CALABRIAINARMI  

 " PER LA PATRIA! "

 

   
     

    100 ANNI DALLA GRANDE GUERRA

   
"LE CAUSE POLITICHE ED ECONOMICHE DELLA GRANDE GUERRA"

 

 
 

 

 
 

C’è un episodio riportato in tutti i libri di scuola e in quei testi che parlano della prima guerra mondiale; è quello accaduto il 28 giugno del 1914. Quel giorno cadevano a Sarajevo, vittime di un attentato serbo, l’arciduca ereditario del trono austro-ungarico Francesco Ferdinando e la sua consorte. L’uccisore era uno studente, Gavrilo Princip, agente di un’organizzazione irredentista. Si parte da questo episodio perché ad esso si fa risalire la causa dello scoppio della grande guerra. Fu chiaramente un pretesto, la scintilla che fece deflagrare la bomba già da qualche tempo costruita da tutti gli stati europei. La conseguente crisi internazionale poteva essere risolta per vie diplomatiche, ma la Germania aveva finalmente in mano il cerino per innescare la miccia e l’Austria, ridotta oramai a strumento nelle mani della Germania, fu spinta a inviare alla Serbia un ultimatum che aveva dei contenuti sicuramente inaccettabili per uno stato sovrano, perché avrebbero tolto alla Serbia la sua indipendenza. L’Austria dunque dichiarò guerra alla Serbia. La Russia, schieratasi a fianco dei serbi, mobilitò il suo esercito, mentre invano l’Inghilterra proponeva, per impedire la guerra, una conferenza internazionale. La Germania si schierò, invece, accanto all’Austria e dichiarò guerra alla Russia e alla Francia, iniziando subito le ostilità. L’Inghilterra intervene nel conflitto spinta non solo dalla lunga rivalità commerciale con la Germania, ma anche dalla preoccupazione per il pericolo immediato che a lei veniva dall’occupazione del Belgio e dall’azione tedesca verso la Manica.

L’equilibrio che la Triplice Alleanza (Germania, Austria Italia) e la Triplice Intesa (Francia Gran Bretagna e Russia) avevano creato in Europa non poteva in realtà durare a lungo e i contrasti fra le Nazioni si rivelavano sempre più netti e precisi.

La Germania aumentava i suoi armamenti e non faceva mistero sulla forza del suo esercito, bene armato ed agguerrito; teneva mobilitati in permanenza non meno di 900 mila uomini. Perché la Germania manteneva questo costosissimo strumento? Solo per difendere l’Alsazia e la Lorena che aveva ottenuto grazie al trattato di Francoforte del 1871 (a seguito della sconfitta di Sedan) e che la Francia rivendicava? E cosa c’era in Alsazia e Lorena di così prezioso? Certamente non solo la città di Strasburgo che oggi ospita il Parlamento Europeo.  Forse le risorse minerarie? Quindi era una guerra per il possesso dei giacimenti? Sembra notare qualche similitudine con la guerra per il petrolio.

Il nazionalismo in Balcania può essere incluso tra le cause della prima guerra mondiale? Quanto ha contribuito a destabilizzare l’area, l’iniziativa della Russia del 1877 nel dichiarare guerra alla Turchia, accogliendo la richiesta di aiuto dei territori Balcani? E il successivo congresso di Berlino del 1878 indetto per dirimere la questione ha effettivamente risolto il contrasto Russia – Austria? Quanto ha inciso la costituzione del protettorato di Bosnia Erzegovina?

Al Congresso di Berlino si è studiato solo la problematica dei Balcani o si è colta l’occasione di regolare la questione delle colonie? E se così è, non si è forse innescato un focolaio di rivendicazioni di Francia (Tunisia) Inghilterra (isola di Cipro) che volevano trarre vantaggi non solo economici, ma anche di prestigio internazionale? L’intesa cordiale del 1904 tra Francia e Inghilterra che disciplinava i rispettivi interessi coloniali in Africa non mirava a evitare contenziosi nel caso fosse scoppiata la guerra contro la Germania? E l’accordo del 1907 tra la Russia e l’Inghilterra che regolava i rispettivi interessi in Persia Afghanistan e Persia non mirava a isolare sempre più la Germania?

Era logico e sequenziale agli sviluppi storici che l’Italia avesse un’alleanza con Germania e Austria? La questione del Marocco non aveva portato l’ambasciatore italiano a votare a favore della Francia contro gli Imperi Centrali (conferenza di Algeciras 1906)? E la Germania, grande alleata dei Turchi non aveva forse osteggiato la nostra campagna di Libia? E  l’Italia non aveva combattuto contro l’Austria le prime tre guerre di indipendenza? Non era ancora aperta la questione dell’irredentismo?

Strategicamente parlando, si argomentò che non era giustificabile che la Germania invadesse il Belgio per aggirare le fortificazioni approntate dalla Francia. Ma quali erano i piani strategici della Francia in caso di guerra? Forse fermare l’esercito tedesco con le fortificazioni per poi colpirlo sul fianco passando dal Belgio? (Séré de Rivières)

Trasversale per tutte le nazioni, infine, s’imponeva la rivoluzione industriale. Questo processo di evoluzione della società che da un sistema prevalentemente agricolo divenne un sistema industriale caratterizzato dall’uso generalizzato di macchine azionate da energia meccanica e dall’utilizzo di nuove fonti energetiche, come ad esempio i combustibili fossili, il tutto favorito da una forte componente d’innovazione tecnologica. La rivoluzione industriale divenne veramente importante dal 1870 con l’introduzione dell’elettricità, dei prodotti chimici e del petrolio. La rivoluzione industriale ha permesso la produzione in serie e l’introduzione e lo sviluppo di nuove armi come il carro armato, il sommergibile, i gas, aumentando le potenzialità in modo esponenziale.

Concludo con un’ultima domanda: non era forse in gioco il dominio economico mondiale attraverso le Colonie? Non era vero che due potenze capitaliste formatesi per ultime Germania e Italia avevano bisogno di colonie per espandersi e quindi venivano a contrastare gli interessi delle due potenze più imperialiste di quel momento Francia e Inghilterra, che, insieme agli Stati Uniti e al Giappone, si erano già spartite buona parte del mondo?

 
 

 

 
 

 
     
 

   
     
 

   
     
     
     
 

  DAL QUOTIDIANO INFO OGGI DEL 12 DICEMBRE 2014

CATANZARO, 12 DICEMBRE 2014 - Conferenza al MUSMI: “Le cause politiche ed economiche della grande guerra”

Con un emozionante Inno di Mameli eseguito dal magistrale coro polifonico dell’Unione Italiana Ciechi di Catanzaro si è ufficialmente aperta ieri la conferenza dal titolo “Le cause politiche ed economiche della grande guerra” presso il MUSMI (Museo Storico Militare) di Catanzaro

La conferenza, organizzata da Calabria in Armi, con il coordinamento della Prefettura di Catanzaro, rientra nelle commemorazioni per il centenario della Prima Guerra Mondiale, il più grande conflitto mai visto, una carneficina che sconvolse il mondo e che coinvolse quasi tutti i continenti, gran parte delle Nazioni e dei loro abitanti, cambiandone per sempre il destino. Tante e tali sono state le novità, le implicazioni, le conseguenze di quel conflitto conclusosi nell'autunno 1918 che solo ad un secolo di distanza il mondo sembra uscire dai solchi che produsse. La conferenza di ieri ha però inteso tracciare in particolar modo le cause politiche ed economiche della Grande Guerra, partendo dagli antefatti che portarono allo scoppio delle ostilità e focalizzandosi sulla situazione europea dalla seconda metà dell’800.

La scelta di organizzare una conferenza di tale importanza all’interno del MUSMI, che ricordiamo è stato istituito per lasciare una finestra aperta sul passato, sugli eventi lontani e romantici dell’epoca napoleonica e risorgimentali, non è casuale, dal momento che all’interno dello stesso sono conservati tanti reperti dei due recenti e terribili conflitti mondiali.

Tale iniziativa rientra, peraltro, in una serie di attività che il comitato, presieduto da Mario Saccà ed istituito presso la Prefettura di Catanzaro, sta organizzando è che ha come obiettivo quello di coordinare tutte le iniziative legate alla Grande Guerra.

Calabria in Armi, ricordiamo, è un comitato che intende promuovere iniziative di studio aventi per oggetto temi di carattere storico, militare, letterario, educativo, formativo, culturale e sociale. Oltre a conferenze cosi importanti come quella di ieri, organizza manifestazioni, dibattiti, mostre e ricerche storiche. Ha lo scopo precipuo di organizzare centri documentali, centri di ricerca, catalogazione, valorizzazione e studio su reperti, cimeli, monumenti, archivi fotografici pubblici e privati, beni culturali, nel rispetto soprattutto della Legge 7 marzo 2001 "Tutela del patrimonio storico della "Grande Guerra".Tra i relatori, il Dottor. Francesco Passafaro e il Generale Pasquale Martinello. Presenti tra gli altri il Prefetto di Catanzaro Dr. Cannizzaro e l’Assessore alla cultura del Comune di Catanzaro Prof. La Rosa, parole di grande commozione espresse anche dalla Presidente dell'Unione Italiana Ciechi Luciana Loprete.

 

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