Onorevole Presidente Rieser, autorità,
cittadini,
quando Ella, tramite il Luogotenente
D’Agostino manifestò il desiderio di venire nella nostra città per
rendere omaggio alla memoria dei soldati dell’Esercito Austro-Ungarico
che 92 anni or sono qui persero la vita io e gli amici della nostra
Associazione fummo colpiti dalla sensibilità del Suo gesto che
rispondeva alla ricerca che a suo tempo era stata inviata alla Croce
Nera con la speranza di sapere di più su quei trenta nominativi
scoperti nei registri anagrafici del Comune di Catanzaro.
Gli interrogativi maggiori riguardavano
l’eventuale riesumazione dei loro resti e la restituzione ai territori
di origine, l’esistenza di familiari, successori di quei soldati, in
grado di fare chiarezza sul loro passato anche attraverso documenti o
immagini d’epoca.
Purtroppo non è stato possibile poichè,
come per tanti altri caduti degli eserciti di ogni parte del mondo,
l’incompletezza dei documenti, la non perfetta loro trascrizione, il
mutamento delle situazioni seguite alla guerra non hanno permesso la
conoscenza di tutto quanto avvenne sia sui campi di battaglia che nei
luoghi comunque coinvolti in vario modo negli effetti della guerra 90 e
più anni sono pochi per ricostruire le storie personali e collettive.
Tuttavia la disponibilità delle notizie
trovate ci ha permesso di far si che oggi Catanzaro diventi un luogo nel
quale la memoria di quegli sfortunati, deceduti nel nostro ospedale
militare e provenienti da comuni della Calabria e della Puglia, riviva
attraverso un segno concreto: la lapide che è stata affissa sulla parete
di questo edificio Sacro nei cui sotterranei potrebbero essere state
collocate le spoglie dei militari dell’Imperial Regio Esercito
Austro-Ungarico. In questo cimitero riposano anche diversi soldati
italiani che morirono nelle battaglie della Grande Guerra.
La celebrazione odierna ci consente di
pensare a tutte le vittime nello stesso modo, con pietà e commozione
aumentata se pensiamo agli uomini che nel momento del transito non
ebbero vicini gli effetti più cari, ma almeno i loro commilitoni e
connazionali.
Nei registri di morte del Comune di Stilo
Isacco Farhas ebbe il triste incarico di testimoniare la morte di tutti
gli 8 suoi compagni, il mio pensiero va alla sua tristezza nel dover
comunicare la notizia alle famiglie.
Così fu anche per gli altri e non credo
che nessuno, allora ed oggi, sia capace di fare differenza fra la
perdita di un proprio conoscente e quelle di un ragazzo di un’altro
Paese. E’ un sentimento che si trasmette a noi, uomini di altra
generazione, cittadini dell’ Europa unita e pacificata, con le stessa
intensità.
E’ un giorno carico di simboli questo:
la Domenica delle Palme che precede di
poco il sacrificio del Cristo.
La palma simbolo di pace, assieme all’
ulivo, come quello che oggi alza verso il cielo i rami nel castello di
Sangineto, piantato dai prigionieri AU il 4 Novembre 1918 per celebrare
la fine della guerra e l’avvento della pace;
La lapide segno di una memoria condivisa
che comunica alle generazioni successive la memoria degli uomini e degli
eventi.
La guerra non si combattè solo sui campi
di battaglia ma coinvolse le popolazioni di tutti i Paesi in vario
modo: uno fra tutti io dolore per la perdita dei propri cari vissuto
nello stesso modo, ovunque come bene esprime il disegno di Nenè
Cartaginese nella pubblicazione curata per celebrare questo giorno.
Presidente Rieser La ringrazio per averci
onorato con il significato della Sua presenza e mi auguro di poter
condividere con Lei altri momenti di ricordo di Suoi compatrioti la cui
vita si svolse, anche se per periodi limitati, nelle nostre terre nelle
quali, come abbiamo appreso, vissero persone che non trattarono i
soldati austro ungarici come avversari ma come concittadini e con
l’umanità che distingue una popolazione abituata nei secoli a convivere
con molteplici etnie, come quella del Suo grande Paese: l’Austria.
Con questi sentimenti le porgo il
benvenuto fra noi .
Questa giornata è stata voluta e
sostenuta da tutte le istituzioni della città e della provincia qui
rappresentate ed alle quali rivolgo un grande e sentito ringraziamento
perchè abbiamo rivissuto una pagina intensa di storia comune assieme a
Lei.
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