CALABRIAINARMI

 " PER LA PATRIA!"

 

LA DIVISIONE "ACQUI": 24 settembre 1943 - 24 settembre 2013

Commemorazione delle 156 vittime calabresi 

 

 
 

 
 

dal quotidiano "Catanzaro Informa" del 22 settembre 2013

 
 

L'eccidio di Cefalonia 70 anni dopo, il ricordo di Calabria in armi

Appuntamento martedì 24 settembre al Musmi

Domenica 22 Settembre 2013 -

L’eccidio di Cefalonia sarà ricordato a Catanzaro  dall’Associazione Nazionale Divisione Acqui e dall'Associazione “Calabria in Armi” nella sede del Museo Storico Militare.

Con inizio da martedì 24 settembre alle 17,00 , data nella quale 70 anni orsono  maturò la strage dei soldati italiani ad opera delle truppe tedesche, sarà esposta la mostra  curata dall'Associazione  Divisione Acqui che racconta con immagini e didascalie gli avvenimenti che nell'isola jonica si svolsero dopo l'armistizio dell'8 Settembre.  La commemorazione dei militari italiani avverrà subito dopo l'apertura della mostra con una tavola rotonda che sarà introdotta da Mario Saccà, presidente di Calabria in Armi, seguiranno un documento filmato su Cefalonia,  le relazioni dell'Avv. Amedeo Arpaia, Presidente della Sezione Campania dell'Associazione Acqui e nipote del capitano che si battè eroicamente e venne decorato con la Medaglia di Bronzo alla memoria, del Dott. Francesco Passafaro che analizzerà i modi con i quali si tentò di rispondere allo scontro con i tedeschi, da Nicola Coppoletta autore della ricerca sui circa 200 calabresi che caddero a Cefalonia in battaglia o fucilati. Questo particolare aspetto sarà approfondito anche con l' illustrazione di memorie e documenti sui nostri conterranei, partecipi di uno dei più' tragici eventi della seconda guerra mondiale.

Seguiranno gli interventi dei parenti delle vittime, fra i quali alcuni catanzaresi, ed è possibile che sia presente anche qualcuno dei due reduci calabresi ancora in vita : Gaetano Renda di Sambiase e Antonio Franco di Polistena.

A loro ed ai familiari l'avv. Arpaia, dirigente nazionale dell'Associazione Divisione Acqui, consegnerà la medaglia appositamente coniata dal sodalizio.

La mostra, rimarrà aperta fino al 30 Settembre p.v. negli orari di apertura del MUSMI mattino 10-13 ; pomeriggio 17-20, al suo interno saranno esposti i nomi dei caduti calabresi di Cefalonia e Corfù.

Il filmato sopra detto sarà proiettato ai visitatori a cura di Calabria In Armi che effettuerà le visite guidate.

Si prevede l'afflusso di scolaresche, di cittadini e di cultori della storia da tutta la Regione per l' interesse che l' avvenimento contiene. Con l'iniziativa, che si svolgerà nel contesto di tante altre in corso in Italia, le due Associazioni intendono  riportare all'attenzione di tutti i  calabresi il ricordo di  tanti nostri corregionali che in quei drammatici avvenimenti si distinsero per coraggio, senso del dovere ed attaccamento ai valori della Patria. Perché il loro sacrificio non sia stato vano, ma che sia testimonianza perenne di lealtà di libertà e di pace  per  le nuove generazioni; contro tutte le guerre.  

 
 

LA COMMEMORAZIONE

 

 
 

INTERVENTO DEL PRESIDENTE DELL'ASSOCIAZIONE "CALABRIA IN ARMI" MARIO SACCA'

 

 
 
 

Nella ricorrenza dei 70 anni dall' 8 settembre 1943, giorno nel quale via radio si comunicò al popolo italiano la firma dell'armistizio di Cassibile  fra Italia ed alleati, abbiamo scelto di ricordare l'eccidio di Cefalonia  per entrare in quella storia rievocandola e cercando di attualizzarne il senso alla luce degli sviluppi recenti della storiografia. Da quest'anno per disposizione di legge si potranno consultare tutti gli archivi pubblici e privati che contengono le documentazioni sulla II G.M. utili per poter rileggere e riscrivere molti aspetti fin qui meno noti. Alcuni libri e documentari appena usciti hanno riesaminato il contesto entro il quale ebbe luogo la strage avvenuta nell'isola greca.

Di questi aspetti si occuperà il dott. Passafaro nella sua relazione.

Il filmato che segue rievocherà i fatti essenziali utilizzando le immagini e le copertine dei libri per comunicare alcuni interrogativi fra i quali quello principale: quante migliaia di vite e quante deportazioni costò a Cefalonia e sugli altri fronti la fuga del Re e del suo S.M. da Roma lasciando privi di indicazioni e di sostegno le nostre truppe che,  spesso dividendosi, furono costrette a scegliere fra la collaborazione con i tedeschi, la guerra contro di loro o la deportazione? E' un problema ancora aperto che percorre un periodo lungo durante il quale ebbero luogo i contatti con le forze alleate per giungere all' armistizio di Cassibile e fare uscire l' Italia da una guerra che aveva iniziato nel 1940 senza averne i mezzi. La storiografia recente ha aperto nuovi scenari sui quali bisognerà tornare.

Oggi commemoriamo con intensa commozione le vittime di Cefalonia dove la Divisione “Acqui”, unica unità dell'E.I. che prese le armi contro i tedeschi nei giorni successivi all'8 settembre e  fu vittima di uno dei più grandi eccidi avvenuti nel corso della II G.M., in violazione delle  convenzioni internazionali, per  volontà di Hitler eseguita automaticamente dalle truppe germaniche inviate a Cefalonia e supportate da una decisiva forza aerea che fu determinante  per vincere la valorosa resistenza della Divisione Acqui. Come è stato scritto nella prefazione del libro del cappellano militare P. Formaro, furono soldati - cioè uomini organizzati sulle leggi dell'onore - che premeditatamente uccisero, dopo la resa, inermi, soldati. Il processo di Norimberga e gli altri che seguirono non resero giustizia.

Anche quella grande unità italiana  fu attraversata da sentimenti e prese di posizione diverse sull'atteggiamento da assumere verso i tedeschi così come accadde negli stessi giorni in  tutte le truppe italiane presenti sui vari fronti europei con esiti diversi. Ma a Cefalonia  tutta la Divisione Acqui scelse la strada dell'onore battendosi per tenere fede al giuramento prestato alla patria. Vinse l' orgoglio di appartenere alle nostre ff.aa. Che  motivo' ed uni'  tutti i soldati : imbracciarono le armi e puntarorno cannoni e mitraglie  contro gli ex alleati il cui fine era di annientarli avendo ricevuto l' ordine di hitler di non fare prigionieri. Il valore e la rabbia si aggiunsero alla forza delle  nostre armi che non vennero mai abbandonate fino alla momento della fine. Il valore militare e morale degli italiani , che supero' la insufficienza delle dotazioni disponibili, devono essere valorizzati dalla nostra generazione e da quelle che verranno  rivivendo la tragedia di  cefalonia. Altri approcci consentono di riflettere sul differenziale di umanita' fra i nostri soldati e quelli tedeschi: durante i giorni della battaglia nei nostri ospedali da campo venivano curati i feriti tedeschi mentre loro uccidevano e depredavano i nostri anche dopo la loro morte. La rilettura degli eventi puo' essere affrontata sotto diversi aspetti ben riportati dalla letteratura sull' argomento e reperibili nelle testimonianze dei sopravissuti.

Oggi ricordiamo le vittime calabresi e, insieme a loro, tutti i caduti  nell' isola ionica.

Lo jonio è il mare che bagna le nostre coste: le isole greche sono quasi di fronte alle marine del lato orientale della Calabria e richiamano le città antiche della Magna Grecia  che sono alla base della nostra civiltà, un motivo in più per aggiungere emozioni alla rievocazione che abbiamo inteso realizzare in modo che sia diretta a tutta la nostra regione, ai cittadini al mondo scolastico che può avviare un processo di esame della grande storia partendo dalla storia locale che ne è parte integrante, alle istituzioni che dovrebbero rappresentarci anche nella ricerca e valorizzazione delle radici collettive.

La presenza dei congiunti delle vittime  fanno vivere, commuovendoci, il ricordo di chi lasciò la vita in quei giorni del settembre 1943 per propria scelta.  La possibilità di vivere queste ore ci è stata data da Nicola Coppoletta che da anni e con la passione che vi comunicherà con il suo intervento ha condotto la ricerca per completare l'individuazione dei corregionali che caddero  nell'isola greca.

L'avv. Amedeo Arpaia, presidente della sezione campana dell'Associazione Nazionale Divisione Acqui e componente il suo esecutivo nazionale, è nipote dell'eroico capitano suo omonimo  comandante della 2.a batteria contraerea del 3.o gruppo; interverrà per farci conoscere più direttamente la strage di Cefalonia e i fini che persegue l'Associazione che rappresenta.

Desidero ringraziarlo per la sua presenza fra di noi che assume un significato intenso e rende ancora più forte il ricordo di quei valorosi e unisce tutti nel ricordo di un gesto che, nelle nostra interpretazione, conferma il valore dell' unità fra tutti gli italiani di fronte all' arroganza altrui.

 
 
 

INTERVENTO DELL' AVV.  AMEDEO ARPAIA - PRESIDENTE SEZ. CAMPANIA DELL' "ASSOCIAZIONE NAZ.  DIVISIONE ACQUI"

 
 

 
 
 

Ringrazio le autorità civili e militari, i familiari dei caduti e dei reduci che partecipano a questa serata di commemorazione degli eventi di Cefalonia di 70 anni orsono.

Desidero  presentare l'Associazione Nazionale Divisione Acqui:  nacque nel 1946 voluta dai cappellani militari,  dalle famiglie dei caduti e dai reduci per ricordare quanti sono rimasti in terra di Grecia. Abbiamo avuto il riconoscimento della personalità giuridica e operiamo a nostre spese; non abbiamo scopi di lucro.

A 70 anni di distanza cerchiamo di mantenere vivo il ricordo dei fatti che vi sono stati proposti dal filmato che avete già visto. Vi voglio proporre altri aspetti:

Mussolini invade le isole Joniche perchè ne vuole fare delle colonie. Quella che noi chiamiamo Divisione Acqui  fu destinata  allo scopo. Era composta da due reggimenti di fanteria ed uno di artiglieria, aveva aggregato un battaglione di finanzieri, una compagnia di carabinieri, la Marina, l'Aviazione. Nell'Aprile del 1941 giunse nei luoghi stabiliti; fu un'invasione pacifica che non incontrò resistenza. I nostri soldati cominciarono a istituire scuole, ospedali, tutti italiani. Fu addirittura coniata una moneta: la Dracma Jonica che circolava solo in quelle isole.

La Divisione Acqui  fu presente a Cefalonia, Corfù, Zante, Santa Maura, Itaca e cominciò a vivere tranquillamente. Erano ragazzi giovani, intorno ai vent'anni, i soldati italiani. Fra la popolazione greca erano anche molte ragazze della stessa età poichè i greci adulti erano sul continente a combattere. Nacquero amicizie, amori, vivendo tranquilli per due anni senza sapere cosa erano le battaglie, senza avere notizie dirette dall'Italia poichè mancavano i mezzi di comunicazione. Ogni notizia giungeva dopo qualche tempo grazie ai giornali militari.

L'8 Settembre alle 19 arrivò il famoso messaggio di Badoglio: l'euforia invase tutti gli italiani che pensarono alla fine della guerra. Però già il mattino dopo  si accorsero delle novità: le navi erano sparite dal porto in quanto la Marina aveva dato l'ordine di ritirarsi a Malta e consegnarsi agli alleati. Quelli della Acqui si resero conto di essere rimasti soli: il Re era scappato a Brindisi e non si avevano  ordini precisi dallo Stato Maggiore. Lo stesso 9 Settembre da Atene arrivò l'ordine di consegnare le armi. Il generale comandante la Divisione Gandin iniziò la trattativa con il comando tedesco dell'isola per prendere tempo: la mancanza di ordini metteva in crisi il comandante di una unità così grossa. Ma c'è, comunque, lo spirito di obbedire a Badoglio e al Re. Il comando italiano in Grecia, che aveva sede in Atene, era già caduto in mano ai tedeschi. Le prime voci furono apprese dai partigiani i quali fecero sapere che a Santa Maura erano stati catturati tutti gli italiani. La notizia si sparse e incominciò l'insofferenza dei nostri soldati..

Ho avuto occasione di parlare molte volte con reduci: quando vi fu il referendum indetto da Gandin furono radunati tutti i reparti ai quali fu chiesto se cedere le armi o non e tutti furono unanimi nel voler combattere. Si sentivano superiori? Volevano tornare a casa? Non sopportavano più i loro ex camerati? 

Iniziò la battaglia:  lasciando stare i vari incidenti che avvennero fra l'8 e il 15 Settembre fra i tedeschi che cercavano di sbarcare e gli italiani che reagivano, da Radio Brindisi il 15 fu inviato un fonogramma che però, dato che era iniziata la battaglia di Corfù e il ponte radio non funzionava, arrivò solo il 18 e l'ordine era di combattere i tedeschi.

Gli italiani di Cefalonia stavano già combattendo!

Avvennero tante battaglie con nostre vittorie e successive sopraffazioni da parte dei tedeschi. Presi prigionieri, arresisi più che presi prigionieri,  dopo pochi minuti dall'incolonnamento furono fucilati sul posto. Ci sono dei reduci scampati a quegli eccidi e li hanno raccontati, così come ci furono reparti completamente annientati come una compagnia di mitraglieri; poichè furono tutti uccisi non ci fu alcun testimone che potè raccontare i fatti e alle mogli e ai figli di quelle vittime non venne mai riconosciuto lo stato di orfano di guerra.

Si è arrivati a questo paradosso!

Gli eccidi continuarono  e man mano  che si arrendevano gli italiani venivano uccisi. Il 22 Settembre il generale Gandin ordinò la resa e perciò gli ultimi reparti, quelli di Argostoli, capitale di Cefalonia e sede del comando italiano, si arresero. A quel punto i tedeschi  smisero di fucilare i soldati,  riunirono tutti nella famosa Caserma Mussolini in Argostoli  separando gli ufficiali dai soldati. Il primo ad essere fucilato, a solo, fu il generale Gandin.

Poi iniziò la famosa corsa o accompagnamento alla Casetta  Rossa dove vennero accantonati gli ufficiali italiani. A 4 o 6 alla volta ne vennero fucilati 137 finchè giunse il 24 Settembre e la strage finì.

Solo 17 ufficiali sopravvissero.

Gli altri prigonieri vennero smistati, alcuni imbarcati sulle navi fra cui l'Ardena che, uscita dal porto, saltò in aria, dicono, sulle mine. L'Ardena tre anni fa è stata individuata da una nostra spedizione in via ufficiosa, poi ufficializzata, e siamo andati con i sommozzatori della Marina e con i sommozzatori greci: l'Ardena sta in fondo al mare a 200 metri dalla costa di Cefalonia. Purtroppo vi sono ancora tutti i resti dei militari. Hanno fatto l'indagine sull'esplosione per valutare se avvenne dall'interno o dall'esterno ma ancora non si sa nulla di ufficiale. Bisogna dire che sulla nave su 800 imbarcati vi erano 60 soldati tedeschi che tornarono a terra e dalla scialuppe spararono agli italiani.

I reduci, quindi, ebbero un calvario terribile, presi dai tedeschi o costretti a lavorare o mandati nei campi di concentramento, marchiati come IMI (Internati Militari Italiani). Nel 1944, quando finì la dominazione tedesca in Grecia, i russi e gli Jugoslavi presero i nostri prigionieri di Cefalonia e di Corfù e continuarono a farli lavorare. Qualcuno andò in Siberia altri entrarono in Berlino con i russi. Per non parlare di chi fu prigioniero in  Jugoslavia dove odiavano gli italiani  che li avevano invasi.

I sopravvissuti tornarono in Italia dal 1945 al 1946, ho conosciuto un reduce che è tornato a piedi dalla Jugoslavia fino a Caserta, e incominciarono a portare notizie alle famiglie. Nel 1945 il cappellano militare Padre Formato venne nella nostra famiglia  per portare la notizia della morte di mio zio e consegnò ai miei nonni una cassetta contenente un poco di terra della  Casetta Rossa intrisa di sangue. E per i miei nonni era la reliquia più sacra perchè là c'era il sangue del figlio.

Mi dispiace che non è presente il reduce di Catanzaro che, purtroppo, dovette scavare una fossa ed assistere alla fucilazione di alcuni marinai che in precedenza  erano stati costretti a raccogliere i corpi dei fucilati alla Casetta Rossa  e gettarli in mare.

L' Associazione Divisione Acqui  perchè si batte per queste cose: non per odio ma per ricordare il sacrificio di quelle persone e come a che punto arriva la cattiveria umana.

A Cefalonia non vi è stato un reparto di SS o della Gestapo ma l'esercito, la Wermatch con i suoi reparti schierati che ha fatto quelle cose. E allora bisogna ricordare, ricordare per non sbagliare di nuovo.

I reduci sono tornati e cosa hanno trovato in Italia? Un Paese distrutto! Si sono rimboccati le maniche ed hanno rifatto l'Italia.

Il  Presidente Ciampi  venendo a Cefalonia ha detto "Cefalonia è stato il primo atto di resistenza contro i tedeschi" . Allora invito tutti, a 70 anni di distanza da quegli eventi, a ricordare quella tragedia, i giovani sappiano che cosa è la guerra, come si può distruggere una nazione e l'anima dei suoi abitanti.

Ecco questo è lo spirito della nostra Associazione.

Ho con me due medaglie, appositamente coniate da noi per la ricorrenza dei 70 anni dalla strage, che avrei voluto consegnare ai due reduci calabresi ancora in vita: Gaetano Renda e Antonio Franco; purtroppo, non hanno potuto essere presenti questa sera per le non buone condizioni di salute. Consegno le medaglie al presidente di Calabria in Armi Saccà perchè le consegni ai due reduci.

 
 
 

INTERVENTO DEL DOTT. FRANCESCO PASSAFARO - SOCIO DI "CALABRIA IN ARMI"

 

 

 

Cefalonia 24 Settembre 1943: fatalità del destino o evento predicibile?

 

La strage dei soldati italiani sulle Isole Ionie del 1943, ed in particolare quella di Cefalonia, è sempre stata oggetto di discussioni ed analisi di natura più disparata che hanno sconfinato da quella politica, a quella epica, a quella che investì la giustizia militare.

Tutto è sempre rimasto concentrato come se si guardasse dall’oculare di un binocolo che rimane confinato sul perimetro dell’isola e che contemporaneamente valutasse un periodo limitato di tempo.

Negli anni ci si è concentrati sui meriti, o sui demeriti, del Generale Gandin, dei  componenti del suo Stato Maggiore o sui suoi ufficiali subalterni.

 Si è teso a fare paragoni con il comportamento di altri comandanti delle altre isole ricadenti nello scacchiere proprio della Divisione Acqui, usando questi eventi come unità di misura per emettere giudizi.

A mio parere il dramma della Acqui comincia nei primi giorni di Giugno del 1943, nei quali  oramai si lavorava da molto al ritorno dei poteri supremi nelle mani di Vittorio Emanuele III, dopo che volontariamente egli  aveva regalato al Cav. Mussolini, inoltre con lo sbarco delle forze alleate in Sicilia e, la sua completa conquista il 22 luglio gli eventi incalzavano.

Il cambio di marcia  nella gestione della guerra ancora in corso e di Governo, genera delle azioni che non conoscono alcuna benevola definizione, infatti tutto il quadro organicamente disorganizzato che ne scaturisce mira solamente a garantire la continuità di potere della Casa Reale e dei personaggi che si affollano intorno ad essa, con l’episodio culmine della Fuga del Re.

Dopo l’arresto di Mussolini, il 25 luglio del 1943, ci si aspetterebbe che il Comando Supremo avesse già organizzato un quadro operativo tale da permettere almeno l’incolumità del governo e del territorio metropolitano. Tale cosa invece presenta due aspetti che contrastano con l’efficienza del piano Achse,  prontamente elaborato  dai tedeschi obiettivo del quale era l’occupazione militare della penisola.

Il primo aspetto denota una scelta consapevole  che conscia della  disposizione della maggior parte delle forze efficienti fuori dai confini nazionali non ne accelera il rientro anzi quasi abbandona al proprio destino queste grandi unità. La seconda è quella di giocare su più tavoli, quello delle trattative con gli Alleati, quello dei rapporti con i Tedeschi ed infine quello del futuro politico  dei decisori, una partita fatta di bluff portando alle conseguenze che determinarono i fatti dell’8 settembre e di Cefalonia in particolare.

Il Comando Supremo aveva come figure di spicco i seguenti personaggi:

Il Maresciallo Badoglio “Capo del Governo” il Generale Ambrosio “capo di Stato Maggiore dell’Esercito”,  il Gen. Rossi Sottocapo di Stato Maggiore generale,  “consigliere  militare di Ambrosio” il Generale Castellano attore della stesura dell’armistizio e “consigliere politico di Ambrosio”, il Generale Zanussi uomo di fiducia del Gen. Roatta cui verrà affidata la difesa di Roma, il Generale Carboni figura molto opaca, il Gen. Cavallero figura invisa a Badoglio che stranamente si suicida a Frascati dopo la fuga del Re e dal generale Utili capo ufficio operazioni e futuro comandante del CIL.

E’ importante conoscere questo organigramma perché ognuno di essi avrà un ruolo nella tragedia in forma diretta o meno.

Nella foga di uscirne con le mani politicamente nette ”espressione del Gen. Roatta” le trattative fatte sottobanco con gli alleati impongono una condotta che contrasta con la necessità di urgente rientro delle truppe per la difesa dell’Italia anzi, procede con colpevole lentezza al punto tale che nei giorni precedenti l’8 settembre ancora sono pochi i contingenti rientrati in Italia, mentre del Brennero e dalla Francia affluiscono divisioni tedesche che non vengono neppure rallentate complici gli ordini superiori che, nel timore di una scoperta della trama sotterranea, riducono la reattività dei reparti cui erano stati precedentemente ordini avversi.

Ma non tutto si svolge facilmente per le truppe germaniche infatti il Generale d’Armata  Vercellino pur di ostacolare gli spostamenti delle truppe che volevano affluire in Italia dalla Liguria ordina di smantellare i binari ferroviari e di puntare le batterie costiere sui convogli dissuadendone così l’intenzione.

Passando sul piano concreto della vita giornaliera di reparto si può ben immaginare cosa potesse determinare tale serie di eventi.

Per fare un esempio, già nel 1918 in un esercito vincitore la notizia della fine dell’incubo aveva provocato instabilità, immaginiamo cosa poteva determinare in un esercito vinto.

La mancanza di una visione strategica sulla gestione degli eventi, messa in evidenza dal Gen. Utili che aveva compreso la catastrofe verso cui ci si stava lanciando, determina specialmente in Grecia gli effetti peggiori.

Dal punto di vista strategico il controllo della Grecia e delle isole Ionie faceva gola a tutti. Agli Inglesi  ed ai Tedeschi, un poco meno agli Americani, ma il fatto sostanziale è che era sotto il controllo Italiano.

Il contingente Italiano forte di 670 mila uomini presidiava la Grecia da 2 anni con una disposizione che, escluse alcune lacune logistiche, impensieriva i Tedeschi ed allettava gli Inglesi.

I primi perché per operare un cambio di comando avrebbero dovuto operare un trasferimento di truppe da altri teatri , ed i secondi perché speravano sempre di poter operare uno sbarco nei Balcani atto a smorzare orda mongola, così definita da Churchill, che stava per impadronirsi dell’Europa orientale.

Un punto a favore delle truppe Germaniche era dato dal potere aereo che potevano esercitare con il X° FliegerKorps cruciale per annientare i nostri soldati a Cefalonia.

Pur avendo tutti questi fattori favorevoli in 45 giorni il nostro comando supremo riesce ad annullarli tutti.

Tutte le forze dell’asse erano state riunite in Grecia in una Armata l’11° armata italo-tedesca che complice la remissività del Comando supremo era un groviglio di duplicazioni d’incarichi, certamente il Comandante generale era il Gen. D’armata Vecchiarelli, ma viveva come si sta con una cattiva suocera in casa, avendo uno Stato Maggiore sempre sotto il vigile occhio dei tedeschi che convenientemente avevano manovrato in modo da determinare la disposizione delle nostre truppe sulle coste e negli arcipelaghi.

Tale agghiacciate situazione era valutata con timore dopo il 25 luglio, dal Capo ufficio operazioni il T.Col. Scoti che premoniva la catastrofe in quanto le truppe per reagire efficacemente, ove fosse stato necessario, abbisognavano di costante ed importante copertura aerea ed adeguato tonnellaggio navale, sia per logistica che per combattimento.

L’assenza evidente di queste due componenti prefigurava l’immagine di qualcuno che armi alla schiena deve scegliere se essere ucciso o buttato in mare.

Queste considerazioni, con l’ipotesi di un piano che sfruttando la situazione esistente portasse ad accentrare le divisioni in prossimità di aree portuali per una più efficace opera di reimbarco viene prospettata al Gen. Ambrosio dal Gen. Gandin che si reca di persona a Roma per non inficiarne la necessaria riservatezza, ma la risposta fu dura ed inequivocabile, infatti il generale Gandin fu vigorosamente ripreso con la promessa di pronta rimozione se non avesse collaborato in modo corretto e leale con l’alleato germanico per l’immancabile vittoria finale.

Tutto questo 3 settimane prima dell’armistizio.

Ma la tragedia non finiva qui, infatti l’8 settembre  già dal mattino gli informatori davano per certa la firma dell’armistizio con delle voci che aumentando la loro insistenza spinsero il Gen. Vecchiarelli a diramare un fono gramma, nel pomeriggio, che smentiva tali voci.

Nella serate i due radio messaggi, prima di Eisenhower e dopo di Badoglio, costringono il povero colonnello Scoti a correre per cercare di fermare il radiogramma precedente ma nulla da fare era oramai ricevuto.

Giungiamo quindi al nocciolo del problema:

La colpevole azione del Comando Supremo completamente e colpevolmente consapevole della tragedia, unita alla “disattenzione”, al quadro strategico complessivo ed agli accordi armistiziali dal parte degli Alleati, con particolare riferimento al Memorandum di Quebec che prevedeva ogni tipo di assistenza da parte delle truppe Alleate incluso il rimpatrio e la copertura aerea, determina la disgregazione disciplinare e del morale della Divisione Acqui che si ripercuote sulla risposta della stessa durante i combattimenti essendo oramai un organismo acefalo e scoordinato.

Non paghi della disattenzione agli accordi presi gli alleati nella persona dell’Ammiraglio Peters da Taranto blocca dei convogli inviati dall’Ammiraglio Galati per rifornire Cefalonia e Corfù, in quanto suo parere tale attività non rientrava nelle competenze della Reale Marina.

Infine a cappello di ciò il vile ed abominevole comportamento tedesco  che con il solito sistema di difesa dell’obbligo di obbedienza all’ordine superiore liquidano tutti i morti italiani, non fucilati ma assassinati consapevolmente.

A supporto di ciò, il Diritto Penale Speciale Tedesco  in tempo di guerra del 17/8/1938  prevede che non possono essere considerati franche tiratori soldati in regolare uniforme don tutti elementi identificativi del caso.

Quindi nel momento in cui i soldati e gli ufficiali della Divisione acqui furono sterminati, tutti i soldati tedeschi dall’ufficiale comandante all’ultimo dei soldati contravvennero ad un regolamento ed a delle norme emanate da Adolf Hitler e controfirmate dal Gen Keitel.

Ma come ben si sa la Germania non era certamente uno stato dove il diritto era certezza per i suoi cittadini figuriamoci per i non tedeschi.

 

 

 

   

   

   

   

   

   

   

 

INTERVENTO DI NICOLA COPPOLETTA  - SOCIO DELL'ASSOCIAZIONE NAZ. DIVISIONE ACQUI E DI "CALABRIA IN ARMI"

 

 
 

I CALABRESI CADUTI A CEFALONIA E CORFU'

 

Signore e signori, gentili ospiti, autorità tutte buon pomeriggio e grazie per la vostra presenza a questa commemorazione.

 

E’ stato durante uno dei miei frequenti viaggi a Roma che, per caso qualche anno fa  in una libreria, attraverso l’acquisto di alcuni saggi sull’argomento, ho scoperto la storia della Divisione Acqui e i  fatti conseguenti  l’eccidio di Corfù e Cefalonia postumi all’otto settembre 1943, giorno dell’armistizio, ad opera dell’esercito tedesco.

Una storia questa che subito mi ha appassionato ma nello stesso tempo mi ha fortemente indignato, non solo per i tragici avvenimenti che macchiarono per sempre l’esercito regolare tedesco per le stragi e le violenze da esso compiuti nei confronti degli italiani , calpestando ogni diritto internazionale , ma soprattutto  perché quanto avvenne fu  subito dopo , volutamente dimenticato ed oserei dire occultato dalla nostra storia.

La mia curiosità mi ha spinto a ricercare più e più notizie su quegli avvenimenti, sia attraverso le varie  pubblicazioni editoriali , sia sul web, sia con  la visione di documentari e altro materiale   che mi hanno indotto per  ben due volte a recarmi sull’isola di Cefalonia al fine di visitare quei luoghi così tristemente famosi.

Inoltre ho preso contatto con l’Avvocato Amedeo Arpaia, qui presente, presidente dell’Associazione Nazionale Divisione Acqui della sezione Campania-Basilicata, iscrivendomi alla stessa per avere ancora di più notizie   che potessero soddisfare questa mia sete di sapere.

Fu così che, attraverso gli elenchi  in possesso dell’Associazione della Acqui, ho appurato che   tantissimi  Calabresi  caddero a Corfù e Cefalonia durante quegli eccidi, distinguendosi per i loro atti di coraggio, eroismo ed attaccamento alla propria patria .

Tali ricerche, in questi ultimi   giorni, hanno modificato gli stessi dati che qualche settimana  fa esponemmo nella locandina riferita a questa commemorazione; infatti ad oggi risultano ben 164 (e non 156) i Calabresi caduti durante i combattimenti e fucilati o massacrati dalla Wehrmatch dall’otto al venticinque settembre 1943, ed altri 37 che perirono in mare a seguito dell’affondamento delle navi dirette sul continente, che furono fatte saltare volutamente sulle mine da parte dei tedeschi, oppure morti di stenti e di malattie nei lager dove furono internati.

Il totale  è arrivato a 201 di questi nostri corregionali appartenenti ai vari corpi presenti a Cefalonia e Corfù. Ciò è evidenziato dagli elenchi che faticosamente abbiamo messo in piedi e che  oggi sono qui esposti.

Tale fu questa  scoperta che subito pensai  di dare finalmente una  testimonianza ed un ricordo  a quei ragazzi che  immolarono la loro vita  per tenere fede al giuramento verso la loro patria.

L’opportunità si presentò quando scoprendo l’appartenenza del collega  Vincenzo Santoro , all’Associazione “Calabria in Armi” del presidente Mario  Saccà, esternando  a entrambi  questa mia volontà,  trovò da parte loro, piena condivisione.

Oggi 24 settembre, a settant’anni esatti di quell’eccidio, che ebbe il suo epilogo alla casetta rossa con la fucilazione di tantissimi ufficiali della Acqui, anche calabresi, questo  mio desiderio, grazie a queste persone, grazie all’Associazione Nazionale Acqui nella persona dell’Avv. Amedeo Arpaia  e grazie soprattutto a tutti voi   trova qui la sua realizzazione non solo nel ricordo di quei nostri corregionali , ma soprattutto realizza la partecipazione e la presenza  dei loro  familiari e di persone a loro care per ricordarli almeno una volta.

Tutto questo  ci ha impegnato a ricercare, seppur con grandi difficoltà, notizie e contatti con queste persone, le  quali  ci hanno aiutato sia a reperire notizie sui loro congiunti, sia a fornire il materiale fotografico degli stessi  che potete trovare esposto  all’interno  della mostra messa a disposizione dall’Associazione Nazionale della Acqui dal dott. Pavignani di Bologna, nella sezione appunto  dedicata ai Calabresi assieme all’elenco dei caduti. 

E’ stato così che ho avuto modo di conoscere personalmente la figlia e l’anziana  moglie del capitano Giuseppe  Di Giacomo, che  vivono a Roma e che purtroppo oggi non possono essere qui presenti  .

Cosa dire di lui: valente ingegnere di Cassano alla Jonio, comandante della 361^ batteria costiera  del 188° gruppo  artiglieria di corpo d’armata di stanza a Spilia nei pressi di Argostoli;

ne dà  una chiara e precisa testimonianza padre Romualdo Formato, suo grande amico e cappellano del suo reggimento, nel suo libro “l’eccidio di Cefalonia” quando parla del suo  valore dimostrato durante i combattimenti contro i tedeschi, portato come  esempio dai suoi superiori che lo ricoprirono di elogi, ma soprattutto ricordato come colui “che non sapeva parlare senza sorridere”.

Fu fucilato alla casetta rossa la mattina del 24 settembre 1943 assieme ai 136 ufficiali suoi colleghi un mese prima che nascesse sua figlia Adele, la quale mi ha pregato comunque di considerarla, insieme alla madre, presente qui in mezzo a noi anche se non lo sono  fisicamente.

E del  capitano Giuseppe Bagnato di Reggio Calabria, comandante interinale del 188° Gruppo da 155/14 posizione costiera, di carattere eccezionalmente forte andò incontro alla fucilazione la mattina del 24 Settembre sempre alla casetta rossa con coraggio e serenità  rammaricandosi, con padre Formato, di non essere caduto in combattimento.

Assieme a  lui la stessa mattina fu fucilato il sottotenente Ugo Correale Santacroce, nativo di Siderno che lo volle seguire nella morte così come aveva fatto nella sua  vita di soldato.

Di quest’ultimo    sono riuscito a mettermi in contatto con i parenti che vivono a Catanzaro; purtroppo così non è stato per il capitano Bagnato.

 

Così dire del sottotenente Natalino Gemelli del 317° Fanteria – plotone mitraglieri - nativo di Filadelfia.

Un ragazzo dal viso d’angelo che, nonostante l’invito dei suoi stessi commilitoni a confondersi con gli altri, per evitare così di essere fucilato, consegnò ai tedeschi la sciarpa di ufficiale firmando così la sua condanna a morte all’età di   ventitré anni ancora non  compiuti.  

Lasciò così la sua giovane vita anche lui alla casetta rossa fucilato insieme ad altri ufficiali calabresi: Paolino Principato tenente di Melito P.S.,  Antonio Torcia di Petilia Policastro, e Giorgio Meo di Crotone entrambi sottotenenti.

Il fratello, l’avv. Pierino Gemelli di Catanzaro stasera è qui con noi.

Il maggiore Italo Galli di Nicastro aiutante di campo del 317° reggimento fanteria; uno dei ragazzi del ’99; era un ufficiale tutto di un pezzo. Nonostante ammalato era rientrato in servizio ad agosto del 1943 per dare la possibilità ad un suo capitano di andare in licenza; non perse mai la calma sia durante i tragici avvenimenti di quei giorni , sia  durante   i combattimenti che si susseguirono dal 15 al  22 settembre 1943; con coraggio e sprezzo del pericolo combattè al fianco dei suoi fanti e cadde il 21 settembre del 1943 sparando fino all’ultima pallottola della sua rivoltella. 

Il tenente Ferdinando Pachì nativo di Caulonia della  44^ Sezione Sanità di stanza a Valsamata, andò avanti e indietro come un matto con i suoi barellieri  per tutta l’isola di Cefalonia per recuperare e salvare la vita   almeno ai feriti  portandoli  negli ospedali da campo.

Rimase vittima, la sera del 21 settembre 1943 della rappresaglia nazista  insieme  ad altri sessanta componenti della sua sezione a Frankata, ma non furono i soli, perché il dato finale della carneficina fu di circa cinquecento soldati italiani massacrati.   

 

Il sottotenente Francesco Quattrone di Reggio Calabria del 317° fanteria il 18 settembre 1943 si offrì volontario per ripristinare i collegamenti telefonici con la sede del comando; nel buio della notte alcuni suoi soldati  incapparono in un plotone tedesco,  si precipitò in loro soccorso, avvenne una violentissima sparatoria, cadde gridando “viva l’Italia”. Aveva ventisei anni.

 

Perse la vita il 22 settembre  fucilato nel vallone di Santa Barbara insieme a tutti i suoi colleghi dello stato maggiore del  17° fanteria , complessivamente 36 ufficiali,  Vincenzo Condemi sottotenente medico di Stilo ad opera del 54° battaglione cacciatori da montagna tedesco; dalle testimonianze sappiamo che i loro corpi vennero bruciati e quanto restò fini in mare con le piogge di novembre.

 

Il tenente Giuseppe Albanese di Mammola, fulgido esempio di coraggio e sprezzo del pericolo, gioviale e benvoluto da tutti, partecipò alla conquista della cima del telegrafo dove furono catturati e fatti prigionieri circa 450 tedeschi, oggi sede del sacrario della Acqui a Cefalonia , e poi senza fortuna , con i suoi cannoni da 75/46  alla battaglia di Capo Munta sempre  al comando del maggiore Altavilla .

Perse la vita il 22 settembre presumibilmente fucilato a Capo Munta  insieme a tanti altri militari   ad opera della 13^ compagnia, 3° battaglione del 98° reggimento  cacciatori da montagna tedesco; ciò è testimoniato dalle dichiarazioni dei coniugi Zapanti di Skala, paese che si trova vicino a capo Munta, i quali nel 1943 avevano rispettivamente 12 e 17 anni, i quali  hanno indicato nella relazione d’archiviazione di Dortmund  un numero di 150 prigionieri italiani fucilati.

Il fratello del tenente Albanese e i suoi  congiunti sono anche loro qui con noi.

Giorno ventuno settembre cadde al fianco del suo comandante,  generale Luigi Gherzi, il tenente Silvio Dattola di Reggio Calabria , insieme al sottotenente Giovanni  Gangemi di Rosarno, entrambi  del 17° fanteria.

Ci siamo soffermati sugli ufficiali perché i riferimenti e le notizie bibliografiche ci hanno consentito di attingere notizie più numerose e documentate da portare a testimonianza ;  altrettanto avremmo potuto e voluto  fare se la stragrande maggioranza di sindaci dei comuni interessati, a cui abbiamo più volte scritto, ahimè senza avere risposta, ci avesse fornito notizie e riferimenti di parenti o familiari di quei ragazzi.

Alcuni li abbiamo comunque rintracciati: il fratello di Marino Gregorio di Simeri Crichi, la moglie di Giuseppe  Furone di Pizzoni , i parenti di Vincenzo Tiriolo di Simeri Crichi  e di Pungitore e Grillo  di Zambrone, di Cianflone di Serrastretta  e tanti altri che oggi sono qui in mezzo a noi.

 

Tutti questi ragazzi quindi non  tornarono  alle loro case, né da vivi, né da morti.

Infatti nonostante le reiterate implorazioni dei cappellani militari agli ufficiali  tedeschi, ad essi  fu negata persino una degna sepoltura e una croce sulla quale pregare così  come a tutti gli altri della loro divisione.

 

Ma a distanza di circa settant’anni, proprio domani  25 settembre,  le spoglie di uno di questi ragazzi calabresi: il soldato Leonardo La Cava del 188° gruppo artiglieria di corpo d’armata di Aieta torneranno   finalmente a casa.

Arriveranno  a Roma, al mausoleo delle  fosse Ardeatine dalla Germania (cimitero di Zweiglager di Fullen)  dove morì di tubercolosi  il 18/12/1944 nel lager, e saranno consegnate ai familiari che le porteranno nel suo comune di origine;

Ma credetemi oggi è un giorno speciale perché qui a dare testimonianza di questa vicenda triste è amara c’è Gaetano Renda, reduce di Cefalonia,  il quale, anche se i suoi  occhi  non sono più quelli di una volta, vede e sa con gli occhi della mente e del cuore di quanti insieme a lui vissero quei tragici avvenimenti.

La sua testimonianza su Cefalonia, rilasciata al prof. Saccà qualche mese addietro, la potete trovare sul sito dell’Associazione Nazionale Acqui  e di Calabria in Armi, sui quali è stata integralmente trascritta.

Oggi noi lo onoriamo quale testimone e rappresentante di tanti figli della Calabria che insieme a lui vissero quelle tristi esperienze insieme ad Antonio Franco di Polistena  altro reduce che purtroppo per le sue precarie condizioni di salute non è qui presente .   

Ecco,  questo è quanto era  dovuto.

Altrettanto bisogna dire che questo desiderio comune di ricordare i Calabresi della Acqui fin dall'’inizio non ha mai avuto la presunzione di ricercare analisi, disquisizioni  o  circostanze che causarono quegli avvenimenti, né  abbiamo mai pensato strumentalmente di parlare o “usare”  i fatti di Cefalonia e Corfù associandoli a  rivendicazioni  politiche trasversali   di basso profilo o per interessi di parte o personalistici.

Ci basta  solo ricordare; ma contestualmente  abbiamo  piena consapevolezza che quegli esempi di tanti nostri corregionali fatti  di lealtà, di onore, di onestà, di attaccamento ai valori della propria patria e della propria famiglia non sono per niente dimenticati, desueti  o sviliti; anzi oggi assumono particolare rilevanza  e significato in un momento di grave crisi, non solo economica,  che attraversa  gran parte del mondo, ma soprattutto il nostro paese,  e che sono di grande ed attuale necessità:  soprattutto per le nuove generazioni .

L'’evidenza di quegli ideali  traspare  dai volti e dalle espressioni di quei giovani calabresi di allora qui esposti  che furono esportatori e testimoni, seppur in circostanze e con  ruoli diversi di occupanti le isole Jonie,  di solidarietà, umanità e lasciatemi dire  di   italianità nei confronti dei greci, dei  bambini   di Corfù e Cefalonia i quali  fecero a gara, specialmente le donne, durante quelle tristi giornate,  a nascondere e quindi a  salvare da sicura morte, tanti soldati e ufficiali  italiani mettendo a rischio la loro stessa  vita.

Questi ragazzi  avevano solo un  desiderio: quello  di poter tornare alle loro case, alla loro patria con l’onore delle armi che non vollero mai cedere: a qualunque costo; anche sacrificando la loro stessa vita.

E infine vorrei chiudere con le parole di padre Luigi Ghilardini cappellano della Acqui che tanto si prodigò affinchè i resti ancora dispersi   di tanti poveri soldati tornassero in patria, quando alla fine del suo libro ” I martiri di Cefalonia” dice :

A tutti questi Eroi va la nostra riconoscenza, e soprattutto “a quei soldati che, trascinati dall’impeto andarono tanto avanti da non più ritornare, a quei marinai che penetrarono così profondamente il mare da non risalirne, a quei cavalieri dell’aria che salirono così alti nel cielo della battaglia da non discenderne più”, a cui mancherà per sempre il conforto di una tomba, il bacio dei loro cari, il riposo nella loro patria, sia vicino il nostro ricordo, il nostro grato affetto e l’onor del pianto, che, come cantava il poeta di Zante,  dovrà durare“ finchè santo e lacrimato sarà il sangue per la patria versato e finchè il sole splenderà sulle sciagure umane.”

 Grazie a tutti

 
     
 

INTERVENTI DEL PUBBLICO

 
     
 

Dott. Giovanni Quaranta

di Polistena (RC), autore di libri e studi di carattere storico-militare. Fra gli altri una monografia, visibile sul sito del Comune di Polistena, sul reduce di Cefalonia Antonio Franco.

"Ringrazio l'Associazione Calabria in Armi, l’amico Mario Saccà, e l'Associazione Divisione Acqui per questa manifestazione toccante, bellissima.  Sono giunto ad Antonio Franco dopo che due anni con il Comune di Polistena abbiamo commemorato i caduti della Prima Guerra Mondiale, presenti con i loro nomi sui due Monumenti eretti nella cittadina. Cosa strana non esiste neppure una lapide con i nomi dei caduti della seconda Guerra Mondiale. In quel contesto eravamo alla ricerca di notizie su Paolo Russo, militare nel 217° Fanteria della Acqui assieme ad Antonio Franco. In questa sala sono presenti due nipoti di Paolo Russo. La famiglia sapeva che era morto in Russia, ma grazie al foglio matricolare abbiamo appreso che era morto a seguito dei fatti di Cefalonia. Per lo Stato Italiano risultava deceduto nel Settembre 1943; in realtà morì nel Gennaio 1945 in un campo di concentramento in Polonia come IMI: due anni vissuti come un fantasma! La notizia l'abbiamo appresa tramite Zamboni di Montorio Veronese, autore del sito "Dimenticati di Stato", che ci ha fatto conoscere la verità su Russo il cui numero di matricola  era il 10535. Erano state fatte tutte quelle ricerche ma non sapevamo di avere la risposta  nel nostro Paese: Russo era stato in prigionia con Antonio Franco che lo vide morire a suo fianco.  Franco conserva ancora la piastrina che reca solo un  numero di differenza con quella del suo compagno più sfortunato.

Come sa anche il Sindaco di Mammola, qui con noi questa sera, insieme a Giovanni Russo, studioso e deputato di Storia Patria, abbiamo avviato uno studio per costruire l'albo d'oro dei caduti della Acqui della Provincia di Reggio Calabria. Ne abbiamo individuato 104, provenienti da oltre 40 comuni. La ricerca è lunga e spesso non aiutata dai Comuni dove si consultano i documenti anagrafici. Sarebbe necessario che in ogni comune ci sia una persona che ricostruisca la storia dei caduti della 2.a Guerra Mondiale perchè, a differenza della Prima dopo la quale si realizzò l'Albo d' Oro per volontà del fascismo, questo conflitto è stato cancellato anche per motivi politici.

Riguardo al reduce Antonio Franco provvederò a consegnargli personalmente  la medaglia della Divisione Acqui, consegnataci dall'avv. Arpaia.

Vi ringrazio e spero che questa manifestazione possa avere altre occasioni di approfondimento.

 

 Sig. Michele Pungitore di Zambrone,

Sono il nipote di Domenico Pungitore, militare a Cefalonia, morto anch'Egli in prigionia. Grazie al nostro Sindaco ne abbiamo conosciuto la sorte dopo 70 anni e ringrazio a nome della nostra famiglia  i promotori di questa toccante manifestazione.

 

 Avv Piero Gemelli di Catanzaro, fratello del sottotenente caduto a Cefalonia.

"Ricordo che nel giugno la famiglia attendeva il ritorno del fratello che pensavano essere in servizio militare nel Nord Italia del 1945. Nello stesso mese, però, il portalettere recapitò una lettera che voleva consegnare a mio padre, allora comandante dei vigili sanitari. Non era in casa e fu mia madre a riceverla e ad aprirla. Appena ne lesse il contenuto lanciò un urlo terribile che è presente in me come se fosse appena stato emesso.

 
     
 

CONSEGNA DELLA MEDAGLIA AI REDUCI

 
     
 

 
     
 

 
 

 

 
 

 
 

LE 156 VITTIME CALABRESI

“DIVISIONE ACQUI“

ELENCO CADUTI O DISPERSI CALABRESI  DI CEFALONIA E CORFU’

XCIV  GRUPPO ARTIGLIERA DI CORPO D’ARMATA

Soldato

GOMITO

COSIMO

04/01/1923

RIACE (RC)

08/09/1943

GR

2

Soldato

CURRA

DOMENICO

28/02/1923

MILETO (RC)

08/09/1943

GR

2

Soldato

GIOIELLO

BIAGIO

03/02/1923

REGGIO CALABRIA

08/09/1943

GR

2

Cap. Magg.

PAPANDREA

SALVATORE

15/11/1922

GROTTERIA (RC)

16/11/1943

YU

3

Soldato

SIRIANNI

ERNESTO

14/05/1921

S.PIETRO A. (CZ)

11/08/1943

GR

2

 

VII  GRUPPO ARTIGLIERIA DI CORPO D’ARMATA

 

Soldato

GUGLIELMO

FRANCESCO

27/03/1909

PALMI (RC)

22/08/1943

GR

2

Cap. Magg.

PROFITTI

GIUSEPPE

17/02/1917

VIBO VALENTIA

15/04/1945

SU

3

Soldato

SCURA

PASQUALE

28/07/1909

VACCARIZZO (CS)

08/09/1943

GR

2

 

333^  BATTERIA CONTRAEREI DA 20 mm

 

Soldato

FORTUGNO

SEBASTIANO

REGGIO CAL.

SCONOSCIUTO

08/09/1943

CF

2

 

GUARDIA DI FINANZA

 

Finanziere

CICERO

ANTONIO

20/09/1906

LONGOBUCCO (CS)

08/09/1943

CF

1

Finanziere

RODI

DOMENICO

08/07/1905

GERACE (RC)

21/09/1943

CO

3

Finanziere

SAMPIERI

ORAZIO

16/07/1906

FIUMEFREDDO (CS)

08/09/1943

CF

1

Finanziere

ZITO

ANTONIO

04/11/1905

BENESTARE (RC)

0/03/1945

YU

3

 

MARINA MILITARE

 

S. Capo

CIANCI

GIUSEPPE

19/10/1916

FIUMARA (RC)

09/04/1942

CO

1

Sergente

COSENTINO

GIOVANNI

16/12/1905

VILLA S. GIOVANNI (RC)

09/09/1943

CO

2

 

CLXXXVIII GRUPPO ARTIGLIERIA DI CORPO D’ARMATA

 

Soldato

ARZENTE

ENRICO  

03/02/1909

LAMEZIA T. (CZ)

29/09/1943

CF

1

Caporale

BAGNATO

GIUSEPPE

11/10/1905

REGGIO CALABRIA

24/09/1943

CF

3

Soldato

BARBA CASTAGNARO

ANTONIO

23/01/1909

LAMEZIA T. (CZ)

18/09/1943

CF

1

Soldato

BRUNO

AGOSTINO

16/12/1909

S.PIETRO G. (CS)

04/09/1943

GR

2

Soldato

CACCAVARI

FRANCESCO

22/05/1909

CORTALE (CZ)

13/10/1943

MED

4

Soldato

COROSANITI

ANTONIO

10/02/1909

CATANZARO

19/10/1943

GR

2

Soldato

DE LUCA

GIUSEPPE

18/09/1909

CAULONIA (RC)

08/09/1943

GR

2

Caporale

DI GIACOMO

GIUSEPPE

28/07/1903

CASSANO JONIO

24/09/1943

CF

3

Caporale

GENCARELLI

FRANCESCO

02/10/1909

COSENZA

31/08/1944

SU

3

Caporale

GRANDE

FRANCESCO

18/12/1909

SAVELLI (KR)

22/09/1943

GR

2

Caporale

LA CAVA

LEONARDO

22/04/1909

AIETA (CS)

18/12/1944

GE

3

Cap. Magg.

MIGLIO

FRANCESCO

24/09/1909

CASTROVILLARI (CS)

15/09/1943

CF

1

Soldato

PASQUALINO

ANTONIO

23/02/1909

ROCCELLA J. (RC)

24709/1943

CF

2

Soldato

TRAPASSO

DOMENICO

07/04/1909

GAGLIATO (CZ)

01/10/1943

CF

3

Soldato

VOZZO

ILARIO

16/07/1909

ROCCELLA J. (RC)

08/09/1943

GR

2

 

33° REGGIMENTO  ARTIGLIERIA D.F. “ACQUI”

 

Artigliere

ALBERTO

GESUELE

23/09/1909

S.PIETRO MAGIS. (CZ)

15/09/1943

CF

1

Artigliere

BARRECA

FRANCESCO

14/04/1919

REGGIO CALABRIA

21/06/1944

GE

4

Artigliere

CORTESE

MARIO

06/01/1920

CHIARAVALLE (CZ)

31/08/1943

GR

2

Artigliere

DAMA

ROCCO

30/03/1920

SCILLA (RC)

19/04/1944

GE

3

Artigliere

FORTUGNO

SEBASTIANO

07/08/1910

REGGIO CALABRIA

0/09/1943

CF

2

Artigliere

GIOVINAZZO

ANTONIO

14/09/1910

ROSARNO (RC)

08/09/1943

GR

2

Artigliere

LA SCALA

PASQUALE

19/08/1921

ARDORE (RC)

08/09/1943

GR

2

Artigliere

POLICRITTI

SALVATORE

24/12/1910

ROSARNO (RC)

08/09/1943

GR

2

Artigliere

PULIMENO

ANTONIO

17/08/1916

CORIGLIANO CAL. (CS)

08/09/1943

GR

2

Artigliere

ROTI

VINCENZO

14/09/1920

SIMBARIO (VV)

08/09/1943

GR

2

 

BATTAGLIONE MITRAGLIERI DI CORPO D’ARMATA

 

Soldato

ANGELICO

LUIGI

26/01/1913

FAGNANO CAL. (CS)

08/09/1943

CF

2

Sergente

BELLANTUONO

PASQUALE

26/04/1911

REGGIO CALABRIA

01/03/1944

GE

3

Soldato

BRUNO

GAETANO

26/11/1917

S.PIETRO GUAR. (CS)

04/09/1943

GR

2

Soldato

CARELLO

FRANCESCO

07/11/1923

CHIARAVALLE (CZ)

02/09/1943

GR

2

Soldato

MAZZOTTA

PIETRO

12/12/1914

FILADELFIA (VV)

18/10/1943

CF

4

Soldato

PIAZZETTA

ARISTIDE

19/12/1915

DECOLLATURA (CZ)

05/05/1944

YU

4

Soldato

PUNGITORE

MICHELE

22/01/1911

ZAMBRONE (VV)

09/10/1944

YU

3

Sergente

SCARCELLO

SALVATORE

08/12/1912

COSENZA

0/09/1943

GR

2

Soldato

SERRATORE

FRANCESCO

07/01/1911

FILADELFIA (VV)

30/06/1945

SU

3

 

18° REGGIMENTO FANTERIA DISLOCATO A CORFU’

 

Soldato

BEVILACQUA

GIOVANNI

27/08/1924

MELISSA (KR)

28/05/1945

GE

3

Soldato

DE FILIPPIS

VINCENZO

01/01/1922

GAGLIATO (CZ)

23/03/1945

GE

3

Soldato

FERRAINA

LUIGI

17/01/1917

CARAFFA (CZ)

13/09/1943

C0

3

Soldato

FIORENZA

GIUSEPPE

26/03/1915

SIDERNO (RC)

13/06/1946

I

1

Soldato

GUERRAZZI

ITALO

20/11/1919

BOVALINO (RC)

22/04/1944

GE

3

Soldato

LO PRESTI

VINCENZO

27/09/1923

GIOIOSA JONICA (RC)

05/07/1944

GR

4

Soldato

MINNITI

SALVATORE

20/02/1916

GERACE (RC)

18/10/1943

GR

4

Soldato

MULA

NICODEMO

11/06/1921

SIDERNO (RC)

08/09/1943

GR

2

Soldato

OSSO

ANGELO

08/01/1916

BELMONTE C. (CS)

28/02/1945

SU

3

Soldato

PULLI

PIETRO

03/02/1911

CORTALE (CZ)

04/10/1944

GE

4

Soldato

SCALI

NICODEMO

25/11/1915

MAMMOLA (RC)

08/09/1943

GE

2

Soldato

SERRI

FILIPPO

03/10/1922

MARANO PRINC. (CS)

22/08/1944

PL

4

Soldato

TIRIOLO

FILIPPO

23/1171920

SIMERI CRICHI (CZ)

13/11/1944

GR

2

 

17° REGGIMENTO FANTERIA "ACQUI"

 

Tenente

ALBANESE

GIUSEPPE

18/04/1917

MAMMOLA (RC)

22/09/1943

CF

1

Soldato

AUTERIO

LETTERIO

06/08/1917

BAGNARA CAL. (RC)

08/09/1943

I

2

CV. M.

BADOLATO

ANTONIO

01/02/1916

STIGNANO (RC)

23/09/1943

GR

2

Soldato

BALDO

ROCCO

12/02/1919

MILETO (RC)

21/09/1943

GR

1

Soldato

BEVACQUA

CARMELO

08/08/1923

MOTTA S. L. (RC)

20/08/1943

GR

2

Soldato

BOVA

VINCENZO

18/09/1920

BIVONGI (RC)

26/06/1944

SU

3

M.C.

BOVA

GIUSEPPE

23/03/1905

ARDORE (RC)

23/09/1943

CF

2

CAP.

CACCAMO

VINCENZO

23/09/1909

BOVALINO (RC)

22/09/1943

CF

1

Soldato

CARDACIOTTO

GINO

01/01/1910

CITTANOVA (RC)

23/09/1943

CF

2

Soldato

CASILI

ANTONIO

23/06/1915

CONDOFURI (RC)

24/09/1943

CF

2

Soldato

CASSANO

FRANCESCO

24/03/1919

PAOLA (CS)

06/08/1943

GR

2

Soldato

CIMAROSA

ANTONIO

04/12/1910

MELITO P.S. (RC)

08/09/1943

GR

2

S.Tenente

CONDEMI

VINCENZO

17/05/1915

STILO (RC)

22/09/1943

CF

3

Soldato

CONTE

FRANCESCO

05/05/1917

S. SOFIA E. (CS)

23/09/1943

CF

2

Soldato

CUFONE

AGOSTINO

07/08/1915

ROSE (CS)

08/09/1943

GR

2

Soldato

DATTILO

ROSARIO

04/03/1917

CUTRO (KR)

08/09/1943

GR

2

S.Tenente

DATTOLA

SILVIO

02/08/1915

REGGIO CALABRIA

20/09/1943

CF

3

Soldato

DELEO

ROCCO

16/08/1913

CITTANOVA (RC)

08/09/1943

CF

2

Soldato

DIACO

VITO

23/02/1918

FILADELFIA (VV)

08/09/1943

GR

2

Soldato

ELIA

EUFEMIO

23/01/1923

BIANCHI (CS)

08/09/1943

GR

2

Soldato

FERRAIOLO

GIOVANNI

01/12/1914

REGGIO CALABRIA

02/04/1944

GE

4

S.Tenente

GANGEMI

GIOVANNI

23/05/1920

ROSARNO (RC)

21/09/1943

CF

2

Soldato

GRILLO

FORTUNATO

07/07/1923

ZAMBRONE (VV)

08/09/1943

CO

2

Caporale

GUADAGNOLO

PIETRO

24/11/1919

PATERNO C. (CS)

00/05/1945

GE

4

Soldato

LO BIANCO

GIUSEPPE

25/08/1922

VIBO VALENTIA

10/11/1943

CF

4

Soldato

LO RIGGIO

PAOLO

22/05/1916

VIBO VALENTIA

08/09/1943

GR

2

Soldato

LONGOBUCCO

GIOVANNI

04/01/1913

ROSSANO (CS)

08/09/1943

GR

2

Soldato

MALETTA

VALENTE

14/02/1915

SCIGLIANO (CS)

00/09/1943

CF

2

S.Tenente

MEO

GIORGIO

09/03/1918

CROTONE

24/09/1943

CF

3

Soldato

OTRANTO

LUIGI

30/06/1918

CROSIA (CS)

09/00/1943

CO

2

Soldato

PISANI

SALVATORE

25/07/1923

SERRA S. B. (VV)

08/09/1943

YU

2

Soldato

PIGNATARO

PASQUALE

08/03/1922

VACCARIZZO (CS)

17/03/1944

GE

3

Soldato

PRATTICO

FRANCESCO

17/11/1922

TAURIANOVA (RC)

24/08/1945

GE

3

Soldato

RAMUNDO

BATTISTA

05/09/1916

FUSCALDO (CS)

08/09/1943

GR

2

Serg. Magg.

SCALISE

ANTONIO

01/08/1916

SAVELLI (KR)

23/09/1943

CF

2

Soldato

SPERANZA

ANTONIO

16/01/1916

ROCCELLA  J. (RC)

13/10/1943

MED

4

Soldato

STRANGES

SALVATORE

01/12/1915

CONFLENTI (CZ)

05/08/1944

GR

3

Soldato

STRIGARI

COSIMO

16/04/1916

S. SOFIA E. (CS)

00/09/1943

AL

2

Soldato

SURACI

VINCENZO

17/04/1915

LAUREANA B. (RC)

08/09/1943

GR

2

S.Tenente

TORCIA

ANTONIO

20/11/1916

PETILIA P. (KR)

23/09/1943

CF

2

Soldato

TRIPODI

SALVATORE

09/03/1921

GIOIA TAURO (RC)

00/09/1943

CF

2

Soldato

VACCARO

FRANCESCO

23/03/1923

MARANO (CS)

12/08/1943

GR

2

Soldato

VENTURA

DOMENICO

03/03/1916

REGGIO CALABRIA

23/09/1943

CF

4

Soldato

VIOLA

VINCENZO

11/10/1919

MOTTA S. G. (RC)

23/09/1943

CF

2

 

317° REGGIMENTO FANTERIA ACQUI

 

Soldato

AMANTEA

RAFFAELE

18/01/1920

LATTARICO (CS)

08/09/1943

GR

2

Soldato

AMATO

VINCENZO

09/11/1922

PALIZZI (RC)

08/09/1943

CO

2

Soldato

BARAGONA

FILIPPO

12/02/1923

GIOIOSA J. (RC)

23/09/1943

GR

2

Soldato

BARONE

VITTORIO

28/12/1922

COSENZA

23/09/1943

CF

2

Soldato

BERNAUDO

FRANCESCO

19/04/1923

DECOLLATURA (CZ)

21/09/1943

GR

1

Cap. Magg.

CANDIDO

ROCCO

12/08/1913

GIOIOSA J. (RC)

08/09/1943

GR

2

Soldato

CARUSO

VITANTONIO

30/09/1921

FILADELFIA (VV)

08/09/1943

GR

2

Soldato

CASEDONTE

SALVATORE

10/01/1922

POLISTENA (RC)

01/11/1943

CF

4

Soldato

COCCIMIGLIO

GUGLIELMO

29/02/1917

AIELLO CAL. (CS)

00/09/1943

GR

2

Soldato

CORBO

GIACOMO

10/08/1922

CANDIDONI (VV)

09/12/1944

GE

4

Soldato

FUDA

ANTONIO

23/01/1922

PALMI (RC)

08/09/1943

GR

2

Soldato

FILICE

FORTUNATO

24/01/1923

ALTILIA (CS)

05/12/1943

I

1

Soldato

FURIGLIO

GIUSEPPE

26/07/1921

CINQUEFRONDI (RC)

08/09/1943

GR

2

Soldato

FURONE

VINCENZO

03/06/1923

PIZZONI (VV)

00/09/1943

GR

2

Serg.Magg.

FUSCA

GIUSEPPE

09/11/1912

STEFANACONI (VV)

03/09/1943

GR

2

Maggiore

GALLI

ITALO

16/02/1899

LAMEZIA TERME (CZ)

21/09/1943

CF

3

Soldato

GANGEMI

ANTONINO

01/05/1919

MELITO P. S. (RC)

23/09/1943

CF

2

Soldato

GATUSO

BERNARDO

26/04/1915

REGGIO CALABRIA

08/09/1943

CF

2

S.Tenente

GEMELLI

NATALE

30/11/1920

FILADELFIA (VV)

24/09/1943

CF

3

Soldato

GENNACCARO

FRANCESCO

21/06/1911

PLATANIA (CA)

04/08/1943

GR

2

Soldato

GIANOLIO

MARIO

15/02/1921

REGGIO CALABRIA

23/09/1943

CF

2

Soldato

GRANDE

BENEDETTO

26/11/1923

CARLOPOLI (CZ)

27/09/1943

MED

2

Soldato

GRISOLIA

FRANCESCO

01/11/1922

PAPASIDERO (CS)

08/09/1943

CO

2

Soldato

IARIA

ANTONIO

20/07/1922

BAGNARA CAL (RC)

08/09/1943

GR

2

Soldato

IENCO

VINCENZO

24/08/1922

CAULONIA (RC)

08/09/1943

GR

2

Soldato

IMPELLICCERI

ROCCO

01/02/1922

OPPIDO MAM. (RC)

23/09/1943

GR

2

Soldato

IRITI

FRANCESCO

10/03/1922

BOVA (RC)

23/09/1943

CF

2

Soldato

IRITI

GIUSEPPE

19/09/1922

BOVA (RC)

23/09/1943

CF

2

Soldato

ISOLA

VINCENZO

15/08/1922

PALMI (RC)

23/09/1943

CF

2

Soldato

ITALIANO

ANTONINO

12/03/1922

DELIANUOVA (RC)

13/10/1943

MED

4

Soldato

LICASTRO

ELIA

19/02/1922

DELIANUOVA (RC)

23/09/1943

GR

2

Soldato

LUDDEMI

VINCENZO

02/06/1922

POLISTENA (RC)

23/09/1943

CF

2

Soldato

MACCARRONE

ANTONINO

11/05/1920

LAUREANA B. (RC)

23/09/1943

GR

2

Soldato

MAMMONE

FRANCESCO

03/01/1914

OPPIDO M. (RC)

29/08/1943

GR

2

Soldato

MANTI

ANTONINO

17/03/1922

CONDOFURI

00/09/1943

CF

2

Soldato

MARCIANO’

ANTONINO

18/08/1922

VILLA S. G. (RC)

08/09/1943

GR

2

Soldato

MARFEA

VINCENZO

05/07/1919

MELICUCCO (RC)

23/09/1943

CF

2

Soldato

MARINO

GREGORIO

31/07/1921

SIMERI CRICHI (CZ)

08/09/1943

CF

2

Soldato

MICELI

GIOVANNI

11/05/1921

CORIGLIANO (CS)

00/09/1943

GR

2

Soldato

MOLLICA

VINCENZO

17/04/1922

GIOIA TAURO (RC)

00/09/1943

GR

2

Soldato

MONTEROSSO

ANTONINO

04/02/1922

DELIANUOVA (RC)

08/09/1943

GR

2

Soldato

MORABITO

SALVATORE

07/04/1922

REGGIO CALABRIA

23/09/1943

CF

2

Soldato

MUNIZZA

VINCENZO

16/03/1923

SETTINGIANO (CZ)

21/12/1944

F

3

Soldato

NAPOLI

SERAFINO

13/06/1922

POLISTENA (RC)

08/09/1943

GR

2

Soldato NOCERA FRANCESCO   12/04/1916 CARDETO (RC)   04/09/1943     CF  2

Soldato

OLIVARELLI

SEBASTIANO

11/02/1922

PALMI (RC)

23/09/1943

CF

2

Soldato

PALERMO

LUGI

25/04/1914

MONTALTO U. (CS)

08/09/1943

GR

2

Soldato

PASSANITI

DIEGO

25/05/1922

BAGALADI (RC)

01/09/1943

GR

2

Soldato

PIRRELLO

ANTONINO

04/06/1922

REGGIO CALABRIA

23/09/1943

CF

2

Soldato

PISANO

PASQUALE

15/03/1922

GIOIA TAURO (RC)

23/09/1943

GR

2

Soldato

POLIMENI

ANTONINO

19/09/1921

VILLA S. G. (RC)

19/08/1943

GR

2

Soldato

PORTOLESI

PAOLO

27/01/1902

MAMMOLA (RC)

08/09/1943

GR

2

S.Tenente

QUATTRONE

FRANCESCO

22/03/1917

REGGIO CALABRIA

18/09/1943

CF

2

Soldato

RANIERI

PIETRO

07/03/1922

OPPIDO M. (RC)

23/09/1943

CF

2

Soldato

REALE

DOMENICO

08/12/1915

SIDERNO (RC)

02/08/1943

GR

2

Soldato

RISELPI

GIOVANNI

14/07/1922

REGGIO CALABRIA

12/08/1943

CF

2

Soldato

ROCCISANO

DOMENICO

06/07/1922

CAULONIA (RC)

00/09/1943

GR

2

Soldato

RODINO’

GIUSEPPE

12/02/1922

GERACE (RC)

23/09/1943

CF

1

Soldato

ROTO

FORTUNATO

08/08/1914

REGGIO CALABRIA

08/09/1943

GR

2

Cap.

RUSSO

PAOLO

01/01/1916

POLISTENA (RC)

21/08/1943

GR

2

Soldato

RUSSO

PASQUALE

04/04/1922

OPPIDO M. (RC)

23/09/1943

CF

2

Soldato

SCARFO’

VINCENZO

15/05/1921

CAULONIA (RC)

20/08/1943

GR

2

Soldato

SGARRELLA

BRUNO

30/11/1913

LAMEZIA TERME (CZ)

08/09/1943

GR

2

Soldato

SURACE

GIUSEPPE

16/12/1915

ROSARNO (RC)

14/09/1943

CF

1

Soldato

VATTIMO

ROBERTO

27/03/1922

CETRARO (CS)

16/10/1943

CF

4

Soldato

VERGA

CARMELO

09/03/1922

REGGIO CALABRIA

23/09/1943

PL

2

Cap.

ZANGARA

VINCENZO

22/09/1922

BOVALINO (RC)

23/09/1943

CF

2

Soldato

ZITO

GIUSEPPE

28/05/1922

BOVALINO (RC)

30/08/1943

GR

2

 

44^ SEZIONE SANITA’

 

Soldato

COLANTONIO

EMILIO

25/11/1916

DIAMANTE (CS)

21/09/1943

CF

3

Soldato

MAGLAVITI

SALVATORE

21/10/1916

BIANCO (RC)

13/09/1943

CO

1

Tenente

PACHI’

FERDINANDO

10/01/1913

CALONIA (RC)

21/09/1943

CF

3

Cap. Magg.

CANNATELLI

G. BATTISTA

13/08/1915

GROTTERIA (RC)

21/09/1943

CF

3

 

CADUTI/DISPERSI APPARTENENTI REPARTI ED ENTI VARI DISLOCATI CEFALONIA

 

Soldato

CIANFLONE

GIUSEPPE

23/07/1909

SERRASTRETTA (CZ)

16/08/1943

 

2

S.Tenente

CORREALE

SANTACROCE

UGO

05/02/1910

SIDERNO (RC)

24/09/1943

 

3

Cap.

DARA

ANTONIO

01/05/1909

LAMEZIA TERME (CZ)

00/09/1943

 

2

Soldato

DE BIASE

PASQUALE

28/03/1909

LAMEZIA TERME (CZ)

15/09/1943

 

1

Soldato

FUOCO

MARIO

22/10/1923

PARENTI (CS)

25/09/1943

 

3

Soldato

GIANCOTTI

ROCCO

03/12/1909

VALLEFIORITA (CZ)

16/09/1943

 

1

Cap.

MORRONE

MARIANO

21/05/1909

MARANO P. (CS)

15/10/1943

 

4

Soldato

NUDO

RAFFAELE

22/04/1909

PEDACE (CS)

16/10/1943

 

4

Soldato

PANETTA

NUNZIATO

24/03/1909

GROTTERIA (RC)

23/09/1943

 

2

Soldato

PANETTA

VINCENZO

02/05/1920

GROTTERIA (RC)

23/09/1943

CO

2

Tenente

PRINCIPATO

PAOLINO

12/03/1912

MELITO P. S. (RC)

24/09/1943

 

3

Cap.

SANTAGADA

SEBASTIANO

25/02/1919

AMENDOLARA (RC)

15/09/1943

 

1

Soldato

VADALA’

CARMELO

21/07/1909

BAGALADI (RC)

12/09/1943

 

1

 

CADUTI E DISPERSI CORFU’

 

Soldato

AIELLO

PIETRO

20/09/1909

BOCCHIGLIERO (CS)

08/09/1943

 

 

Cap.

BASTA

FRANCESCO

06/08/1909

CARFIZZI (KR)

00/09/1943

 

2

Soldato

BEVILACQUA

ANTONIO

16/01/1909

LAMEZIA TERME (CZ)

08/09/1943

 

2

Soldato

CARUSO

DOMENICO

23/03/1909

FILADELFIA (VV)

15/05/1944

 

2

Cap.

CHIERA

GIUSEPPE

08/02/1909

SORIANELLO (VV)

08/09/1943

 

2

Soldato

CIMINO

FRENCESCO

18/03/1909

SERRASTRETTA (CZ)

13/10/1943

 

4

Soldato

COSCHIGLIANO

ALBERTO

05/11/1909

S. SOFIA E. (CS)

08/09/1943

 

2

Soldato

DALCANTERA

LUCIANO

13/12/1909

BISIGNANO (CS)

08/09/1943

 

2

Soldato

FOCA

ANTONIO

31/05/1909

PALIZZI (RC)

26/08/1944

 

4

Soldato

GIORGI

GIOVANNI

31/01/1923

S. LUCA (RC)

10/10/1943

 

3

Soldato

LEONE

RAFFAELE

30/01/1916

TIRIOLO (CZ)

08/09/1943

 

2

Soldato

MASCARO

SALVATORE

18/10/1909

SAVELLI (KR)

08/09/1943

 

2

 

RIEPILOGO CADUTI

 

 

UFFICIALI:

8 + 6

(1 MAGGIORE; 2 CAPITANI; 2 TENENTI; 3 S.TENENTI

 

 

SOTTUFFICIALI

1 + 4

(1 SERGENTE MAGG.; 4 SERGENTI)

 

GRADUATI

3 + 12

(3 CAPORAL MAGGIORI; 12 CAPORALI)

 

SOTTOCAPO M.M.

1

 

 

SOLDATI

131

 

 

TOTALE

157 + 48

 

 

 

 

LEGENDA:

 

 Caduto in combattimento

(1)

 

Territorio Austriaco 

(A)

 

 Disperso in combattimento  

(2)

Territorio Albanese  

(AL)

 

 Morto in prigionia

 - per fucilazione

 - per affondamento

- per malattia

(3)

Territorio Bulgaro

(BG)

 

Isola di Cefalonia      

(CF)

 

Isola di Corfù           

(CO)

 

Territorio Cecoslov.  

(CS)

 

 Disperso in prigionia

(4)

Territorio Francese   

(F)

 

  

 

Territorio Francese   

(F)

 

Territorio Britannico

(GB)

 

Territorio Tedesco    

(GE)

 

Territorio Greco       

(GR)

 

Territorio Ungherese

(H)

 

Territorio Metropolit.

(I)

 

Territorio Polacco     

(PL)

 

Territorio Rumeno   

( R)

 

Territorio Sovietico  

(SV)

 

Territorio Iugoslavo 

(YU)

 

Mare mediterraneo  

(M)

 

                                         

 

                                                                                                              

 
 

 
 

 
 

 
 

 
 

 
 

 
 

 

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