CALABRIAINARMI  

 " PER LA PATRIA! "

 

   
     

    "LA BRIGATA CATANZARO NELLA GRANDE GUERRA"

   

 

 
 

CONVEGNO AL LICEO SCIENTIFICO DI SOVERATO

 
     
 

 

   
 

 

 

   
 

 

   
 

 

 

   
 

 

da "CALABRIA ORA"  del Lunedì, 18 Aprile 2011 10.52

   
 

 

Nell'ambito delle celebrazioni inerenti il 150° anniversario dell'Unità d'Italia, si è svolta a Soverato, presso il Liceo Scientifico Guarasci, una conferenza dal titolo ''La Brigata Catanzaro nella Grande Guerra', alla presenza del Prefetto di Catanzaro Dott. Antonio Reppucci. Dopo i saluti del Dirigente scolastico prof.ssa Francesca Bianco ed un'introduzione all'argomento da parte del prof. Antonio Nisticò, docente di storia presso lo stesso istituto, ha relazionato il dott. Vincenzo Santoro (nella foto), autore del romanzo storico ''La Decimazione', nonché componente del Consiglio direttivo dell'Associazione Calabria in Armi, il quale, dopo una disamina sulla Prima guerra mondiale, ha parlato del ruolo avuto in tale conflitto dalla valorosa Brigata Catanzaro, descrivendo i fatti d'arme più rappresentativi, le gesta eroiche e le terribili decimazioni subite, soffermandosi particolarmente sul contributo di eroismo e di sangue da parte dei soldati calabresi. Infatti con i suoi ventimila caduti la Calabria, in rapporto alle truppe mobilitate, è stata la terza regione in Italia, dopo Basilicata e Sardegna, ad aver avuto in percentuale più morti in guerra, a dimostrazione di come il meridione sia stato determinante nel compimento dell'Unità d'Italia.
Al termine ha preso la parola il Dott. Reppucci il quale, lodando tali iniziative di coinvolgimento del mondo della scuola e degli studenti, ha spronato i giovani ad essere artefici del proprio futuro, rimarcando l'importanza di sentirsi uniti intorno ai valori della democrazia, della libertà e della coesione nazionale, pur mantenendo sempre viva la memoria sui sacrifici patiti affinché tali valori potessero realizzarsi.  

 
     
 

dal QUOTIDIANO della Calabria del 20 aprile 2011

 
 

La partecipazione dei calabresi alla Prima Guerra Mondiale, il loro determinante contributo nel completamento dell'unità nazionale, il loro incondizionato sacrificio e l'autentico eroismo di molti di loro, sono stati al centro di un convegno organizzato dal Liceo Scientifico di Soverato, nel quadro delle già numerose iniziative realizzate dall'istituto soveratese in occasione del 150° anniversario dell'unità d'Italia. Il convegno ha visto la prestigiosa partecipazione della massima autorità amministrativa provinciale: il prefetto Antonio  Reppucci, che ha accettato con entusiasmo l'invito del liceo soveratese, mentre i lavori sono stati introdotti dal saluto della Dirigente scolastica, Francesca Bianco e da Antonio Nisticò, coordinatore del dipartimento di Filosofia e Storia. Il convegno, avente come tema "La Brigata "Catanzaro nella Grande Guerra" ha visto come relatore Vincenzo Santoro, storico militare e rappresentante dell'associazione Calabria in Armi, che ha illustrato con grande efficacia la storia di questa famosa unità militare distintasi nei principali scenari che hanno segnato tanto la tragedia quanto l'epopea dell'esercito italiano nella Grande Guerra: il Carso, gli altopiani, la zona di Asiago. Autorevole studioso di giustizia militare, Santoro si è inoltre dilungato ad analizzare i metodi e i sistemi di punizione sommaria presso gli eserciti al fronte, cosa che non ha mancato di suscitare l'interesse e le domande del pubblico, costituito da studenti soveratesi, ma anche da  numerosi giornalisti, nonché dalle massime autorità militari  dei corpi presenti in città. Costituitasi nel maggio 1915, all'indomani dell'entrata in guerra, la Brigata Catanzaro reclutava originariamente giovani di leva provenienti dalla sola Calabria, componendosi di due reggimenti (141° e 142°) costituiti interamente di calabresi. Questi reggimenti, inviati sul Carso, si distinsero subito per la loro tenacia negli assalti, contribuendo in modo determinante alla conquista di Gorizia da parte dell'esercito italiano, in una fase iniziale della guerra segnata da rapidi e vasti movimenti di truppe. Col passare del tempo, trasformandosi il conflitto in una guerra di logoramento e di trincea, il reparto calabrese affrontò di tutto: assalti all'arma bianca, contrassalti alla baionetta e con le bombe, bombardamenti aerei, pioggia di gas tossici e ustionanti come l'iprite, durante i quali la resistenza degli uomini in trincea veniva messa a durissima prova, ma che non produssero, come in altri reparti, fenomeni di diserzione o di ammutinamento degni di nota. Eppure,tali furono le perdite, che il reparto cambiò presto fisionomia: nella necessità di mantenere il suo assetto originario, la Brigata Catanzaro venne sempre più arricchita di truppe non calabresi, ma comunque reclutate nelle regioni meridionali. Il relatore si è poi soffermato su questioni inerenti la giustizia militare e la sua applicazione nel corso della Grande Guerra, fino ad illustrare l'adozione, frequentissima, di una pratica inumana ed arcaica come la cosiddetta "decimazione", poi praticata indiscriminatamente dai tedeschi nei confronti della popolazione civile, durante il secondo conflitto mondiale: nel caso di reati collettivi, attribuibili ad un intero reparto (ammutinamenti o fuga in fronte al nemico) un uomo ogni dieci veniva estratto a sorte e fucilato sul posto, spesso dagli stessi compagni di reparto, perché servisse da monito. Il convegno si è concluso con l'intervento di Reppucci, particolarmente apprezzato dagli studenti per la spontaneità e la maniera niente affatto formale di argomentare. Il Prefetto ha messo in evidenza le solide basi storiche sulle quali si fonda la nostra nazione, la cui unità si è cementata nel corso di questo ultimo secolo e mezzo, malgrado le grandi difficoltà e le immani tragedie affrontate dagli italiani fino alla seconda metà del Novecento. Reppucci ha poi allargato lo sguardo all'Italia attuale, con particolare attenzione ai problemi del meridione, dialogando con i giovani di legalità e richiamando la necessità di un più consapevole e concreto senso civico. (Antonella Rubino Quotidiano della Calabria).

 

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