre tornati dinnanzi al chiaro cielo d'Italia, con eterna voce, al mondo intero ammoniscono. Fraternità''.

 
 

 

 
 

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