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In
occasione del 75° Anniversario della battaglia dello
Zillastro, una delegazione
dellAssociazione Culturale Calabria in Armi, guidata
dal Presidente Gen. Div. (ris.) Pasquale Martinello,
ha partecipato in data 9 settembre 2018 alla
commemorazione di quanti persero la vita in quel tragico avvenimento.
La vicenda
Conclusasi loccupazione della
Sicilia il 17
agosto 1943, le forze Alleate avevano pianificato, per la fine dello stesso
mese, linvasione del continente con uno sbarco a
Salerno (Operazione
Avalanche) e, nellintento di attirare un considerevole numero
di forze tedesche verso la punta dello stivale, con uno sbarco nell'estremità
meridionale della Calabria con
loperazione
Baytown
(comandata dal generale
Montgomery).
A sostegno delle sparute e
scombinate divisioni poste a difesa della
Calabria,
nei primi giorni del mese di settembre 1943, era giunto
il 185° Reggimento Fanteria Paracadutisti, della
Divisione Nembo, formato dal III, VIII
e XI Battaglione paracadutisti, in ritirata
dalla Sicilia, sia pure esausto per la fatica dei lunghi
spostamenti e decimato dalle perdite subite a causa
dellaviazione Alleata. Alle
04.30 del 3 settembre 1943 un intenso bombardamento
aereo e centinaia di proiettili, (sparati dalle
corazzate Nelson e
Rodney
con cannoni da 406, da due
incrociatori e da altre 11 navi tra caccia torpedinieri,
corvette e dragamine), tempestò la costa calabrese da
Melito
a
Reggio.
Tra laltro fu colpito anche un deposito di 50
tonnellate di esplosivo che rase al suolo diversi
isolati di via
Galvani
a Reggio. Non appena cessò il tiro di sbarramento, le
tre brigate della
1ª divisione canadese
e la
5ª divisione inglese
raggiunsero, con i mezzi da
sbarco, la costa calabrese fra
Bagnara,
Villa San Giovanni,
Melito Porto Salvo
e
Pentimele,
Calamizzi,
Gallico
e
Catona,
nei pressi di
Reggio Calabria.
Mentre i
soldati tedeschi delle Divisioni Costiere, la
26ªdivisione
Panzer
e la
29ª divisione
Panzergrenadier,
sotto responsabilità del
XXXI Corpo dArmata,
male armati e demoralizzati dai pesanti bombardamenti
aeronavali dei giorni precedenti, si erano ritirati
concentrandosi nella Piana, la maggior parte a
Rizziconi e nei comuni limitrofi di Cittanova e
Taurianova, per tentare una improbabile difesa, si
verificarono, lo stesso 3 settembre, nella zona di
Gambarie, i primi scontri tra
i
paracadutisti e gli alleati i quali, nettamente
superiori come bocche di fuoco e uomini, costrinsero i
paracadutisti a ripiegare quasi subito per evitare
laccerchiamento.
Il
Reggimento decise di procedere ad una rapida ritirata e
mentre il III e XI battaglione si dirigeva verso nord,
l' VIII rimase in retroguardia per coprire il
ripiegamento degli altri due battaglioni. LVIII si
riposizionò nella zona compresa tra
Bagaladi
e
San Lorenzo
dove si verificarono numerosi scontri tra pattuglie dal
4 fino al 7 settembre. I 400 paracadutisti erano
stravolti e non riuscivano più a contenere gli attacchi
alleati, che contavano 5000 soldati canadesi. Si decise
quindi di ritirarsi nel tentativo di ricongiungersi con
i commilitoni del III e XI battaglione che stavano
risalendo lo stivale verso nord. La marcia dell VIII fu
molto lenta ed estenuante tra le impervie montagne
dellAspromonte, con pochi viveri e rifornimenti, tra
boscaglie, dirupi e mulattiere per evitare le strade
percorse dalle Jeep alleate.
La sera
del 7 settembre il battaglione raggiunse il bivio che
collega
Platì
a
Santa
Cristina dAspromonte
accampandosi sullaltipiano dello Zillastro, nella
faggeta denominata Mastrogianni
a quota 1050, senza accorgersi, però, di essere già
stati superati dai canadesi che muovevano verso
Serra
San Bruno
e addirittura con il Reggimento
New Scotland
anchesso accampato a poca distanza nella stessa faggeta
e lEdmonton
sistemato
sui crinali dello Zillastro, lato Oppido Mamertina. I
canadesi, involontariamente, avevano accerchiato lVIII
Battaglione Nembo.
Al sorgere
del sole dell8 settembre, poco prima che fosse
annunciato larmistizio (già firmato il 3 settembre),
quando i paracadutisti si resero conto di essere
circondati, piuttosto che arrendersi decisero di
attaccare i reparti canadesi del New Scotland ed
Edmonton lanciandosi allattacco al grido di NEMBO.
I paracadutisti italiani combatterono fino
allesaurimento delle munizioni, per poi passare al
corpo al corpo con i calci dei fucili, ma alla fine i
parà furono sopraffatti: solo cinquantasette di loro
vennero fatti prigionieri. Dopo la battaglia dello
Zillastro, lVIII battaglione cessò di esistere: erano
in quattrocento. Questa fu, quindi, lultima battaglia
combattuta tra il regio Esercito Italiano e le truppe
Alleate l8 settembre 1943, 5 giorni dopo la firma
dellarmistizio e poche ore prima della sua
proclamazione. I caduti di quella battaglia, cinque
furono i caduti italiani recuperati - lesatto numero
delle vittime non è ancora conosciuto -, vennero in
seguito decorati alla memoria:
Capitano
Ludovico Picolli de Grandi (Medaglia dArgento al
Valor Militare), Sergente Maggiore Luigi Pappacoda
(Medaglia di Bronzo al Valor Militare), Caporale
Serafino Martellucci (Medaglia dArgento al Valor
Militare), Parà Vittorio Albanese (Medaglia di
Bronzo al Valor Militare), Parà Bruno Parri
(Medaglia di Bronzo al Valor Militare), Parà Aldo
Pellizzari (Medaglia dArgento al Valor Militare).
Una stele venne eretta sul luogo dello scontro con
inciso la seguente scritta:
Qui sullo Zillastro epigoni di una guerra disastrosa
l8 settembre 1943, suscitando lammirazione ed il
rispetto delle preponderanti forze Anglo-Canadesi, i
quattrocento paracadutisti dellVIII BTG. del 185° RGT
della Div. NEMBO, combattendo per lonore della patria
si coprirono di Gloria.
Alle 19.45
dell8 settembre fu dato lannuncio formale
dellarmistizio tra lItalia e gli Alleati, siglato il 3
settembre a
Cassabile
dai rappresentanti del governo
Badoglio.
Nonostante i tedeschi in ritirata avessero lasciato alle
loro spalle macerie lungo tutte le vie di comunicazione,
dopo cinque giorni dallo sbarco, le avanguardie del XIII
Corpo dArmata, avanzando praticamente senza contrasto,
erano giunti a 160 chilometri a nord di Reggio Calabria.
Il 22 settembre tutto il territorio calabrese era sotto
il controllo degli alleati. |
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