CALABRIAINARMI

"PER LA PATRIA!"

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ALBO D'ORO DEI MILITARI

DI SAN FLORO (CZ)  CADUTI IN GUERRA

 
 

 

 

Da "CATANZARO INFORMA" del 5 novembre 2019

 

San Floro omaggia i suoi Caduti di tutte le guerre

L'8 novembre la giornata di commemorazione promossa  dall'associazione culturale Castellitini e dall'associazione Calabria in armi per la Patria.

Una serata interamente dedicata ai Caduti in guerra di San Floro è prevista venerdì 8 novembre, nella Sala Consiliare del Comune di San Floro, promossa dalla locale associazione Culturale Castellitini in collaborazione con l’associazione Calabria in Armi per la Patria. L’occasione è data dalla presentazione dell’Albo d’Oro dei Militari di San Floro Caduti in guerra di Antonio Bressi (Edizioni Titani).

Una pubblicazione frutto di oltre dieci anni di ricerca tra archivi di Stato e parrocchiali, albi, libri e testimonianze dei familiari di quegli sfortunati militari che non hanno fatto più ritorno a San Floro sacrificando la loro gioventù alla Patria. Il programma dell’iniziativa sarà aperto alle ore 16.00 con la S. Messa in loro onore. E’ previsto poi il trasferimento al Palazzo Comunale. Dopo l’introduzione musicale a cura dell’Associazione Promocultura, porgeranno il saluto il Sindaco Bruno Meta, il Responsabile settore cultura della Pro Loco Oraldo Paleologo, il Capogruppo di minoranza al Comune Marta Amoroso e la moglie dell’Autore Rita Bressi Poggi.

Seguiranno le relazioni del Col. Ris. Antonio Nania e del Generale di Divisione (aus) Pasquale Martinello, dinamico Presidente dell’Associazione Calabria in Armi per la Patria. Moderatore dell’incontro il giornalista Riccardo Colao, editore dell’Albo d’oro. A conclusione delle relazioni il Complesso bandistico Giuseppe Rossi – Città di Catanzaro. diretto dal Tommaso Rotella, si esibirà dinanzi al Monumento dei Caduti. Al sentito omaggio ai Caduti sanfloresi di tutte le guerre, fortemente voluto da Antonio Bressi per mantenere vivo il filo della memoria, hanno contribuito l'A.N.P.S., Associazione Nazionale Polizia di Stato e l’A.N.C.R.I., Associazione Nazionale Insigniti dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, Sezione territoriale di Catanzaro, con il coinvolgimento di varie associazioni militari e civili del territorio catanzarese.

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Intervento del Col. (Ris) Antonio NANIA

Solo pochi giorni fa questa comunita' ci ha visti riuniti per commemorare i caduti di tutte le guerre: quei giovani sorretti dal solo ideale di Patria, chiamati a compiere il loro dovere, che hanno sacrificato la loro vita per conquistare quel bene inestimabile che e' la liberta', la pace e la civile convivenza con gli altri popoli.

La prima guerra mondiale, guerra del 15-18, la Grande Guerra!!! Ci furono 560.000 militari italiani morti. Mi sia concesso un appellativo piu' appropriato: "Macelleria Umana!!!" che segno' il vittorioso epilogo delle guerre del risorgimento.

E' una storia di dure prove e sacrifici dolorosi. Sembra di scavare nel tempo ormai lontano, di quel periodo interminabile di guerra di trincea che l'Italia ha combattuto contro Stati confinanti  per riconquistare la propria liberta' e la legittima indipendenza, il sofferto lungo processo dell'unita' d'Italia, conclusasi vittoriosamente al prezzo di tante sofferenze ed impareggiabile eroismo ad opera dei nostri valorosi soldati, caduti perche' chiamati a compiere il sacro dovere sancito dalla nostra costituzione: "la difesa della Patria!".

I loro disumani sacrifici sono stati finalizzati a riconquistare quella liberta' ad essi privata. E' stata una guerra logorante, trascorsa in gran parte con le truppe a fronteggiarsi nelle trincee. I nostri soldati dotati di titanico coraggio e di euforico entusiasmo, mal vestiti, denutriti per il poco rancio, scarsamente equipaggiati, hanno saputo affrontare le lunghe marce verso il fronte e le attese estenuanti in trincea. Per mesi essi hanno vissuto con i piedi e le gambe ne fango,  affamati e infreddoliti, in attesa dell'ordine d'assalto, caduti,  ad ogni sibilo proveniente dalle trincee nemiche, come foglie di autunno ad ogni soffio di vento.

Alle falde delle Alpi, ormai senza munizioni, armati di tutto il loro amore per la liberta' della Patria, all'ordine di attacco, sprezzanti del pericolo, spinti fino all'estremo sacrificio della vita, impugnando le baionette, assaltavano il tiranno invasore, combattendo con impeto un'aspra battaglia, lottando corpo a corpo, fino a respingere il nemico al di la' dei confini italiani, riconquistando alla Patria e al popolo italiano. indipendenza, dignita', liberta', e le citta' di Trento e Trieste.

Nobili eroi, uomini degni, straordinari, nutriti di immensi valori, eccezionali benefattori dell'umanità. Sulle loro spoglie si eleva  una voce di silenzioso lamento: e' il corale pianto delle madri, meste e dolenti, ma dignitose, orgogliose e fiere. Si ode ancora l'eco del loro silenzio!

La nostra viva partecipazione affettiva si estende anche ai 330.000 militari e 153.000 civili caduti durante la seconda guerra mondiale , il cui evento e' stato scritto nella storia della pace; ai caduti civili e militari delle varie missioni di pace in tutto il mondo, che vedono i nostri soldati, le nostre forze di polizia, i nostri Corpi ausiliari ed i nostri volontari, uomini e donne di nobili qualita' civili, di profondo senso dello stato e di eccezionali virtu' militari, protagonisti di generosi interventi di soccorso, per assicurare pace e democrazia a quei popoli piu' sfortunati, martoriati dalla poverta' e dalla sofferenza. Mi e' doveroso ricordare il dirigente della Polizia di Stato, nostro conterraneo, Nicola Lipari, ucciso a Bagdad il 4 marzo 2005. Purtroppo l'elenco e' troppo lungo.

I tristi ricordi di tanta sofferenza per i nostri caduti, anche se poi coronata con l'entusiasmo della vittoria per la nostra liberta' riconquistata, servono a farci meditare sull'orrore della guerra. Alle migliaia dei caduti, si annoverano i nostri amatissimi fratelli di San Floro, i cui nomi dono trascritti nell'Albo d'Oro del Comune, tra i quali, mi onora sottolinearne  alcuni, non perche' fossero piu' valorosi degli altri, ma perche' li conobbi da molto vicino: con due di essi abitavamo nel raggio di circa venti metri.

Il primo Angelo Tropea, per me zio Angelo, quando ero fanciullo giocavo davanti casa sua assieme ai suoi nipoti. La prima volta che mi vide in uniforme mi fece tanti complimenti e durante i giorni della mia licenza, con un certo imbarazzo, mi fece una richiesta: la medaglia della sua decorazione  al V.M. avuta durante la guerra. "Mi e' stato dato solo il diploma", lamentava. Alla mia successiva licenza gli portai il nastrino con sopra il prescritto pugnaletto metallico e la tanto attesa e sofferta medaglia. Lo resi felice, si commosse, mi abbraccio' ringraziandomi piu' volte. In quella circostanza mi racconto' il terrificante episodio vissuto in merito ad cecchino. "Mi ammazzo' quasi tutti i commilitoni della mia squadra", raccontava. Individuo' il cecchino e afferrandolo per  il collo, lo lascio' infilzato all'albero dietro il quale si nascondeva. Mostruoso! Negli anni successivi ha sempre partecipato alla cerimonia del 4 novembre e con orgoglio esponeva sul petto la sua meritata decorazione, "per fare onore e memoria ai caduti di tutte le guerre", diceva.

Il secondo, Caccia Floro, chi mi onora sottolineare, era mio zio, fratello di mia madre, decorato con medaglia al V.M. e ancora prima promosso al grado di caporale per meriti di guerra. A pagina 41 di questo meraviglioso libro troverete la motivazione della sua decorazione al V.M.; ma per chi non avra' l'opportunita' di sfogliare il libro, permettetemi di leggervi la motivazione: "Giudava costantemente, con eccezionale fermezza e coraggio, una squadra portaferiti adibiti al risanamento del campo di battaglia, spingendosi, incurante del pericolo, ripetute volte oltre la linea delle nostre trincee per raccogliere i cadaveri dei compagni caduti. Con spirito di abnegazione e di altruismo esponeva due volte la sua vita, trasportando sulle spalle, per un tratto di terreno scoperto e battuto dal vivo fuoco nemico, un ufficiale e un soldato feriti. (Monte San Michele - 24 aprile e 15 maggio 1916). Che uomini!

Il terzo eroe e' un personaggio molto caro a tutti i sanfloresi. L'amico di tutti, un poeta, un generoso gentiluomo, Tommaso Scarcella. Senza dimenticare Luigi Valeo, per tutti noi meglio conosciuto come il commendatore Valeo, sottufficiale carrista e successivamente elevato al grado di Ufficiale, decorato sul campo a Tobruck in Libia, personalmente dal Gen. Rommel, soprannominato "la volpe del deserto" per la sua straordinaria astuzia nelle operazioni di guerra nel deserto.

Concludo, ringraziando di vero cuore Tonino Bressi per questo capolavoro di libro in ricordo dei nostri eroi sanfloresi ed essi, sono certo, lo ringrazieranno dall'al di la' con le preghiere.

Viva l'Italia, viva le Forze Armate e pace ai caduti di tutte le guerre.

 

 

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